Girano strane voci in città, si dice di tifosi che vorrebbero Balotelli al posto di Mario Gomez, e a me piacciono le persone che hanno gusti diversi dai miei. Mi son sempre piaciute, soprattutto quando c'è poco gelato. E’ bello sapere di Balotelli nella settimana dei primi acquisti, nella giornata della convocazione di Salah, tema tra l’altro a me molto caro quello di certe clausole. Tutta colpa di quel maledetto contratto, ed è già la seconda volta che ci rimango scottato, ricordo ancora l’ultima volta che Valdemaro mi disse: "Leggo queste condizioni contrattuali prima di accettarle e arrivo". E’ così che ho perso il mio migliore amico che non esce di casa dal '87. Mi servirebbe una macchina del tempo per dare quattro schiaffi a Salah da piccolo. Intanto nei giorni del niente assoluto, delle notizie a casaccio dilagano i commenti delle checche isteriche, che mi ricordano tanto quando mio nonno rispondeva al buongiorno dell'annunciatrice Rai. In questi vuoti di mercato la checca isterica si esalta, ed è come quando c’è scritto spingere e continua a tirare. E un po’ lo sono anch’io, soprattutto quando penso a Moena, perché a me non dispiacerebbe nemmeno la montagna rispetto al mare, solo che si vedono meno topless. C’è chi ama guardare Lei sulle Dolomiti, con la felpa e l’ombrello, io invece amo il modo in cui Lei si fa guardare al mare, e per Lei intendo il piatto di linguine all'astice. A chi pensa invece alla formulazione dei referendum, che siano quelli greci o quelli su Balotelli, suggerisco la prossima volta di prevedere anche il "forse". Mentre su Mario Balotelli la città dimostra ancora una volta la sua anima razzista, diciamoci la verità, siamo un popolo d’intolleranti noi fiorentini, abbiamo fatto guerra alla rosetta con la mortadella pur di affermare l’egemonia del lampredotto, a Firenze è sempre stato difficile integrarsi per i diversi dall’abomaso. L’altro giorno in Santo Spirito ho raccolto lo sfogo di una bella persona ma con evidenti problemi di ambientamento, peggio ancora di Jakovennko insomma. Mi ha detto “Te ritrovi co: un pasato da combatere, un presente da vivere e un futuro da costruire insieme. In più devo trovara tempo pe rubare". Mettici poi che la gente li chiama zingari. E mentre voi intanto capite come evolvono certi scambi di mercato, come si dipana la vicenda Salah, se arrivano Sepe e Walace, io cerco di capire bene il messaggio subliminale delle foto mentre mangiano le fragole. Non credo sia “La frutta fa bene”.