Oggi parliamo un po’ del blog, soprattutto parliamo degli argomenti con i quali giornalmente apparecchiate la tavola rendendola varia anche se non sempre equilibrata. Le discussioni prendono direzioni a volte imprevedibili, altre invece sono scontate come la merce in saldo. Ci sono picchi di creatività e fantasia accompagnati da sbalzi depressivi degni dello snaturato Delfino, addestrato cioè come se fosse un piccione viaggiatore. Momenti nei quali si annidano sacche di stanca argomentativa, una sorta di risacca di pensiero che lambisce le coste di questa terra di passione. Ognuno arricchisce la tela sulla quale scarabocchio certe mie idee strampalate, con un apporto cromatico che solitamente regala un risultato d’insieme molto piacevole. C’è chi viene concettualmente dalla scuola cosiddetta “Lacustre”, quella che esprime più di tutti la sua vivacità creativa con monocromi limacciosi. L’interprete massimo è “l’elvetico” che si esalta soprattutto con l’uso del bianco, una scelta espressiva precisa che tende a renderlo volutamente di difficile comprensione, una scuola di pensiero che infratta la propria logica attraverso il colore bianco del foglio. Oppure quando si usa la ripetitività ossessiva di chi dalla scuola dei lacustri e del monocromo sfocia nel post-ljajicismo, nel senso che il manifesto di questa corrente si esprime con post che parlano di Ljajic in maniera ossessiva. Io che amo Renato Guttuso e la Vucciria in particolar modo, so che mi devo scontrare proprio con il movimento dei lacustri perché pensano che il mio realismo sia riferito all’esaltazione della marcatura stretta di cui fu grande maestro Rino Gattuso. Ecco, quello che voglio dire è che il bello di questo blog è proprio la commistione tra chi vede bianco e chi vede nero, tra chi vede nero quando invece è bianco e per questo viene accusato di essere bianconero. C’è chi ha una visione cubista del calcio e così vede Gomez come un problema e lo dipinge con tre occhi e poi firma le sue trame di pensiero non più con il proprio nome ma con il 433, che è una sigla che sta ad indicare l’importanza dei contenuti di quel pensiero piuttosto che l’identificazione dell’autore. Ovvero, è meglio che certe cazzate non siano firmate per non essere rincorsi. C’è poi chi è più gestuale, ancora più feroce di un taglio di Fontana, e più ancora della gestualità di Vedova, poi c’è chi è ancora vedova di Prandelli. C’è comunque chi usa una certa volgarità espressiva accentuata per rendere comune il suo linguaggio e metterlo così a disposizione di tutti i ceti sociali, mandare affanculo o cacare in un barattolo può assumere il significato di merda d’autore come ha già fatto Manzoni, confezionando delle stronzate di teorie da rendere comunque fruibili anche in grande distribuzione. So benissimo che ci sono scuole di pensiero antitetiche, però di fondo c’è in comune la passione per il Viola che è pur sempre il colore primario nella tavolozza della nostra vita, ci scorniamo oppure dipingiamo a quattro mani tele che c’impegnano per settimane intere, astrattismo, espressionismo, miopismo come quello di chi cerca un supporto aggrappandosi alle citazioni di Cosmi come se fossero quegli occhiali per leggere da vicino che si comprano dal tabaccaio. Personalmente pratico il surrealismo che utilizzo per mascherare la mancanza di competenza, non a caso il mio maestro preferito è Dalì perché capisco poco e da lì ormai non mi muovo più. C’è chi invece a differenza mia usa la metafisica dipingendo partite irreali volendosi rifare alla scuola di Carlo Carrà e non si accorge di essere più vicino invece a quella di Raffaella Carrà. A proposito della scarsa capacità di lettura degli eventi, che siano calcio o più in generale momenti nei quali occorre capacità di analisi per dimostrarsi adeguato alla situazione, mi vengono in mente due versiliesi che si sono trasferiti in San Frediano negli anni 50, entrarono nella Forestale non si sa come, sicuramente senza nessuna competenza specifica, forse non avevano visto nessun albero diverso da quelli che si trovano nel primo tratto del viale dei Colli. Insomma, ricordo che andai a cercare i funghi al Bobolino, ma appena entrato nel bosco, anche se bosco è una parola grossa, diciamo radura, no via, è dura anche dire radura, diciamo che il Guarguaglini e il Falciani con la loro bella divisa mi fermarono non appena entrai dentro a un cespuglio. Mi chiesero di mostrargli l’apposito tesserino, che io chiaramente non avevo, essendo però figlio di buona donna me la cavai mostrandogli la licenza di pesca. Gli agenti mi lasciarono andare ma si raccomandarono che non raccogliessi più di venticinque triglie. Oggi sono io a raraccomandarvi di non scambiare Cuadrado per un attaccante.
Poeta, forse involontariamente hai dato una curiosa dimostrazione del realismo contenuto nel capolavoro di Guttuso: la signora in basso a destra che lo ammira sembra che ne faccia parte.
RispondiEliminaAllego un altro capolavoro, che rappresenta non solo un fatto ma soprattutto un'epoca che non rinnego ma che nello stesso tempo non rimpiango, dedicandolo a Gonfia con l'orgoglio di aver conosciuto di persona quasi tutti i dirigenti che vi sono raffigurati.
È qui, Leo, il post di Traversi: http://www.fiorentina.it/it/news/articolo.39.4942/pagella-alle-pagelle-della-stampa-fiorentina-siena-2-1.html
RispondiElimina
RispondiEliminaSecondo quanto riportato da Gianluca Di Marzio, esperto di calciomercato di Sky, La Fiorentina starebbe cercando un difensore centrale per ovviare al vuoto lasciato in rosa dall’infortunato Nenad Tomovic. L’investimento importante arriverà solo a giugno e per gennaio i viola cercano qualche occasione di buon livello. Dopo il sondaggio per Cannavaro, che però non è disponibile a trasferirsi per soli sei mesi (chiede un anno e mezzo di contratto), la società gigliata si è messa a trattare col Sunderland per l’ex Lazio Modibo Diakite, chiedendo un prestito con diritto di riscatto.
