La cucina oggi rimane chiusa, e mentre ci spurghiamo come delle lumache, vi parlo di un mio colpo di fulmine, tale e quale, a quello di qualche anno fa, quando dalla Maratona mi innamorai della Fiorentina guardando la maglia Viola numero nove indossata da Sergio Clerici. Raymond Queneau, un colpo di fulmine che cercherò di far diventare un modo per interagire, con chi ne ha voglia, ovviamente. Queneau scrive un libro fantastico “ Esercizi di stile” che altro non è che un episodio di vita quotidiana di sconcertante banalità, e novantanove variazioni sul tema in cui la storia viene ridetta giocando con sostituzioni lessicali, frantumando la sintassi, permutando l'ordine delle lettere alfabetiche, mettendo alla prova tutte le figure retoriche (dall'epico al drammatico, dal racconto gotico alla lirica giapponese). Vi trascrivo il testo e qualche variazione, e allo stesso tempo adatto il testo in chiave Viola. Aspettando le vostre varianti, e così potremo farlo anche noi il libro, che intitoleremo “ Esercizi di stalla”.
Testo originale
“Sulla S, in un ora di traffico. Un tipo di circa ventisei anni, cappello floscio con una cordicella al posto del nastro, collo troppo lungo, come se glielo avessero tirato. La gente scende. Il tizio in questione si arrabbia con un vicino. Gli rimprovera di spingerlo ogni volta che passa qualcuno. Tono lamentoso con pretese di cattiveria. Non appena vede un posto libero, vi si butta. Due ore più tardi lo incontro alla Cour de Rome, davanti alla Gare Saint-Lazare. E' con un amico che gli dice: “ Dovresti far mettere un bottone in più al soprabito”. Gli fa vedere dove (alla sciancratura) e perché”.
E due varianti originali (le più corte)
Litoti
“Non s'era in pochi a spostarci. Un tale, al di qua della maturità, e che non sembrava un mostro d'intelligenza, borbottò per un poco con un signore che a lato si sarebbe comportato in modo improprio. Poi si astenne e rinunciò a restar in piedi. Non fu certo il giorno dopo che mi avvenne di rivederlo: non era solo e si occupava di moda”.
Metaforicamente
“Nel cuore del giorno, gettato in un mucchio di sardine passeggere d'un coleottero dalla grossa corazza biancastra, un pollastro dal gran collo spiumato, di colpo arringò la più placida di quelle, e il suo linguaggio si librò nell'aria, umido di protesta. Poi attirato da un vuoto, il volatile vi si precipitò. In un triste deserto urbano lo rividi il giorno stesso, che si faceva smoccicar l'arroganza da un qualunque bottone”.
La versione Viola sulla quale lavorare
Sulla Cayenne, senza neanche traffico. Un giocatore Viola di circa ventinove anni, capello floscio con la passata di Montolivo al posto del nastro, fisico troppo grasso, come se l'avessero gonfiato. La macchina si ribalta. Vargas da la colpa al cugino. Gli rimprovera di aver spinto troppo sul acceleratore. Tono peruviano, con pretese che gli si creda anche. Non appena vede una bottiglia di birra, vi si butta. Due ore più tardi lo incontro al Mc Donald's, davanti alla stazione di Santa Maria Novella. E' con Kharja tornato da Milano in treno che gli dice: “Dovresti usare un po di più il destro”. Gli fa vedere, imitandolo, dove colpire la palla e perché.
Ieri ho ricevuto due regali particolarmente graditi, il mio primo Borsalino, non il classico, ma una versione da giocatore di polo, ganzissima, e che devo citare previo rimozione coatta da tutte le attività sessuali di famiglia. E il mio nuovo Moleskine, rosso, nel cui apposito spazio riservato, ho fissato la ricompensa in caso di smarrimento: un panino con il lampredotto. Chi non ha voglia di scrivere il libro potrà ripiegare sui regali.