Dopo aver assistito al ritorno in campo di Pepito, e dopo aver fatto l'autolettura del contatore, alla fine mi sono dovuto dare una calmata per non avere troppe emozioni nella stessa giornata. Così ho evitato di vedere Studio Aperto e quindi oggi non so se nelle ore più calde devo stare al sole. Una bella e una brutta, no, la brutta non è Gomez, la bella è Pepito e va bene, la notizia brutta invece mi è arrivata purtroppo tramite la testimonianza diretta del Bambi da Castiglioncello e non da Moena, dove un tipo si è tuffato dagli scogli senza aver aspettato le tre ore dopo aver mangiato, e così è morto spiaccicato su uno scoglio. Buoni i suoi tocchi, l’assist a Borja Valero, e poi ha persino provato a fare gol col suo sinistro magico, è solo ancora indietro fisicamente, e anche un po’ grassoccio. Insomma, è come me che volevo scrivere un'opera giovanile ma ho la cervicale. Adesso però bisogna che al tifoso venga data la possibilità concreta di poter contare su un Pepito duraturo come almeno una chewingum nell'ambiente, insomma, su un campione finalmente affidabile, il tifoso ha bisogno di sognare le giocate del suo fuoriclasse, già è inaccettabile che se ne sia andato Salah, dopo che nel 2015 l'aspettativa media di vita delle bolle di sapone è ancora così bassa. Non ci raccomandiamo nemmeno più ai santi come una volta, e poi si dice che la Grecia è messa male, in settimana ho fatto 700 km di autostrada e ho visto solo 3 camion con l'adesivo di Padre Pio. Siamo noi un paese allo sbando. Forse la salvezza di Pepito sta proprio nel fatto che è così Rotondo come San Giovanni dove c’è appunto il Santuario al quale ci rivolgiamo senza scomodare sempre la dea bendata. O come fa Paolo Brosio con Medjugorje. Comunque è troppo stressante guardare Pepito Rossi che scatta, che dribbla, che cade, sei sempre lì con l’ansia, con il patema d’animo che possa sopraggiungere una smorfia di dolore sul suo viso pasciuto. Forse è perché più invecchio e più divento sensibile, se continua così tra qualche anno diventerò un sensore di posizione. E solo Pepito sa cosa si prova a stare tanto tempo lontano da un campo di gioco, io nel mio piccolo ho passato tutta la notte a cantare vicino a una cicala per farle capire cosa si prova. Nel calcio la mancanza di un giocatore che accende le fantasie è la cosa più mortificante, e le delusioni più grandi dell’ultimo anno sono state appunto l’infortunio di Pepito, il rifiuto di Salah, e ultima quella di mordere una pesca noce credendola croccante, e così sbrodolarsi fino agli avambracci. Ma i tifosi Viola hanno imparato un trucco per convivere con gli infortuni di Pepito, hanno congelato i ricordi delle sue giocate più belle, come del resto fanno anche in casa quando comprano sempre più pane di quello che serve, lo congelano e non restano mai senza. Ormai sono anni che non mangiano più pane fresco. Comunque al primo gol di Pepito sono disposto anche a lasciarvi la punta del cornetto Algida.