Da Violanews
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RispondiEliminaOltretutto il Gat va a cercare nel vocabolario la terminologia tecnico-scientifica per dare un alone di erudizione (!) ai suoi vomitevoli insulti. Spregevole è dir poco.
RispondiEliminaGrazie Chiari. Mi fai commuovere di prima mattina. Non solo non rinnego quel periodo ma lo rimpiango. Per l'età e per la speranza che nutrivo, nutrivamo, in un'Italia migliore, più giusta. Speranza rivelatasi poi vana, purtroppo.
RispondiEliminaAffetto da Sindrome di Down è chi... può scriverlo solo chi pensa che Birkenau fosse un campo di rieducazione.
RispondiEliminaNon è affatto involontario Chiari il gioco del realismo dentro al realismo, è proprio quello il significato di quella foto.
RispondiEliminaMi piacerebbe che qualcuno affetto da trisomia 21 scrivesse al sitone.
RispondiEliminaEsatto.
RispondiEliminaPiacerebbe anche a me.
RispondiEliminaDiakite è un toro, gran fisico, piedi decenti, ma andrebbe a sostituire Savic non Tomovic. Quindi è sul quello che bisogna ragionare.
RispondiEliminaAllora scusa. Bravissimo.
RispondiEliminaIo quella speranza non l'ho persa.
RispondiEliminaUna delle principali critiche mosse a Montella attualmente riguarda questo suo "intestardirsi" a proporre il modulo con il tridente ed il centravanti arretrato. Questa scelta non è dettata solo e principalmente dagli infortuni. Si tratta chiaramente di una cifra stilistica di questo allenatore, che ha una forte tendenza all'innovazione ed è coraggioso. La piazza, i giornali, forse anche i dirigenti, tengono molto a che ci siano in campo le punte. E pensano che questo gioco sia troppo dispendioso e che non renda per quanto produce in termine di pressione sugli avversari. In altre parole si arriva a creare molte occasioni pericolose ma non si segna. Credo di essere rimasto quasi solo a sostenere Montella in questa scelta, e del resto quando Del Bosque tolse il centravanti nella Spagna che poi ha vinto gli Europei si aprì in Spagna il cosiddetto "problema del delantero", mentre El Nino scalpitava in panchina. Io sono ancora convinto che il gioco espresso sia spettacolare, affascinante, con quella immensa densità che si determinano quando si attacca in cinque o sei con uomini che sbucano da tutte le parti. E vedendolo giocare anche dalla Roma ne trovo conferma. Ricordate la Roma contro di noi? Fece una partita sorniona, ma poi in dieci minuti di pressione autentica, simile a quella messa in atto dalla Fiorentina col Siena, e che Foco definisce con termini come imbuto o occlusione, è riuscita a passare e non è stata più raggiunta.
RispondiEliminaSarà che sono pessimista ormai (come sull'impiego di Rebic, eheh!). Io sì, l'ho persa da diversi anni e non ricordo bene dove, non la ritrovo più. Ho frugato, frugato, ma niente, scomparsa.
RispondiEliminaPiù che "intestardirsi" sul centravanti arretrato, Montella vi è sempre stato obbligato dalle circostanze.
RispondiEliminaIo lo critico per aver messo qualche volta in trasferta (inclusa quella contro la Roma) Ambrosini dal primo minuto, così pensando prima di tutto a non perdere, il che, per una squadra come la Fiorentina di Montella, è il modo migliore per perdere, e meritatamente, come si è visto contro la Roma.
Lo critico per aver messo a Torino Jakovenko.
Quanto al centravanti arretrato, si tratta di vedere chi è.
Ce l'hai davanti agli occhi, vive a Firenze. Eh eh eh.
RispondiEliminaSe sei «quasi solo» e non hai il sostegno di qualche link giornalistico o almeno di Cosmi è un bel problema, Lud. Il post dello Schreber è stato a mio avviso confezionato dal Grand Armagnac: i due si scambiano i ruoli, si fanno la caricatura l'uno all'altro. E' una galleria di specchi in cui si perde l'originale. Escludo che una persona non dico sana di mente ma semplicemente persona possa avere scritto quel post senza intenzioni mistificatorie. Ho molte resistenze a credere negli androidi. Ma se me ne date la prova
RispondiEliminaTre puntini finali, saltati nel precedente post
RispondiEliminaNon sono d'accordo sul fatto che Montella sia obbligato a giocare così: con Matos ed Ilicic avrebbe potuto schierare tranquillamente due punte. Non l'ha fatto per scelta perchè Matos a Montella piace. Chiaro che in quel caso sarebbe stato fuori Joaquin. Ma si torna al discorso di ieri: Bearzot considerava alternativi Claudio Sala e Causio. Noi li abbiamo in campo entrambi.
RispondiEliminaE' come una scommessa sull'ultima corsa, dopo che ci sono rimasti solo gli occhi per piangere. Quella della disperazione....
RispondiEliminaMontella ha le sue gerarchie di uomini, non è fissato con un modulo, mettitelo in testa Ludwig. Se dopo Gomez e Rossi per lui viene Ilicic e non Matos, cambia modulo e mette Ilicic e non Matos.
RispondiEliminaE' già arrivato, quindi l'aria è per me di nuovo irrespirabile anche per oggi. Se non gli rispondete forse si leva di torno e posso tornare. Se no a domani (forse).
RispondiEliminaSu questo ti do pienamente ragione.
RispondiEliminaDai Jordan, ignoralo e scrivi, come fai nel salotto buono del sitone.
RispondiEliminaDimmi cosa pensi di Diakitè o di Camporese. Nomi caldi.
Jordan, su Neto mi aspettavo da te qualche parola in più. Io l'ho visto imperioso, non solo nelle parate, ma anche nelle uscite, sia nell'area piccola che in quella grande ed anche fuori di essa, nel comandare la difesa, persino coi piedi. Va a finire, come dice Antoine, che supera Toldo.
