Arieccola ciucciata dalle streghe tornare a svolgere
manovre allampanate, ansimare asfittica con tanto di pneumotorace, mencia come
un sacco rapidamente svuotato dalle ultime prestigiose vittorie esterne,
goderecce sì, ma miraggi in un deserto di soddisfazioni, e poi infortuni come
pioggia acida, e squalifiche che ci costringono a raccogliere frutti ancora
troppo acerbi, che allegano il palato come i cachi non ancora maturi. Grandi
passi indietro anche senza Gamberini quindi, e mollezza comunque pur in assenza
di Montolivo, e una sconfitta senza che questa volta possano essere considerati
loro i colpevoli, è una sconfitta doppia, come al Quadrado erano invece quelle
vittorie, ma per non perdere almeno i benefici dell’ultimo mese voglio
considerare anche questa partita nel pacchetto della svolta, e analizzarla in
quel contesto servirà almeno a rendere meno viziata quell’aria pesa e consumata
che esce fuori da una partita dove si fuma e dove ci fumano. Molte sono state
le partite che hanno consumato energie nervose e fisiche, mentre a noi ormai
troppo stanca ricala invece la cataratta della tristezza sul campionato della Via
Crucis, come sui nostri poveri gropponi martoriati, pesa la delusione di una
partita che aveva tutti i presupposti, anche psicologici per dare uno straccio
di continuità e alimentare una mini serie di vittorie, di quelle che rendono il
lunedì quasi come il venerdì, se non fosse che non ti tocca la frittura di
paranza. Ci credevo davvero a un filotto di vittorie, forse perché l’avrei
preteso a parziale rimborso del fallimento di una stagione, appunto, che come
sul Golgota ci vede arrancare con la croce, un rimborso che a questo punto
invece andrà definitivamente insoluto come una ricevuta bancaria mandata a
diritto, un interruzione di corrente quella di ieri, che sbrina il congelatore
dove custodivamo quei due fagiani spennati nelle riserve di Roma e Milano, costringendoci
così a buttare via tutto. JoJo sbaglia il rigore volutamente mirando il portiere
già sdraiato in terra alla Frey, e lo fa per rientrare nel novero dei grandi,
nella settimana degli errori d’autore di Messi e di Kakà, ma anche per
riabilitare Ljajic che gioca male volutamente per solidarietà verso Montolivo,
che è assente volutamente dopo aver saputo che anche la squadra sarebbe stata
assente, come Rossi che proprio in virtù del tour de force avrebbe potuto fa
ruotare non solo il nostro umore, dando almeno a Marchionni la possibilità di
togliersi il muschio dal sedere. Salutiamo comunque l'esordio di Neto, faccina
pulita e subito punita da un tanke vero, mentre un po’ ci preoccupiamo per quel
destino cinico e baro, che tra i tanti che hanno dimostrato di avere la spalla
tonda, va a offendere proprio la spalla del monumento eretto a centrocampo
proprio contro il malcostume dell’assenteismo, dimostrando vandalismo allo
stato puro nei confronti di una figura che per una ventina di minuti si è
trasformato addirittura in un eroe un po’ tamarro sì, ma anche un po’ Beckembauer
e un po’ Enrico Toti. Una Fiorentina che taglia sui costi della manovra
presentandosi a Bergamo senza nemmeno la benzina nel serbatoio, che ci svuota l’entusiasmo
come la manovra del Governo Monti il portafoglio, e intanto Renzi da il via
alla notte bianca, dodici ore tra cultura e spettacolo, che in accordo con i DV
ha evitato accuratamente che potesse essere proprio la Fiorentina a entrare in
competizione distraendo i tifosi dall’evento, che avrà inizio oggi alle ore diciotto,
e così la notte bianca ce l’hanno anticipata di un giorno, e per evitare una concorrenza
considerata sleale, a Bergamo di cultura e spettacolo neanche a parlarne.
.

