.

.

giovedì 9 luglio 2015

Sotto le stelle con stile


Che io sia un po’ grullo non lo si evince solo da ciò che scrivo, lo si può più facilmente constatare da ciò che faccio. E a proposito dello scrivere e del fare posso affermare senza bisogno di nessuna clausola rescissoria, che poiché il mio dire è troppo grande per essere apprezzato da una lettura veloce e superficiale, vado a stendere i panni. Non voglio nascondermi dietro a un dito approfittando del fatto che con questo caldo le mani sono più gonfie e quindi la superficie aumenta, e neanche dietro allo stendino, no, come sempre mi svelo, e come ho già fatto lo scorso anno vi racconto cosa mi sono inventato questa volta. Succede che mi sorprendo addirittura da solo, e in certi casi, così tanto, che ho cominciato a soffrire di un fastidioso singhiozzo persistente, chiaramente non raggiungo mai il livello della Rita. E’ incredibile infatti come, a volte, dietro un "Non mi piace" e un "Non mi interessa" di lei, si celi, in realtà, un "Non mi piace" e un "Non mi interessa". Il problema semmai è che in ferie ci andiamo insieme. Dicevamo appunto di cosa mi sono inventato questa volta, vi ricorderete che lo scorso anno sono stato a Capalbio ammaliato dal fascino della “Lodge Tents” e di questa nuova filosofia del fare “Glamping”. Quest’anno sono voluto andare oltre, e coerente con me stesso ho voluto seguire quella stessa scia. Lì andremo a festeggiare i nostri 18 anni di matrimonio senza la condizionale. Perché noi ci evolviamo come coppia, seguiamo con entusiasmo le nuove vie della felicità, non ristagniamo nella consuetudine trita e ritrita per esempio di una seconda casa così scontata, del resto un tempo si diceva “L’ha voluta la bicicletta? E ora pedala”, oggi invece si dice “L'hai voluta la bicicletta elettrica? E ora ricaricala”. Questo ci aiuta a non lamentarci troppo se ci definiscono una coppia "giovanile", perché sappiamo che subito dopo viene "arzilla". Fare “glamping” ci aiuta a superare meglio la realtà dei fatti che ci vede capaci di sapere subito dove andare quando ci dicono "prendilo nel frigider". La Rita ancora non accetta che i suoi sabati sera sono così poco trasgressivi da arrivare al punto di alzare il gomitolo. Così andremo là, e chi pensa che ci presenteremo nel ritiro del Chelsea come Salah si sbaglia di grosso. Ce ne andremo là come pausa di un matrimonio che è una gara di resistenza dove come tutti sanno perde chi per primo sostituisce il rotolo di carta igienica. Quest’anno ce ne andiamo sotto le stelle con stile, dentro ad una fattoria e poi dentro a una Yurta, pur non essendo io e la Rita popolazione tradizionale mongola. E poi ci sono i rumori della natura che accompagnano il sonno profondo, per farci sorprendere di come la ninna nanna della notte sia ancor più efficace del completo silenzio. E adesso che l’ho svelato, quello sotto le ascelle non è più un alone di mistero.