RispondiEliminaIo non ho problemi a sostenere una tesi da isolato. Almeno non diranno che la copio dai giornali.
RispondiEliminaChiari, Neto non mi sorprende, lo sapevo che era così, era così tre anni fa, al suo primo campionato da ventenne o poco più e se era tornato indietro era solo colpa di chi l'aveva messo fuori dal campo di gioco per due anni e mezzo. Ma se le doti ci sono devono tornare a galla. Ora qualche volta risbaglierà anche, nessuno è esente da errori, e allora rialzeranno il capo i detrattori per postulato, però il portiere c'è e ora l'han visto in tanti, non solo io nel lontano Brasile. Toldo aveva un fisico diverso, Neto è molto più agile, ma ha meno massa nelle uscite, fa meno paura e deve imparare a parare i rigori, si butta troppo prima, mentre, reattivo com'è, deve aspettare un pochino di più, ci son tanti cagasotto che te la tirano addosso o vicino.
RispondiEliminaGrazie.
RispondiEliminaDiakitè lo conosco poco, da centrale era buono, non so come se la cava sulle fasce, perchè a noi serve uno che sappia giocare nei due ruoli (per questo non capisco molto Dainelli) Non è facile, buono, ambivalente nei due ruoli, per sei mesi, in prestito. Camporese lo lascerei dov'è, se non è andato bene in B e nemmeno da una parte sola, per due anni, o cosa ce ne facciamo? Era una promessa, ma deve avere dei problemi. Io prenderei Dedè dal Cruzeiro, in prestito non te lo danno, ma non costa moltissimo ed è una bestia, soprattutto nel gioco aereo, o Musacchio che è più "jolly".
RispondiEliminaSul ritorno di Camporese, l'avevo scritto qualche giorno fa, soprattutto per la lista Uefa.
RispondiEliminaDiakitè, il nome migliore tra quelli usciti sui giornali.
Darione per affetto.
Jordan, puntano su un centrale. Io avrei puntato su un terzino destro. Forse pensano che Savic all'occorrenza potrebbe giocare al posto di Roncaglia e un centrale dai piedi buoni serve in ogni caso, come alternativa a Gonzalo.
RispondiEliminaSu Camporese, perchè non mi fai lo stesso discorso di Neto? Aveva già dimostrato di poter giocare a buoni livelli, poi un infortunio e la discesa in B potrebbero averlo bloccato. Io lo riprenderei per la lista Uefa, ma serve anche uno tra Dainelli e Diakitè (che in Uefa non giocherebbero).
Infatti i tuoi problemi sono altrove e tutti sappiamo dove allocati. Quando capirai che sei sgradito sarà sempre troppo tardi.
RispondiEliminaPOLLOCK, hai dimenticato "Il ritratto del dottor Gachet", una delle opere più sopravvalutate della storia (venduto a 75 milioni, svenduto per necessità e mancanza di acquirenti a 12 milioni), che accosterei ad un sopravvalutato del sitone, "L'urlo" di Münch - riferito a Jordan quando legge di Ludwigzaller; e come estromettere "Il mercato" di Gauguin, con le due donne che parlano e attendono Montolivo...E Friedrich con i suoi uomini minuscoli annientati dalla bellezza della natura (gli editoriali), Murer con uno dei suoi Arlecchino cambia-bandiera ogni dì, i Macchiaioli con le cagate lasciate dai multinick, Morandi e la sua natura morta- o meglio- la staticità di un personaggio bolognese, i coupage e decoupage di Nespolo- per la capacità montelliana di mettere insieme il mosaico; un bel dí (senza Beldì) vedremo anche "Davide e Golia" di Caravaggio, con Davide che impugna la testa di Golia- i più attenti scopriranno che quella testa è un autoritratto. Ecco, qualcuno qui e sul sitone si ritroverà con la sua stessa testa in mano, a forza di ripetere "Mi gioco la testa...", con le sue affermazioni reiterate che raramente trovano sbocchi concreti o affrancamenti. (Garantito 100% Sopravvissuto)
RispondiEliminaContinui a sostenere una tesi a dispetto dell'evidenza. La partenza di Ljajic, di cui sono stato il primo a riconoscere le doti Messi-aniche, non ha avuto gli effetti catastrofici che avevi previsto. Montella ha fatto buon viso a cattivo gioco, la società l'ha riempito di alternative di valore -Rossi in primis, Ilicic, Joaquin, più un Matos che sta crescendo- e ha dato a Montella quello che lui chiedeva: un centravanti-centravanti, anzi due, Gomez e Matri.
RispondiEliminaLa Fiorentina attuale è più forte di quella dell'anno passato e per una società che fattura un terzo delle altre è un mezzo miracolo.
Montella, poi, non è stupido. Sa che questa è programmazione seria. Sa che se un giocatore di valore va via (Ljajic) o se uno si fa male (Gomez), la proprietà interverrà per trovare adeguate contromisure.
Nessuna squadra in serie A può permettersi di tenere tutti i giocatori che vorrebbe tenersi. La Roma perderà Pjanic, la Juve forse Vidal: e parliamo di società che, appunto, hanno risorse illimitate rispetto alle nostre -meno degli sceicchi però.
Al momento, anche all'idea di perdere Cuadrado (probabile in caso di quarto posto), Montella non si straccerà le vesti, ma lavorerà insieme a Pradè e Macia per trovare le alternative giuste che possano portare ad una crescita ulteriore.
E così è la vita, Ludwig. Il calcio, che cerchi di capire, è un ambiente caotico, dove usare il rasoio di Occam procura solo cicatrici e meno comprensione.
Grande e lucidissimo Stefano.
RispondiEliminaAntoine ti ringrazio per l'indicazione di ieri sera. Ho scritto sulla notizia, sono cose che non lascio passare, non mi riesce, l'inciviltà a quei livelli mi fa inorridire e disprezzo chi la ostenta cercando addirittura di apparire divertente. Sono argomenti che non andrebbero mai toccati se non per parlarne seriamente. Il GAT ha raggiunto un livello di bassezza di cui non credevo fosse capace. Senza parole.