lunedì 30 aprile 2012
domenica 29 aprile 2012
La signora in giallo e il nipote in rossonero
E'
abitudine della casa dare il benvenuto a chi si affaccia per la prima
volta in cucina, e ieri non essendo di corvèe, come anche
Corvino non v'è più del resto, non l'ho potuto fare, e
allora per farmi perdonare lo farò oggi riservando a Magda il
post domenicale, come l'omelia, scusandomi se per offrirle da bere le
è stato mostrato da Deyna una rettoscopia, perché deve
sapere, che lui, tra gli ospiti è quello più sensibile
all'igiene e alla prevenzione del corpo femminile. Sono felice di
questa nuova presenza, perché avendo perso un capitano per
strada prima, degradato in ex capitano giocatore poi, fino a
degradato disperso nella periferia più degradata della
squadra, con Magda abbiamo la possibilità, invece, di
riappropriarci un po' di quella concretezza laterale dei suoi
appoggi, quelli per intendersi che mettevano la palla in banca, e
allora forse si capisce anche il perché oggi non ci sia più
accesso al credito, perché Riccardo sembra averlo
definitivamente finito. Siccome però ho letto di anticipazioni
in pillole da parte non solo di Magda ma anche e soprattutto di quel
dispenser di verità di un Gat, che non sono concesse invece a
noi umani, chiedo a entrambi di fare un gesto eclatante, visto che
Guerini ha dato l'annuncio della conferma di Delio Rossi da Radio
Pompelmo Rosa, perché non rendere immortale anche il mio blog
rivelando qua la vera storia di Riccardo Montolivo in sette puntate
sette, dando al blog il risalto mondiale che secondo me merita. Voi
passereste da persone sensibili e generose, che hanno voluto fare del
bene a uno tra i tanti sconosciuti anfratti della rete, e per me
invece sarebbe risonanza magnetica alla stato puro, così da
fare felice anche Deyna. Un vero scoop magari concordato con il Gat
in conferenza stampa da Montecarlo per dare un aria ancora più
esclusiva all'evento, esclusiva come avevo provato a fare quando
questo luogo era ancora un salottino radical chic, prima cioè
di essere stato costretto alla retrospettiva scollacciata per
strappare quattro biglietti in più e non presentare la solita
sala tristemente vuota. Luci della ribalta quindi, perché per
il ribaltabile invece abbiamo già dato ai tempi della scoperta
del pianeta donna, e come del resto anche con le retrospettive
abbiamo abbondantemente profuso, a parte qualche colpo di coda come
quello davanti al frigo. La mia preghiera domenicale quindi è
quella di far scendere in campo il Gat come Berlusconi, e insieme a
Magda, che non è la cugina di Mubarak sia chiaro, di
raccontare la loro verità, intanto che cerco i contatti per
invitare Salvo Sottile a presentare, la criminologa Bruzzone per far
contento Deyna, e poi Paolo Crepet per fare crepare d'invidia il
Guetta per questo mio grande scoop, perché il crimine
irrisolto porta grandi ascolti, e allora vai con il criminologo
Massimo Picozzi e Francesco Bruno, e così sul blog dopo
“crimini e misfatti” presenterò “il misfatto di un
rinnovo che non si è mai fatto”, Magda e Gat come la signora
in giallo e Bruno Vespa, ma se tutto questo non dovesse accadere
però, perché sarà scelto legittimamente il
grande palcoscenico di Fiorentina.it, come Riccardo di non rinnovare,
questo mio post allora avrà il valore di un test, come quelli
per le allergie, per capire cioè, visto che senza Montolivo la
Fiorentina va a gonfie vele, se dare la parola ai suoi difensori, se
parlare comunque di lui nel giorno della partita della Fiorentina,
possa in qualche modo incidere negativamente sul risultato. Adesso
metto questo post sul vetrino in laboratorio e aspetto gli esiti del
match di Bergamo, e se non dovesse andare bene, per noi questo esame
antiallergico avrà rivelato la necessità di un
antistaminico in dose massiccia, e con quel vetrino ci si farà
un bel risotto con i carciofi, perché da queste parti si
chiamano così quelli allergici alla nostra maglia.
sabato 28 aprile 2012
Il lampre si fa dotto
Si
va a Bergamo finalmente con un po' di vento in poppa, budelline e
lampredotto, una salsa verde di campo da gioco, che ci dovrebbe veder
giocare con i nervetti distesi, mi aspetto una squadra tignosa,
volitiva, vogliosa di dimostrare il suo valore ritrovato, anche
capace di cambiar pelle più volte nella stessa partita, un
centopelli insomma. Francamente ci sentiamo un po’ meglio in questa
vigilia, dopo che il campionato, invece, almeno fino alla trasferta
di Milano ci aveva minato la salute, ci si sono torte le budella,
tanto che per andare avanti siamo già al quarto stomaco della
stagione, l’abomaso appunto, e come il lampredotto, il tifoso Viola
è stato cotto a lungo in acqua, anzi in brutte acque, con
cercipolla, disprezzemolo e sedano, ingredienti che sedano davvero il
tifoso fino a togliergli la passione. Finita la cottura però,
ecco la magia che sboccia in una Milano paninara sì, ma solo
di Timberland, e poi in quella Roma considerata città di
eternit dove ci siamo presi tre belle puntarelle scendendo in campo
tra l’altro senza nessuna puntarella di ruolo, insomma, i vari
Ibra e Totti ce li siamo messi dentro al “semmelle” e gli abbiamo
inzuppati nello stesso brodo di cottura nel quale si trova adesso a
decantare quell’altro brodo di Montolivo. Sale e pepe finalmente a
condire una stagione povera come è povero il cibo di strada,
come povero di attaccamento alla maglia è risultato chi ha
fatto la salsa verde con il Milan per prendersi tutta la salsa e
lasciare i suoi ex tifosi al verde. E poi olio piccante, che da dove
scriviamo è stato usato abbondantemente anche per condire
l’attesa di partite importanti e momenti difficili, per propiziare,
che abbiamo reso ancora più piccante con la rassegna di
attrici che ci hanno fatto il tirocinio con il peperoncinio che gli
usciva da tutti i porri, che ci hanno fatto diventare talpe, slavati,
lavati dopo, e salvati alla fine dalla conoscenza della tana, quella
libera tutti, ma dal bagno soprattutto. E non ci deve essere trippa
per quei quattro gatti di Bergamo, adesso è tutta roba nostra
quella rimasta sul piatto del campionato, fuori gli scarponi per fare
anche la scarpetta, e se piove che sia pure in inzimino, in umido
cioè, con verdure a foglia, ma senza quella bietola che da
quelle parti c’è cresciuta. Schermaglie a centrocampo con il
Lazzaro purgante romano in ascesa nei nostri cuori, e frattaglie a
più non posso, nel senso di metterci animella, cuore, polmone
e rognone, perché rognosi gli vogliamo, su ogni pallone,
perché se non si fosse capito “si vole” vincere anche a
Bergamo, allungare la striscia di risultati positivi, di vittorie,
per fare il tris poi con il Novara in casa. C’è voglia e
bisogno di straviziare, di godere, di rifarsi in qualche modo di una
stagione avara, e siccome qualcuno delle nostre parti, nell'inferno
di questa stagione ci ha detto “galeotto fu il libro e chi lo
scrisse”, noi, con l’essenza della cucina di strada fiorentina e
con la Fiorentina diciamo “galeotto fu il lampredotto a Bergamo”,
e già che siamo a parlare di bolliti, vorrei ricordare a
quella testina di Montolivo con passata, che a Firenze il panino con
il lampredotto ci piace con una faccia del pane inzuppata nel brodo,
che è cosa ben diversa da un brodo con la faccia inzeppata con
una passata, vincere domani quindi, e poi a chi non ci “vole”,
via andare, noi ci teniamo maglia e lampredotto, e a qualcun altro
forse, panchina e zafferano.
