Il Gila è triste, le sue stagioni del declino fiorentino ricordano sempre di più il film di Vittorio De Sica, così tanto, che ha ormai mercato solo al Carnevale di Viareggio come Pierrot. Il giocatore infatti, ha già preso accordi con il body artist di Vargas, per farsi tatuare una lacrima permanente sotto l’occhio. Come permanenti del resto rimangono i suoi lunghi digiuni al gol e al sorriso, intervallati di tanto in tanto da brodini vegetali tiepidi. Perché lui, a differenza di Pannella, i digiuni li fa sul serio, e lo sappiamo bene noi tifosi che lo vediamo in campo smunto come Fassino. Nell’ambiente si vocifera che l’intermittenza al gol sia dovuta a Equitalia, che gli avrebbe rateizzato il bottino dei gol nell’ambito della manovra Monti, e per questo, anche l’esultanza gli rimane strozzata come un ernia. Sta di fatto, che adesso è chiaro come mai volesse fuggire nel paradiso fiscale di Genova, lo stesso nel quale ha cercato di scappare invano anche Cristiano Doni passando dal garage. E da dove, una volta depositate le proprie frustrazioni, se ne è andato Alberto Malesani. Tornando a noi, sembra però che il fenomeno sia molto più ampio e riguardi in generale tutti gli uomini di Prandelli. Marchionni sembra allenarsi alle Malvinas, Felipe, dopo aver cambiato diciotto cognomi, è tornato ad essere un anonimo, Frey si è dato al tennis, e a Napoli ha esordito sull’erba dove sempre più spesso si sdraia a raccattare la palla nella rete. Poi ci sono Santana e Donadel, acquistati da De Laurentis come comparse per il cinepanettone, mentre Mutu e Comotto contribuiscono alla retrocessione del Cesena in campo, e alla retrocessione del rating finanziario del presidente Campedelli che paga gli stipendi. Infine Vargas, che da quando ha perso le pasticchine della mamma di Mutu, ingrassa come il fegato dell’oca destinato al foie gras. I Maya avevano previsto la fine del mondo, ma non la maledizione del faraone Prandelli, faraone nel senso di maschio delle faraone che girano felici nella campagna di Orzinuovi. Sinisa ha già scontato questa maledizione, mentre Rossi, dopo la maledizione di Zamparini non ha più paura di nessuno.