RispondiEliminaPerchè è abbastanza diverso Stefano. Neto ha giocato un campionato intero in Brasile, in serie A, a lvelli eccellenti, Camporese ha fatto quattro partite intere e cinque o sei subentri, poi non ha giocato più per quasi due anni e pochissimo per un altro campionato in serie B a Cesena, quindi non chiuso da Boruc, ma da difensori di serie B. Un difensore non è un portiere che, o gioca, o non gioca, un difensore, come un attaccante, di ruoli a disposizione ne ha diversi e se mi fa la panca per un anno intero a Cesena vuol dire che il livello attuale è quello. Per Neto è stata una scelta sbagliata fargli fare la panca ad un giocatore obiettivamente, in quel tempo, superiore, senza dargli la possibilità di affermarsi, Camporese a Cesena è stato mandato perchè giocasse e non ha giocato quasi mai. Inoltre ora lo riprenderesti per fargli fare panca e allora non è meglio che invece cerchi di giocare anche se a livelli più bassi? Io non so quale sia il problema, se fisico (ha avuto non pochi infortuni), se di testa, o se proprio non è riuscito a fare l'ultimo passo, quello della conferma: Certo è che non l'ha (ancora?) fatto. E' un '92, non è certo vecchio, ma si deve svegliare.
RispondiEliminaIl paragone era forzato, ma rimane una soluzione low-cost con il vantaggio della lista Uefa. Sull'affidabilità, penso che qualcuno in società l'abbia seguito. Dipende da cosa hanno riferito a Montella. Dal di fuori, Camporese esordì a 18 anni, ovvero a maturazione fisica ancora non completa, bisogna vedere se e quanto l'ulteriore sviluppo l'abbia avvantaggiato o penalizzato.
RispondiEliminaSopra, aggiungerei Mimmo Rotella e a chi invece manca una rotella.
RispondiEliminaJordanone, Dedè non ce lo vogliono proprio far vedere,eh? Per me in una difesa a tre ( a quattro mi mette pensiero, è un anarchico) costituirebbe un muro non oltrepassabile.
RispondiEliminaBottarga
RispondiEliminaPollock, visto che sei aperto alla pubbicità sul blog, faccio dell'autpromozione.
RispondiEliminaInizia il racconto di un mese che cambiò la vita del giovane Foco. Per ragioni personali sarò costretto ad omettere qualche episodio che , se vorrete, riporterò qui in forma confidenziale. Preparatevi che Tolkien me fa una pippa.
http://ideliridelgiovanefoco.blogspot.it/2014/01/fuga-da-alprazolam.html
Io farei un tentativo per Lescot. Ottimo rendimento, tosto, occupa tranquillamente due ruoli della difesa, esperienza ad alto livello, non vecchio e va in scadenza. I rapporti col City erano buoni prima di Nastasic e Jovetic, ora se lo fossero meno lo capirei....
RispondiEliminaO meglio ancora Stanton, se ha superato i problemi di cui era chiaccherato
RispondiEliminaSANTON
RispondiEliminaIl Sunderland si vuole liberare di Diakitè. Gli abbiamo dato Alonso, quindi siamo avvantaggiati. Forse Montella non è convinto, secondo me invece sarebbe un ottimo acquisto. Strano che non abbiano già chiuso.
RispondiEliminaQuesta ve la manda Lele
RispondiEliminaSopra e Pollock, esito a invadere le vostre competenze ma se devo mettermi all'ascolto dei miei gusti di mero amatore d'arte e non di professionista come voi siete, devo dire che dai sopravvalutati non saprei escludere proprio l'artista in vedette nel pezzo editoriale di oggi.
RispondiEliminaBlimpe, specie sulla pittura si può dire tutto e il contrario di tutto. Artisti che a me danno emozioni a te non fanno ne caldo e ne freddo. Guttuso possiamo definirlo anche un pittore "sociale", e allora prendo spunto dalla possibilità che mi dai per aggiungere poche parole di Pasolini che raccontano una china e acquarello del 45
RispondiElimina“Le figure di dieci operaiemergono bianche sui mattoni bianchiil mezzogiorno è d'estate.Ma le carni umiliatefanno ombra: e lo scomposto ordinedei bianchi è fedelmente seguitodai neri. Il mezzogiorno è di pace”.
Forse raccontato così ti piacerà di più. Chissà.
Per rispondere a Stefano nessuno di quelli da lui citati era alternativa a Ljajic, ad esclusione di Joaquin, che però gioca preferibilmente a destra. I cinque milioni per Rebic gridano un po' vendetta, giocatore magari straordinario, ma tra ingaggio e cartellino, i suoi costi non sono stati modesti: io non rinuncio a uno con 50 presenze in A e 11 goal segnati per prendere un diciottenne con zero presenze. Matos e lo stesso Vargas sono due alternative possibili, che Montella ha trovato strada facendo per riparare all'assenza di Ljajic. Ancora quindici giorni fa Montella ha provato a chiedere un attaccante che facesse anche l'esterno immagino sinistro ma si è puntato su Matri. A mio parere vedremo rendere Cuadrado al massimo solo se avrà a sinistra un altro esterno di pari valore, il che richiede un investimento importante proprio per sostituire Ljajic. Sennò bisognerà utilizzare Joaquin che pure resta uno dei migliori acquisti dell'anno. E vedremo come va Ilicic. Ma anche ammesso che alla fine la soluzione si trovi ci siamo pur sempre complicati la vita rispetto alla conferma di Adem.
RispondiEliminaIl mercato dell'arte va preso come tale: il rapporto tra quotazioni e valore artistico reale non c'è o è labile. D'accordo con Pollock su Rotella, lascerei da parte sia i Macchiaioli che Morandi, già storicizzati e di valore artistico indubbio. Tra i sottovalutati mi permetto di citare Lorenzo Viani, che credo sia di valore assoluto.
RispondiEliminaGiochi in casa con Viani.