venerdì 27 aprile 2012
La dieta a punti persi
Nei
periodi di crisi bisognerebbe rivedere certi detti e abbandonare quelle
abitudini che incidono troppo sullo spread, plaudo questa volta all’iniziativa
di McDonald’s che ha lanciato per il mese di maggio il Mc Spread, un panino
vuoto che il cliente può riempire con i propri debiti, “più ne hai e più diventa
succulento” è lo slogan, perché venerdì pesce una sega con quello che costa, al
limite un più biodinamico venerdì piscia, che costa solo l'acqua dello scarico,
e allora sull’onda di una vittoria che riscalda ancora il cuore, senza andare a
smuovere troppo la sabbia per non intorbidire l’acqua limpida della felicità, e
visto che nella giornata della Roma liberata da un ventennio di ragnatele sul
due in schedina, avevo trasformato un chilo di vongole in uno spaghetto meno
gustoso solo della panna cotta di Lazzari, oggi voglio fare alcune
considerazioni sulla gestione della cucina. Prendo spunto un po’ anche dalle
dinamiche della giornata di ieri per staccarmi dall’argomento di cui parliamo
giornalmente, e parlare invece dello strumento che ci permette di farlo, un
consuntivo di questi mesi di blog che vorrei condividere con chi lo alimenta
giornalmente dandogli spessore e ragione di esistere, e anche con chi non
partecipa attivamente ma che comunque lo frequenta. L’altro ieri avevo dato qualche
numero per farvi partecipi e allo stesso tempo per pasturare alcuni di quei tonni
che passavano dal sitone per presentarsi puntuali alla mattanza, forse anche per
dare ragione a Capannelle quando parlava di stagione lacrime e sangue, e
infatti l’acqua si è subito tinta di rosso, per questo dicevo di rivedere in
tempi di crisi anche certi detti, visto che non è più così vero che dalle rape
non si possa cavare il sangue. Ma com’è la stagione del blog? Intanto devo dire
che ritengo molti di voi più adatti del sottoscritto a scrivere su Fi.it perché
lo frequentate con più cognizione di causa, con più competenza e soprattutto
non andate fuori tema come il sottoscritto, e il fatto che qualcuno di voi sia
andato via dal sitone e qualcun altro magari ci stia pensando, non mi fa affatto
piacere, perché Fi.it continua ad essere il nostro sito, con tutte le valutazioni
che si possono fare sul taglio editoriale dell’ultimo periodo, ma rappresenta
comunque il nostro punto di riferimento, che da voce e notizie, e del quale
sono ancora molto affezionato, e sul quale mi piacerebbe continuarvi a leggere,
per il mio modo di scrivere alla fine era anche abbastanza scontato che ne
fuoriuscissi. Mi è sembrato un percorso naturale, come quello appunto di
ritagliarmi uno spazio più consono alle mie caratteristiche, senza invadere uno
spazio che nasce più specificatamente per parlare di Fiorentina in maniera più attinente
di come lo faccia io. Questo per chiarire che non ci può essere
contrapposizione con il blog, come qualcuno sta provando a raccontare,
principalmente perché quello è un sito di notizie, che viene riempito continuamente
di contenuti da giornalisti, il blog ha in comune l'argomento Fiorentina e
qualche utente. Facendo un primo bilancio, devo dire che mi sto divertendo e
questo era l'obiettivo primario, visto che gestirlo è molto faticoso e che mi
costringe a sottrarre del tempo ad altro. E oggi mi piace pensare a questo
spazio come a un cortile all'ora della ricreazione, in modo che chi fuma possa
farlo, chi vuole fare come Gamberini e Montolivo non potrà che danneggiare al
massimo quello che gli sta a fianco, e in modo che se qualcuno ha voglia
di avanzare proposte, idee, correzioni,
miglioramenti o qualsiasi cosa serva a fare sentire un po’ più suo questo
spazio, sono qua ad ascoltarlo e solo ad ascoltarlo, perché tanto poi faccio
come mi pare. Quando parlavo di fatica nel riempire tutti i giorni il blog
pensando a cosa inventarmi, era compreso anche il fatto che spesso non riesco a
leggere quello che scrivete, delle volte perché non ho il tempo e delle altre
perché non ne ho voglia, ieri però mi è stato fatto presente che sono state
offese delle persone, me ne dispiaccio e mi scuso con gli interessati se questo
è successo, poi può succedere anche che qualcuno ritiene di essere stato offeso
e io di non pensarla alla stessa maniera, comunque basta farmelo presente, “clicca
qui per scrivere a Pollock” può essere utile per segnalarmi eventuali
situazioni sgradevoli, in modo che possa valutare se intervenire o meno.