RispondiEliminaInvece il mercato delle borse, delle scarpe, del cibo, delle fotografie, delle automobili quale valore ha? Un bond quale valore ha, ab origine? Un derivato? Un investimento che non sia il mattone (e si va con piedi di piombo anche su questi), e sul valore di un bene, è sempre labile. Macchiaioli e Morandi storicizzati in Italia, all'estero visti come tutti gli altri, cioè a seconda del momento o dell'influenza esercitata in quel periodo; non a caso Morandi è uno dei rari artisti per i quali una sua grafica (multiplo) ha più quotazione di un pezzo unico di altri artisti famosi. Rotella (artista dell'anno 2005) non ha inventato nulla ma ha inciso nel concettuale (per assurdo) nel pensare "dietro l'opera" più di un Burri, tifernate che ha dato un senso si alla combustione ma che ha lasciato una domanda insoluta: dissolvenza dell'opera era eternizzarla o distruggerla? Tra poco, LUD, ti mando foto di un'opera che da Farsetti mi ha fatto penare ma che ora appartiene a collezione privata Sopravvissuto, accanto a Matta, il più trasversale di tutti.
RispondiEliminaCerto Pollock ma non è per campanilismo. Non è che valga poco, spunta quotazioni intorno ai 50-100 mila euro per un quadro ad olio, ma trovo che siano cifre inadeguate rispetto al valore assoluto. Consiglio a tutti di visitare la Gamc a Viareggio, non c'è nulla di memorabile ma le sale dedicate a Viani contengono dei capolavori degni degli Uffizi.
RispondiEliminaPollock, non è che tu lo racconti peggio di Pasolini, è che Guttuso non riesce a raccontarmi le cose giuste o io non riesco a farmele racontare da lui. Alla fine dei conti, mi è sempre sembrato fare arte decorativa pompier, la cui sigla ideologica era puramente opportunistica. E' un addomesticatore del figurativo, a mio avviso, uno straniatore controllato e perciò insincero. Il suo colorismo, poi, non è visionario ma da alta sartoria: accorda, non inventa attraverso il colore. A volere usare categorie di Longhi (che lo spregiava all'incirca quanto me ma, lo ammetto, in ciò solitario nella sua epoca come Lud lo è nella sua su Cuadrado e il 4-3-3, mentre io oggi qualche compagno di disistima in più su Guttuso ce l'ho) è un disegnatore che si è creduto pittore. Come quell'amante di politico francese, figlia di grossista di sardine che aveva sposato «bene» e che le nobildonne parigine degli anni Trenta, con micidiale maldicenza, chiamandosi ella da signorina Crussole, citavano come «la sardine qui s'était cru sole» («la sardina che si era creduta sogliola»).
RispondiEliminaRotella....tra Roma città aperta, Via col vento....(resa fotografica pessima ma non è il mio mestiere...).
RispondiEliminaImportante è aver chiaro che è un mercato, dunque può accadere che il rapporto con il valore artistico sia labile. Possono costare moltissimo artisti modesti e poco grandi artisti. Lì va capito se compri per rivendere come in borsa o per tenere il quadro in casa perchè te ne sei innamorato. I Marcucci che ho io non cresceranno mai di valore, dunque sono sicuramente un pessimo investimento.
RispondiEliminaColonnello, io penso invece che Guttuso in qualche momento abbia mostrato una dialettica che sta tra Picasso e Van Gogh. Aveva scoperto anche la vitalità del cubismo avvertendone però il pericolo
RispondiEliminaformalista, corso da coloro che pensavano che il regno dell'arte fosse
diverso da quello della vita, mentre l'artista era colui che dipingeva e
viveva nel medesimo atto.
Sopra ti invidio.
RispondiEliminaSopra, quanto mi valuti quest'opera? Calcola che mi ha procurato sofferenza e consunzione interiore. L'ho intitolata :" autoritratto di metalmeccanico con stempiatura".
RispondiEliminaCOLONNELLO, per me Longhi è il vate, come Argan anche se hanno avuto divergenze note; mi fido di Caroli ma è troppo ridondante e "alto"; concordo su Guttuso e anche sulla sardina! Immagina che il mio pesce rosso è così presuntuoso che si fa chiamare tonno.....(il vero investimento in arte parte dai 500.000 euro in su, il resto è come l'impiegato o la casalinga che consegnano i loro risparmi all'investitore in borsa, tramite banca: tutto finisce in un enorme paniere, che se va bene renderà il 2%, il 3% ma deve andare bene, benissimo e quindi dopo aver dissanguato il proprio conto avranno guadagnato, esempio 50.000 euro, circa 1.500 euro lorde, lordissime. In arte, nel circuito vero e virtuale allo stesso tempo, se impieghi 50 o 100.000 euro è più o meno simile. Come ci sarà sempre la casalinga o il travet che ingrassa banca e commissioni, con prevedibile "bolla"- che è ciclica...così in arte. Garantito 100% Sopravvissuto)
RispondiEliminaMagnifico, mostra un realismo feroce che sta tra l'alcolismo e la dipendenza da sostanze stupefacenti. In poche parole, stupefacente.
RispondiEliminaPollock, il Picasso «impegnato» è tra le sue fonti indubbie, ma Guttuso mi è sempre sembrato raggelarlo: ne ha isolato una fase e l'ha resa maniera, Picasso era invece sempre oltre, liquido, mercuriale. Guttuso fece con «quel» Picasso ciò che Soffici (altro decoratore, seppur inferiore a Guttuso, ne convengo) aveva fatto col Picasso cubista degli inizi del Dieci: Picasso in una lettera glielo scrisse e Soffici se la legò al dito, cominciando a sputare merda sull'arte plutogiudeomassonica parigina, in età di ritorno all'ordine e sulle riviste di regime. Sopra, non vorrei che la nostra insistenza su metafore equoree richiamasse l'attenzione del Delfino, un coglione che si era creduto balena.
RispondiEliminaPosto che 500 mila euro sono fuori dal mio orizzonte di investimento artistico, direi che Guttuso, nel bene e nel male, ha rappresentato una stagione artistica ed ideologica, quella del dibattito tra Vittorini e Togliatti sull'arte apparso sul Politecnico. Il suo realismo coloristico era un esempio perfetto di arte realistica, impegnata, politicamente corretta. Per lo stesso motivo si è attirato l'odio di chi preferiva che so Alberto Savinio. Ora è arrivato il momento di valutare Guttuso come artista. Quando lo vedo dal vivo riesce sempre a darmi una certa emozione, il che non vuol dire che sia un maestro di valore assoluto. Forse solo il migliore di una generazione di artisti impegnati.
RispondiEliminaFa parte di un trittico che ho intitolato : " l'amore ai tempi del quattrotrettré". Un'accusa perentoria ad un sistema di gioco che inaridisce il sentimento e la percezione dell'io bambino nel sottoproletariato e in particolare nei venditori di accendini ai semafori. M'è costato sangue e una ricerca personale interrotta dal fatto che mi sono ritrovato. Mi ero lasciato sul tavolo, vicino le chiavi.
RispondiEliminaColonnello, per me è un punto di incontro tra il rigore del cubismo e l'oggettività di un realismo pittoricamente inteso.
RispondiEliminaGli altri due so che sono "Il culo della cameriera" e "Viaggio low cost nello Sri Lanka costi quel che cost"
RispondiEliminaEsatto, già sono sui cataloghi?
RispondiEliminaC'è un mercato di nicchia. E c'è chi dentro ci ha ritrovato la patente, anche quella vicino alle chiavi.
RispondiEliminaL'avevo capito, Pollock, ma ne diffido come di Léger, per esempio, che pure Longhi pregiava di più di Guttuso. Può essere che mi freghi il purovisibilismo critico sul quale da giovane, nel campo artistico, mi sono formato da dilettante. Nonostante le difficoltà d'approccio che un Longhi e prima ancora la sua ascendenza mitteleuropea sembrano offrire, in effetti essi forniscono, a un non artista, a un fruitore colto (o erudito, se volete...) ma non interno all'oggetto come io sono, una tavola di valori più semplice, dentro o fuori, viva o abbasso. Tu moduli meglio, non butti via nulla, perché l'arte figurativa per te non è un annesso ma clima vitale: succede anche a me quando mi parlano male di uno scrittore qualsiasi, che io trovo necessario al panorama, come la vedova nera lo è nella natura (ci argomenterebbe sicuramente un entomologo) anche se la gente comune se ne tiene alla larga. Io mi scandalizzo se mi deprezzano Bonsanti o la Manzini, ma la vita è breve e bastevole appena per capire una forma di espressione (se ci si riesce...), figurarsi per altre, nelle quali si procede illuminando il proprio gusto con l'aiuto di certi incontri giovanili che hanno procurato il vademecum e facendone riflesso con le proprie convinzioni in ciò che invece conosciamo più da presso.
RispondiEliminaLUD, Savinio era "Il fratello di...", aveva il major parte in causa...quindi in parte hai ragione ma li c'erano interessi di parte, nelle dialettiche.
RispondiEliminaColonnello, io procedo al buio più pesto, perché l'incontro più eclatante che ho avuto nella mia vita è stato quello col Bambi. Oltretutto un milanista.
RispondiEliminaIo da Lorenzo Viani ci vado da sempre a cena. Longhi invece è una specie legnosa pregiata che vendo a clienti russi.
RispondiEliminaNon son riuscito a trovare il post in causa, Antoine.
RispondiEliminaMio padre era amico di un pittore versiliese, tal Giovanni Acci, di conseguenza abbiamo la casa tappezzata di suoi quadri. Per me son bellissimi, e a riprova che ci capisco quasi niente, valgono nulla.
RispondiEliminaPer il futuro: Marcello Jori,ntrentino giá certezza e già allocato in dimore patrizie e in importanti cataloghi. Per il presente Salvo, un siciliano con colori quasi alla Guttuso ma più "artigianale"; quest'ultimo ha già quotazioni importanti. FOCO, il tuo disegno é il più bello di tutta la storia dell'arte, allo stato dell'arte. Ehehe ehehe ehehe....
RispondiEliminaInterrompo la bella discussione artistica per chiedere pareri e sensazioni per domani. Come Vincè temo parecchio il Genoa, forse più per le assenze nostre che per le loro caratteristiche. Hanno migliorato molto la difesa dalla partita di andata e Gilardino in area non va mai sottovalutato, oltre alla seconda punta con l nome impronunciabile che non ricordo. Matuzalem purtroppo un altro fabbro sul nostro cammino fatto di movimenti logici, fluidi ed eleganti. Non c'è rispetto per il bello. Si facciDifesa obbligata, centrocampo lo vorrei con uno tra Ambrosini e Anderson, se fosse subito impiegabile come sembra. Quest'ultimo se ha le qualità fisiche e tecniche che dicono allora non è un problema metterlo dall'inizio, i bravi si capiscono al volo. Serve un pò di compattezza nel mezzo. anche se giochiamo in casa.
RispondiEliminaAnderson va in panca, già Montella era in dubbio se convocarlo. Speriamo nel colpaccio del Chievo. Noi vinciamo coi Grifoni, intanto, e la Roma perdendo a Verona si ritrova a solo più quattro da noi. Matri ancora in gol.
RispondiEliminaNETO, RONCAGLIA- SAVIC- COMPPER-PASQUAL, CUADRADO- MATI- PEK, AQUILANI- VARGAS- MATRI.
RispondiEliminaTipico 4-5-1 che io che son prudente potrei anche accettare, ma l'importante è come si sta in campo, non stiamo troppo alti se no si rischiano le ripartenze loro. Poi importante è saper cambiare di ritmo perchè una partita a titicche-titocche porta poco lontano. Si mette in difficoltà l'avversario se si sa accelerare.
RispondiEliminaSardo, per ora, ci impone trazione integrale, quindi saremo sicuri sia davanti sia dietro, modello Audi.