Tornando a oggi invece, qualsiasi altro argomento è valido, anche fuori dal
blog, fuori dalla Fiorentina, anche se uno è stato buttato fuori di casa e lo
vuole raccontare rivolgendosi al mio gruppo di ascolto intitolato ad Alberto
Sordi, questo è il momento. Oggi è bomba libera tutti per intendersi, e allora
comincio io raccontandovi una mia grande intuizione, che mi ha permesso di
ideare una dieta per la prossima estate che sta avendo un grandissimo successo,
un uovo di quaglia insomma, una semplice intuizione che nasce dalla
consapevolezza di aver scoperto un elemento in natura capace di far perdere, e
su questo ho ideato una serie di videocassette per un allenamento specifico che
un po' si rifà al grande successo che ebbe Jane Fonda con l'aerobica, per far
si che alla persona interessata a iniziare
una dieta importante basterà scorrere le immagini della carriera di Montolivo appositamente
montate, per perdere, in questo caso peso, ma andrebbe bene anche a chi volesse
far perdere le proprie tracce ad Equitalia, oppure voglia far perdere le staffe
a qualcuno. Molte donne mi hanno voluto ringraziare personalmente, e non posso certo
raccontare come, riporto solo la testimonianza anonima della foto che mi ha
lasciato sul comodino una qualsiasi di queste, una che ha voluto far volare la
sua farfallina direttamente su una mia metafora, di quelle che hanno a che fare
con la prostata. Oh Tocca, du’ paroline sulla trasferta di Roma unn’è che ti
sono avanzate?
giovedì 26 aprile 2012
Palombella Rossi
E' una bellissima Fiorentina quella che è ripartita
dall'Isola Tiberina, dalla quale siamo venuti via con la cassa del tesoro piena
di quei tre punti di diamante da vent'anni naufraghi sul Tevere, dopo una
crociera fluviale che ci aveva visti partire dalla Pescaia di Santa Rosa con
una squadra talmente chiatta da farci schiattare di rabbia, imbarcando acqua
fino ai Navigli, dai quali, dopo essersi imbarcati finalmente a bordo di un più
consono bateau-mouche, abbiamo cominciato ad apprezzare finalmente anche il
lavoro di Big Babol Capannelle al quale dedicherei la copertina. Si, insomma,
anche se non proprio sulla Senna, almeno con una squadra che ha dimostrato un
certo senno calcistico, mentre fino ad allora sembrava essere senza capo e ne
coda, e così come ci aveva deluso prima di attraccare all'idroscalo, Delio ci è
piaciuto da lì fino a quando è passato sotto al ponte Milvio. Siamo sempre
nella Rive droite della classifica, però intanto abbiamo cenato navigando con
le luci della ribalta e con una bella pajata di gol, e poi tanto, tanto vino de
li castelli per festeggiare l'arrotato destro di Lazzari, che ha trasformato
l'asma per una vittoria che sembrava ormai sfuggita, in un'orgasma che ha
scacciato il fantasma della paura di retrocedere. Da sottolineare come Jovetic sia
sia davvero ben integrato nel nostro calcio e paese, perché anche pur non sentendo
sua la celebrazione del 25 aprile, ha comunque voluto quantomeno aprire la
discussione sulla crisi della sinistra dopo che di testa ha proiettato
sull'Olimpico una “Palombella Rossi”. E oggi mi sentirei di sponsorizzare la
riconferma di Delio per ricominciare a pensare a una Fiorentina finalmente di
tutti, anche se un po' temo quelle sue doti di sciamano nel riuscire a
procurare rovesci, ma se la squadra si confermerà questa fino alla fine, magari
chiudendo intorno ai 50 punti e andando sulla Rive gauche della classifica,
quella conferma se la sarebbe pure meritata, come non se la meritava invece per
quanto fatto fino a Milano. Se vogliamo tirare fuori del buono da questo
campionato, bisogna cercare di dimenticare le doti da rabdomante di Capannelle,
e riconoscergli intanto il merito di aver avuto ragione su Lazzari, di aver
finalmente dato una identità interessante alla squadra, e tra una ciccingomma e
l'altra di averci tolto un po’ di amaro in bocca per la disfatta interna con la
Juve e non solo, attraverso vittorie prestigiose, ma soprattutto di aver messo
in vetrina la coppia Nastasic – Camporese che ha potenzialità illimitate, con
De Silvestri in rampa di lancio, Kharja che ci tranquillizza per
l'apprezzamento che avevamo esternato quando fu acquistato, riuscendo poi a
gestire la patata bollente Cerci, ripresentandocelo come un giocatore che ha
subito riacceso la fantasia, viene da pensare se adesso non si a il caso di
sbucciarla quella patata per capire meglio se scommetterci anche per la
prossima stagione. E per dare un qualche senso a questo campionato proverei a
vincere le rimanenti quattro partite in modo da immagazzinare l’entusiasmo che
ci servirà per lavorare, speriamo in un ambiente finalmente coeso, e devo dire anche
con un certo orgoglio, che da questo avamposto del tifo ce l'abbiamo messa
tutta nel pensare positivo, cercando di stemperare le polemiche e i mal di
pancia della piazza, in maniera costruttiva, fino a pronosticare quello che
sembrava impossibile, e forse anche per questo che delle vittorie di Milano e
di Roma ci vogliamo prendere pure qualche merito, anche solo per averci creduto
e per aver combattuto il disfattismo dilagante. E il popolo Viola gode anche
nel vedere il ritorno alle soddisfazioni coincidere con l’assenza di Vargas,
Gamberini, che però ha solo la colpa di essere in una fase calante della sua
carriera, ma soprattutto per la mancanza di Montolivo, che ne raddoppia la felicità,
perché la sensazione è che quelle vittorie continuino a marchiarne
negativamente l’addio. Già impazza la discussione se sia o meno una coincidenza
quella della fioritura della squadra, se sia o no lui il pesticida, oppure solo
un frutto della casualità, a me piace pensare che l’uomo di Caravaggio porti la
sua casualità a Milano, che infatti da quando sono uscite le notizie sul suo
contratto rossonero, il Milan ha perso il primo posto in campionato ed è uscito
dalla Champion. A Firenze ci piace una cucina abbastanza robusta, dai sapori
decisi che non legano con quella slavata del suo essere il “Merisi e bisi” del
calcio italiano, e visto che a Milano un po’ se ne intendono di risotti e il tempo
è galantuomo, vedremo se il suo sarà un piatto gradito alla Scala del calcio o se
sarà messo nel sotto scala dentro alla ciotola del cane.
mercoledì 25 aprile 2012
Festa della Liber-azione di rimessa
E'
un venticinque aprile di quelli che più venticinque di così
non si può, coerente, e il “tre aprilante quaranta dì
durante” non c'entra niente anche se piove, e anche se il tre è
da sempre numero di terzini sinistri, un ruolo questo dove
effettivamente piovono assenze. A Roma con Romulo verrebbe da
pensare, ma siccome la data è di quelle importanti, viene da
pensare soprattutto a come un partigiano della panchina, di quelli
Rossi davvero come Delio, abbia voluto onorare la celebrazione
dell'annuncio dei convocati alla manifestazione di Roma con così
tanta e sentita partecipazione, fedele e conseguente congruenza di
intenti. Ci aspetta una partita difficile da sempre, contro una
squadra che pratica un gioco per vie centrali che soffriamo
tremendamente, almeno fino al venticinque aprile, quelle vie che non
essendo propriamente via Margutta e via del Corso non dovranno dare
corso allo shopping degli attaccanti, tra i quali c'è un
Osvaldo che a Roma ha finalmente dimostrato di essere anche un
giocatore intelligente, perché vista l'amara esperienza di
Sinisa a Firenze in sala stampa, ha comprato gli occhiali di Arisa in
modo da essere sicuro che non glieli rubi nessuno. Ma parlavamo della
sensazione netta di poter finalmente sventolare le bandiere della
liberazione, le stesse che agitò anche il Gila una volta
liberato dal buio di Campo di Marte, una volta riaccesa la lampadina
su un contratto di cinque anni che a Firenze invece non avrebbe visto
neanche con il binocolo, città che gli aveva garantito solo
l'usufrutto della maglia fino alla fine della partita, e non come a
Genova che fanno le cose sul serio, dove uno può credere
finalmente in un progetto serio, ma talmente serio però che
non ti puoi dimenticare di pagare la rata del leasing per la
maglietta che passa subito quell'ufficiale giudiziario di Marco Rossi
a ritirartela. Se c'è un giocatore della Fiorentina dal PH
neutro, quello per me è proprio Montolivo, perché ho
sempre reputato la sua scelta legittima, come quella della società
di lasciare la decisione all'allenatore se utilizzarlo o meno, va da
se però, che vedere la fiorentina finalmente liberata dalla
sua presenza, e non tanto dalla cifra tecnica, ma da quello che ha
rappresentato il suo rifiuto verso la maglia, mi fa piacere, e oggi
speriamo di festeggiarlo con l'ennesimo risultato positivo in sua
assenza. Spero di rivedere una squadra pronta e cattiva nella pratica
del gioco di rimessa, e allora giochi chi giochi, ma non insieme a
chi ha manfrinato anche sui sentimenti dei tifosi, spero solo che
Montolivo non giochi più in modo da lasciargli addosso il
marchio professionalmente scomodo dell'accantonamento nel momento del
bisogno della sua squadra, tanto, luce, contratto, progetto serio e
maglia nuova l'ha già trovata, come Gilardino del resto, e poi
sarà la storia a dire se saranno più le volte che se la
mette o quelle che se la leva.