RispondiEliminaTre anni fa se mi avessero chiesto due giovani difensori del campionato italiano dal futuro radioso, avrei detto Camporese e Diakitè. Poi nel calcio le scommesse si perdono spesso e, nel caso specifico, affermarsi è difficile. Ma io una chance ad entrambi la darei ancora.
RispondiEliminaDarione esce palla al piede, me parese Gonzalo...
RispondiEliminaUn tempo è andato ed il Chievo ha pure avuto un'occasione per raddoppiare, magari finisse così.....anche un pareggio, ovvio.
RispondiEliminaIl 4-5-1 lo chiamerei semplicemente 4-3-3, fra l'altro si gioca in casa e se davvero fosse un 4-5-1 si tratterebbe di una soluzione ultra difensivistica. Cuadrado e Vargas invece saranno chiamati a compiti di attacco, essenzialmente (a meno che non giochi Joaquin).
RispondiEliminaC'era da temerlo e stamattina ne fui buon profeta: il post forse più delirante nella carriera di grossissima fava dello Schreber ha spinto all'emulazione il Grand Armagnac sul sito di Foco, come vedo or ora. Se i carabinieri non chiudono quello sfiatatoio d'inferno adesso, non so allora quando. Il mistero è sapere se lo Schreber faccia il Grand Armagnac o sia piuttosto il Grand Armagnac a fare lo Schreber: lo chiarirà Foco, sotto i ceffoni al Comando, una lampadina accecante in faccia, qualche sigaretta spenta sulle braccia. Ha voluto far concorrenza al sitollock e ne ha per le spese, nessuna pietà.
RispondiElimina4-5-1 non l'ho scritto io.
RispondiEliminaL'ho scritto io e siccome non sei gradito cerca di non commentare quello che scrivo io. Non ho la benchè minima voglia di contestare le tue consuete cazzate. Parla di Guttuso ma non di Gattuso.
RispondiEliminaColonnello, un giorno, come un ardito in segretissima missione oltre le linee nemiche, porterò un contributo Armagnacchesco nel sitone. Sarà uno spasso leggere la replica allo specchio dello Schreber. Come minimo farà ricorso all'enciclopedia medica per trovare un epiteto appropriato.
RispondiEliminaHo notato che anche Stefano lo usa secondo me perché teme di scrivere 433, ma signori, se è 433 diciamolo, pur con tutti i correttivi e le cautele, un modulo simile a quello usato col Siena con al centro Matri e non Ilicic. Quindi densità, anzi densitas alla latina. Vedo che il Napoli ha pareggiato ma la gara è quasi finita e ci va di lusso al momento.
RispondiEliminaottimo pareggio del napoli. A questo punto domani si deve giocare alla morte, non ci sono assenze che tengano
RispondiEliminaIl Napoli ci fa una pippa.
RispondiEliminaNon era 433 l'anno scorso con due attaccanti, pensa adesso con uno.
RispondiEliminaQuanto speravo: è vero che il Napoli ha pareggiato all'ultimo ma ma è stato un assedio, va bene così; non s'incarogniranno troppo e domani il nostro arbitro sarà un po' meno motivato a farci del male che se il Napoli avesse perso. Quindi, alle ore 22, 40 circa di domenica 26 gennaio, saremo a una lunghezza appena dal Ciuccio e, confido, a quattro dalla Roma.
RispondiEliminaDite "evitalo" e come si fa se entra sempre nel mezzo a rompere i coglioni? Ora dovrei rispiegargli perchè dire che si fa un 4-3-3 con due tornanti è una cazzata? No. grazie, arrivederci a domani.
RispondiEliminaIo, appena rientrato, ho visto solo l'ultima mezz'ora della partita, un assedio del Napoli ma povero di occasioni.
RispondiEliminaIo dico da qualche mese che, se proprio siamo affezionati ai numeretti, il 4-5-1 mi sembra quello che più rispecchia come scendiamo in campo, a maggior ragione con Matri. Ma naturalmente sono d'accordo con Leo, i numeretti dicono poco con una eccezione, il 4-3-3 è un modulo molto particolare e raramente viene praticato in modo integrale. Fidatevi che ho visto almeno una 50 partite delle squadre allenate da Zeman.
RispondiEliminaPoi, se lo Zaller comincia a moderare le sue pretese e si limita a notare che Cuadrado non sembra rendere più come l'anno scorso, la risposta da dare è: problema di Cuadrado. Non di Montella, non della Fiorentina che ha girato a 37 punti giocando anche in Coppa Uefa e arrivando in semifinale di Coppa Italia.
Il Napoli si sta mangiando da solo i punti di distacco da noi. Benitez dice che punta la Roma, ma dovrebbe guardarsi di più il culo. Il suo modo di giocare ha fatto risultati quando avevano le gambe leggere dopo una preparazione tutta incentrata verso una partenza veloce sia in campionato che in coppa, adesso rischiano il calo di forma nel momento migliore delle altre e, dunque, il crollo. De Laurentis voleva una squadra a sua immagine e somilianza, beh, la sta avendo.
RispondiEliminaDomani però non sarà una passeggiata. Il Genoa è una squadra infarcita di terzini e credo che sarà un match molto bloccato sulle fasce, visto che pure noi sembriamo andare verso una soluzione ad alta densità di laterali. La differenza potrebbero farla i centrocampisti, più tecnici i nostri e molto meno i loro. In avanti giocheranno con una sola punta, cioè Gilardino con il greco e Bertolacci a rompere i coglioni sulla trequarti a Pizarro. Quello che loro chiamano 343 non è altro che un 5321 nemmeno tanto camuffato, assemblato per soffocare più che per creare. Spero molto in Mati, in grande forma e in sicurezza, tanto che adesso punta l'uomo molto più che in passato. In mancanza di Borja sarà lui quello incaricato di assistere Matri e di tentare la giocata al limite. Se vinciamo senza Borja, Gonzalo, Rossi, Gomez e Ilicic, allora siamo molto più forti di quello che si poteva pensare all'inizio.