martedì 24 aprile 2012
Platini o Platinette
Firenze
è città di contrasti forti, quelli che a Siena chiamano
panforti, divisioni che sono politiche, cromatiche, di qua e
Diladdarno, sale e pepe, quello che a Siena chiamano panpepato,
divergenze gastronomiche anche nella comunità gay tra chi
preferisce l'ossobuco e chi il buco con la menta intorno, ed è
normale poi assistere anche a intemperanze gastroenteriche quando si
tratta di vomitarsi addosso di tutto, anche fosse solo per rimarcare
la sottile differenza che c’è tra il conato di vomito e il
cognato del Romito. Quindi non solo nella sua espressione politica
più conosciuta, tra le due fazioni opposte che sostenevano,
una l’imperatore Adriano in prestito dall’Inter, e l'altra il
Papa Waigo visto nella vittoria con la Juve, Gufi e Bighelloni usati
da sempre nei mille rivoli del disaccordo, e dai rivoli del Vivoli ai
tavoli del Badiani per la palma del gelato più buono. Ma anche
per raccontare il caratteraccio burbero di questi berberi, che sono
metafora di uomini liberi in contrasto con chi è sposato, con
le tragiche partite anni 80 tra scapoli e ammogliati, tra gli
ammaliati nel vedere due scapole e chi invece tromba con più
continuità. Diciamo che questa storia dei Gelsi e dei
Gamberini è abusata ormai più di una donna non
consenziente, usata in tutte le posizioni e salse, ma anche senza
sughi, in bianco come quando uno non è ben disposto al
litigio, costretto a un risotto a trentasei denti invece di una
collerica bestemmia, che a Firenze poi non è nemmeno tutto
questo gran peccato, di quelli per intendersi che in Purgatorio
levano cinque punti da una penitente, perché il nostro è
solo un intercalare, e con questo alibi disabile si tenta d'inculare
chi ti fa notare che invece non sta tanto bene, ma notare invece fa
bene e per questo che la gente fa noto libero, proprio perché
se è libero tutto è permesso, anche l'intercalare a
dorso nudo. Come chi si skanna tra una canna e la musica ska
sostenendo che Vincenzo si chiama Guerini, e chi abituato invece a
bere da sempre whisky doppi mentre fa il doppio gioco con una misera
doppia coppia insiste nel chiamarlo Guerrini, come anche Battistutta
con la stessa arroganza di quando posteggia il suv sul marciapiede.
Ma se è vero che il contrasto è anche e soprattutto
cromatico come quello dei marmi rinascimentali, in città non
ci può essere contrasto per l’unico colore amato che è
Viola a tinta unita, che non evita però agli abitanti di via
Guelfa e a quelli di via Ghibellina di avere contrasti forti come
quelli di Behrami, quando devono affrontarle le squadre strisciate, e
se facciamo un viaggio nella cromoterapia capiremo meglio come ce la
siamo cavata quest’anno contro le bicolorate, e cercare così
di leggere tra le righe se il giallorosso prossimo venturo sarà
un colore da temere oppure no. Vediamo che con i nerazzurri non è
stata una tragedia, con i rossoneri ce la siamo cavata alla grande,
il giallo con il rosso invece, a Firenze si è diviso tra la
Roma e il Lecce dove abbiamo vinto e perso, e per domani visto che
siamo a campo invertito prevedo un risultato omosessuale, con la Roma
a 90 gradi, in modo da stingergli i colori, e parlando di buchi, di
portare via l’intero bucato dopo averli stesi con il gioco di
rimessa, tattica con la quale finora non ci abbiamo mai rimesso. Ma
il dramma vero sembra essere quello con il bianco e nero, da sempre
simbolo del contrasto e del colore poco digeribile da queste parti,
quest’anno addirittura con un melodramma, che si è
estrinsecato come direbbe quel monocromo di Delio, senza neanche
Melo, così che alla fine ci è rimato solo il dramma di
una sconfitta storica. Ma siamo sicuri però che il bianco e
nero sia veramente così deprecabile, così schifoso, e
mi viene in mente la tastiera del pianoforte dalla quale far
rinascere tutte le volte i notturni di Chopin, e allora vi chiedo e
non mi chiedo, visto che io la conosco già la mia risposta, ma
il bianco e il nero della foto qui sopra, sono un qualcosa che
avvinghiato alla vostra fobia per quel contrasto vi farebbe poi così
tanto schifo? E non voglio credere che direste alle signorine di non
potervi coricare con loro per un intero notturno di Chopin a causa di
un fastidioso mal di testa dovuto a quell’accostamento di colore
troppo violento per via della vostra risaputa e orgogliosa
sensibilità oftalmica, un'allergia oculistica a quel contrasto
netto della cromia di pelli in antitesi che vi rende così
tanto fieri fino a generare in voi incubi dalle sembianze di
Platini, perché altrimenti o siete gobbi o Platinette.
lunedì 23 aprile 2012
Capra sopra e sotto la panca
Con la storia della coperta troppo corta,
Delio decide di scoprire i piedi a Montolivo e Gamberini, di fatto indebolendo
la panchina, grande merito quindi per il coraggio e per essere riuscito a
presentare una squadra convincente pur senza punte e con i capitani cureggiosi
stoccati nel fallimento della stagione insieme alla merce di quello della Sasch
a Capalle, e mai posto fu più appropriato e fusion, in grado cioè di fondere in
una parola sola il frantumamento dell’intero nostro apparato genitale nel
vederli giocare. Personalità, atteggiamento e spirito giusto, mastica oggi che
ti mastica domani ,Delio, tradito dai senatori e dalla sua idea tremebonda di
affidare a loro le speranze di salvezza, ci mostra finalmente il manifesto del
futurismo difensivo con il vernissage della miglior giovane coppia messa in
mostra in tutta la serie A, roba da stropicciarsi gli occhi, in una stagione
dove per lunghi tratti ci si è dovuti invece tappare anche il naso, e poi togliendo
la borraccina della demontivazione dallo scafo di una barca che ormai stava
colando a picco. Su Montolivo c'è un grosso equivoco di fondo tra chi valuta le
sue qualità e il rendimento passato, e chi invece si limita com'è giusto che
sia, al rendimento di questo, lui, Vargas e Gamberini sono giocatori che per
motivi diversi è giusto che si accomodino un po’anche sopra la capra, e non
sembra che la squadra alla fine ne soffra più di tanto, l'unica che sembra invece
soffrirne di più è la capra quando uno dei due uno sgancia e quell'altro se la ride.