Io comunque spero sempre in un atto coraggioso che ci ridia ogni giocatore nel suo ruolo e dico: Neto- Roncaglia- Savic - Compper- Cuadrado- Aquilani- Pizarro- Mati- Vargas - Rebic - Matri. A coprirsi si fa sempre in tempo.
RispondiEliminaNon capisco a cosa serve dire di aver visto giocare le squadre di Zeman. Quando? Ai tempi del Lecce di Signori o l'anno scorso? In ogni caso non vedo motivo di prendere come parametro quel 433 molto datato.
RispondiEliminaSono d'accordo. Questa 'dovrebbe' essere la formazione di partenza, senza indugi.
RispondiEliminaLa sottoscrivo in pieno.
RispondiEliminaFacci un esempio te, però aspetta che mi metto il sospensorio...
RispondiEliminaAmmettiamo che a Catania l'assetto, fuori casa, sia stato più prudente. Ma vi sembra credibile che in casa con il Genoa ci si presenti con i due esterni che si attestano principalmente a centrocampo e privilegiano la fase difensiva, e con un solo attaccante. Montella attaccherà ed imporrà il gioco. E se decide per il tridente vedremo una partita molto simile a quella di Siena, solo che al posto di Ilicic ci sarà Matri. Cuadrado giocherà avanzato e dall'altro lato io preferirei Joaquin perchè Vargas è meno tecnico e meno capace di saltare l'uomo in area, mentre la sua specialità sono i cross. Gli esempi te li lascio Foco, io guardo la Fiorentina di Montella e provo a farmi una idea a partire dal gioco concreto di quella squadra.
RispondiEliminaInfatti Signori spopolava nel Lecce, Baiano nella Virtus e Rambaudi nel Pontremoli. Poi arrivò Shalimov e il Recco vinse l'eccellenza. Da uno storico ci si aspetta un'erudizione minima su certi argomenti ma sarà sicuramente refuso da Mc o I-Phone.
RispondiEliminaCon FOCO che fa giocare il Genoa in 12 la vedrei dura (oramai per ribattere allo Zaller si passa al 5-3-2-1, vedi tuo post....ahahah ahaha ahaha vi sfianca e vi rende poco lucidi, il virtual-svizzero...ahahah ahahah ahahahanahahah...), mentre con una squadra normale (cioè in 11) domani sera non ci sarà partita. La viola che perdeva le partite topiche è quasi definitivamente sparita, dissolta come i capelli di Prandelli. Io ho conservato ben bene, in carta stagnola e poi avvolto nel velluto, il post nel quale scrissi che arriveremo prima della Roma. Lo Schreber mi ha deriso, qui non mi avete creduto. Io ci credo. Quelle davanti palesano scricchiolii....Una prende Revelliere, vuole Kaboul, vuole Gonalons, Capouè, Ebouè, uè uè uè...l'altra non potrà reggere in eterno. Believe me or leave me.
RispondiEliminaComunque è roba di vent'anni fa quindi sono quasi in diritto di essermi confuso tra Lecce e Foggia, non vedo il nesso con il calcio di oggi.
RispondiEliminaRosso a Buffon!
RispondiEliminaAHAHAHHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHHAHAHA È VEROOOOO! AAHAHAHAHAHAHAHAHAHHAHAHAHAHAHAHA
RispondiEliminaCome buttare in un minuto una credibilità tattica figlia di anni e anni di playstation e grappa Candolini...me sembravano troppo spregiudicati! Comunque belli rognosi ce saranno.
Io mi tocco le palle per domani dopo la gufata® del Sopra, viste le assenze........eh eh eh eh eh
RispondiEliminaOggi ci lasciano i dentini mi sa
RispondiEliminaAlla prima occasione favorevole: la D'Amico lo stava aspettando, aveva già acceso il motore, ahahah!
RispondiEliminaCosì e si ripiglia anche loro!
RispondiEliminaLa fica li sta decimando. Buffon e Pirlo già infettati, adesso speriamo che Pogba incontri una ninfomane e Vidal si prenda una cotta per il sadico che gli fa i capelli.
RispondiEliminaHai messo un ramo in più tra quelli bassi dell'albero di Natale.
RispondiEliminaLapo avrà la spada di fuoco di Pogba tra le chiappe, un dí.
RispondiEliminaInsomma che ho comprato questa "spalmarisella", l'ho piazzata su una pizza con farina di farro senza pomodoro, con porri, peperoni e champignon come tridente d'attacco zalleriano. Gnam gnam.
RispondiEliminaStiamo carmi eprchè a fica un ni stanno mica male nemmeno e nostri!
RispondiEliminaSì Leo, mi ha sorpreso (i porri mi parevano un azzardo).
RispondiEliminaGrazie Gonfia, lo vedrò.
RispondiEliminaDomani confido nel Verona per non smentire che 'non c'è due senza tre' .... e la 'quarta vien da se' (come diceva Tomba la Bomba), cioè la nostra vittoria.
RispondiEliminaIl porro quando è fresco mantiene un sapore gentile anche dopo cotto, se tagliato adeguatamente, le altre due verdure sono un must come abbinamento che purtroppo in pochi hanno il coraggio di presentare. Servono comunque peperoni maturi per non rovinare l'equilibrio a meno che non si preferisca l'aggressività e la "croccantezza" di quelli meno maturi. Sono a digiuno sul sapore della spalmarisella ma immagino che prometta quello che dovrebbe essere.
RispondiEliminaDelle merde non ammiro e non stimo niente ma provo invidia della loro mentalità che gli permette di affrontare qualunque sfida come se fosse l'ultima, una finale. Se non ricorrono nuovamente alla medicina illegale o al brodo di Ma Junren bisogna riconoscergli di essere preparati molto bene considerando che hanno stagioni impegnative e ad alto livello. Anche in 10 per oltre un tempo hanno rischiato di prenderle ma anche di darle, e la Lazio adesso gioca bene, rigenerata dal sottovalutato Reja.
RispondiEliminaSono appena andato a vederlo sul sito, hai ragione, Gonfia, è molto bello.
RispondiEliminaQuesta è buona e bella TV pubblica.