Adesso Delio dovrà fare turn over e probabilmente è probabile che qualcuno di
loro torni a giocare, ma la sensazione nel vedere la Fiorentina fare buone
partite senza avvalersi delle loro prostrazioni, ha il sapore della goduriosa rivincita
specie nei confronti di chi quella maglia ha deciso di sfilarsela, e francamente
ci era sembrato eccessivo da parte di Delio costringerlo a rimettersela tutte
le domeniche. Perché alla fine il centrocampo sembra ben assortito, e
soprattutto più convinto della sua nuova mission, grazie all’accantonamento
della presunzione nel voler imporre gioco, a favore di un atteggiamento più
umile, messe in panchina veroniche e passata, sembra essere passata anche la
paura, e poi là davanti tanto di cappello anche a chi ha fatto la cappella di
sbagliare il rigore, ma che ha avuto comunque il coraggio di tirarlo in assenza
del rigorista, e finalmente tanto di cappello anche a chi lo ha applaudito,
perché gli attaccanti assunti a progetto per rappresentare l'attacco della
Fiorentina in un fine settimana dove era stata pronosticata la fine della
Fiorentina, hanno tenuto in apprensione la difesa dell'Inter per tutta la
partita, con Cerci smagliante anche fisicamente che pone adesso l'interrogativo
se con il rientro di Amauri e JoJo sia doveroso o meno rinnovargli quel
contratto a progetto anche per mercoledì. E questa ultima Fiorentina pone anche
un altro interrogativo, se sia veramente tutto sbagliato il lavoro di Corvino,
oppure quanto visto fino a un mese fa non sia più colpa di circostanze negative
dovute a fattori diversi da quelli meramente tecnici, perché il clima adesso è
finalmente cambiato anche nel tifo, e questo è servito a ritrovare uno spirito
di corpo, il rammarico continua a essere quello di lasciare sempre troppi punti
per strada, una guarnizione difettosa che Delio non è riuscito a sostituire e
che non ci permette ancora di raggiungere la quota salvezza e quindi di
cominciare a pensare alla prossima stagione con rinnovato slancio, proprio in
virtù dell’entusiasmo nel vedere in campo i giovani talenti che altro non sono
che il trailer del nostro futuro. A proposito del quale quello che si è visto a
Genova dovrebbe far riflettere, i tifosi nel aver fatto guerra a una proprietà seria
come la nostra, sana e solida, senza la preventiva protezione di un’alternativa
con serbatoio adeguato, con il rischio di contrarre infezioni pericolose, e autolesionismo
per autolesionismo, ai giocatori che si sfilano la maglia Viola con troppa
facilità, per poi ritrovarsi una domenica pomeriggio di Aprile in mezzo a un
campo solo con la canottiera.
domenica 22 aprile 2012
Vincere è norma edwigente
Una
bene e una male significa che oggi sta a quella bene, poggio e buca
fa pari come Poggi e buchi sarebbe invece un bel Cansino, e
potrebbero essere proprio loro, la Daniela e la Tini, i fondo schiena
propiziatori per mostrare forse definitivamente la schiena al fondo
della classifica. A pensarci bene però oggi è parecchio
dura, perché sembriamo davvero nel cosiddetto vicolo cieco,
visto che per vedere una qualche vittoria insperata ci siamo giocati
già parecchi jolly, e per riuscire a vedere qualcosa in un
vicolo cieco ci vorrebbero dei begli occhiali spessi come culi di
bicchiere o di Cassini appunto, o inserire nella forassite che ospita
il nostro impianto di gioco, anche una bella Guida che ci porti alla
Gloria di un'altra vittoria di prestigio. Già dato però,
e mi sembra che la Poggi e la Cansino non siano sufficienti per
ritirare su gli attributi di una squadra senza punte, testa e
testosterone, l'unico e ultimo disperato tentativo che ci è
rimasto, non è tanto quello di far scendere in campo Cerci,
cioè anche quello, ma solo se coadiuvato dal bagno
purificatore dalla sfiga della vera regina, anzi dalla doccia che ci
permette così di ammirarla in tutto il suo splendore, quando
ancora cioè Montezemolo pensava a lei e non a Italo. Si sa il
mondo cambia, le mode pure e i gusti non se ne parla nemmeno, a me
piace ricordarla così, sperando che Cerci faccia il Pierino e
che a Montolivo gli si drizzi almeno il tiro e trovi finalmente la
porta, smettendo una buona volta di stare lì sempre a guardare
il gol dal buco della serratura. E' vero anche che con lei sarebbe
più adatto un Semioli invece di un Cerci, perché con
Pippo Franco c'è sempre stata una certa affinità in
scena, però anche Alessio ha una buona dose di faccia a culo e
chissà mai, ma sì, facciamoci pure questo bel film in
tutti i sensi, doppi sensi compresi, e compresa anche la vittoria,
che più è difficile e meglio sarà visto che la
strada per la salvezza è ancora lunga proprio come la coscia
di Giovannona, e allora è bene che la fantasia corra, vada
pure lì, alla coscia e alla vittoria, e vista l'ora non si
butterebbe via neanche Vittoria Mezzogiorno. Vogliamo una squadra
senza tante seghe mentali, per quelle abbiamo già
abbondantemente dato, perché i tre punti sarebbero davvero
Vitali al netto da Alvaro sempre pronto a sbirciare da tutti i buchi
possibili, e non vorremmo mai che poi risultasse un osservatore di
Stramaccioni mandato a spiare gli schemi di Delio, e non più i
fondoschemi da Dio come faceva una volta. Ma poi non c'è
neanche tutto questo gran tempo di fare tanti scongiuri che è
già comincia la partita, e infatti non so nemmeno perché
scrivo, e così non vorrei aver bruciato l'Edwige, ma alla
Fenech non abbiamo più niente da perdere e quindi è
bene tentarle tutte, c'è un solo grande problema, perché
se davvero la dovessimo vincere e qualcuno pensasse di riconoscere un
qualche merito propiziatorio a questa deriva pecoreccia del blog, il
problema sarebbe per il post successivo, perché bene o male ce
le siamo giocate quasi tutte, forse c'è rimasta la Giorgi ma
lì il problema sarebbe quel Bruno che potrebbe innescare la
commedia degli equivoci, e a ricordare la sua esperienza sulla
panchina Viola anche quella degli orrori, e poi quella Lory Del Santo
che però sarebbe un richiamo troppo forte a Prandelli. Potremo
fare un salto nel presente, abbandonare le nostalgie adolescenziali,
e sostituire una coppia datata come quella Montezemolo-Fenech
proponendo la freschezza di quella attualissima Montolivo-De Pin,
così prima della partita con la Roma vi schiaffo una bella
foto di Celeste sotto la doccia.
sabato 21 aprile 2012
Proni al pronostico
Il
quadro psicologico della stagione sta tutto nella sua cornice di
pubblico, e parlare di una squadra svuotata sarebbe scontato come una
considerazione presa dagli scaffali di un discount, parlerei
piuttosto di un sotto vuoto, ma come tecnica di conservazione e non
tanto come problematica derivante dallo svuotamento dello stadio,
conservazione poi nel senso di mantenimento della proiezione
disattesa. Concetto questo che sembra un po' contorto solo per
difetto di esposizione, per una patologica ricerca dell’arabesco
fine a se stesso, ma che in realtà è di una semplicità
imbarazzante, ovvero, la Fiorentina quest'anno ha saputo dimostrare
solo di non essere mai stata in grado di confermare i propositi della
vigilia. La squadra non è mai riuscita cioè a
confermare una prestazione positiva e il risultato che da essa ne era
derivato, disattendendo sistematicamente la speranza e il pronostico
nella partita successiva, dimostrando così quel lato
maledettamente snob del non voler onorare degnamente le sensazioni
positive della vigilia. La nostra è a tutti gli effetti una
forma di indolenza verso tutto ciò che i tifosi si aspettano
dalla squadra, per tutto quello che rientra nel pronostico, dalla
superiorità tecnica al fattore campo, fino alla favorevole
condizione psicologica maturata in quel preciso momento storico, come
per esempio dopo la vittoriosa trasferta di Milano, ebbene si, tutte
le partite della cosiddetta conferma le abbiamo fallite. Perché
se è vero che la squadra snob rifugge sdegnosa alla
consuetudine, rifiutando con tutte le forze il ménage a due
con quello scontato di un pronostico senza sorprese, è vero
anche che in tutto ciò non c'è solo un atteggiamento,
ma anche la patologica indolenza di chi non riesce caratterialmente
a confermare le attese, due anime queste che sono presenti nella
nostra Fiorentina, tanto che se a Roma dicono “all'anima de li
mortacci tua” a Firenze si dice “all'anime di qui' morto di
Montolivo”. Ma è anche deliziosamente vero che entrambe sono
propense poi a sorprendere, e cioè a stupire attraverso la
meraviglia delle vittorie inaspettate proprio nelle partite dove
invece il risultato è scontato nella sua strapronosticata
sconfitta. Ed eccoci allora alla partita di domani, per fortuna, di
quelle che rientrano appunto tra le perse o quasi, come lo furono
anche Genova e Parma, senza uno straccio di una punta e con in più
quel Montolivo in campo che sembrava fosse stato espropriato della
titolarità, come la filiale argentina della compagnia
petrolifera spagnola Repsol, con la differenza che quella di Riccardo
in campo è una compagnia soporifera, ed era stato quindi
deciso di nazionalizzarlo in tribuna per sedare gli spettatori più
abbienti in caso di cattivo risultato, avviando così la
procedura per la prima eutanasia di gruppo in ambito calcistico, e
poi invece si è deciso in extremis di inserirlo a seguito
della moria degli uomini gol e quindi nel tentativo di addormentare
Lucio e Samuel attaccandogli l'apatia come succede con lo sbadiglio,
per cercare in qualche modo di facilitare quelli che proprio punte
non sono, chissà se la mossa della disperazione catatonica
porterà al risultato desiderato, quello che è
importante comunque è che sembra essere proprio una di quelle
partite senza nessuna speranza, e alla fine sono queste le notizie
che devono riempire di gioia l’animo del tifoso Viola, quello più
avvezzo almeno, che intravede nel mulinare scomposto di un Cerci
voglioso di assestare pedate vincenti, una sorta di eroe ciociaro che
ci consegna la salvezza su un piatto anche se non proprio d’argento,
almeno fondo, un piatto tipico delle sue zone, e da un carbonaro
della ragione qual'è, cosa meglio di un bello spaghetto alla
carbonara con tanto, tanto pepe, quello appunto che abbondantemente
versato su un campionato altrimenti poco speziato, ci ha fatto
prendere proprio un bello spaghetto. Siamo nelle mani di Dio,
speriamo solo che dopo il gol di Cerci non applauda.
Iscriviti a:
Post (Atom)