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mercoledì 7 gennaio 2015

Traditi dall'uvetta

A Milano fa parte della tradizione perdere per via del panettone, sono sconfitte di territorio, conoscono tutti i segreti della lunga lievitazione che può anche averli ammaliati, del resto l’impasto può sorprenderti e stordirti come uno Chanel n° 5, e il Milan che ne respira gli aromi così da vicino può anche averne abusato davvero, ma noi no. Al  massimo due cantuccini, invece è stata tradita la schiacciata alla fiorentina per quel cazzo di prodotto da forno a pasta morbida nove volte su dieci persino industriale, anche se Kurtic a dire il vero mi è sembrato pesante soprattutto perché goloso di quei dissuasori stradali che sono un altro tipo ancora di panettone. Sarebbe stato meglio tradire le nostre tradizioni con un risotto allo zafferano, almeno ci sarebbe stato un po' di Cecchi Gori. Il Pek da capitano è stato quello che giustamente si è immedesimato più di tutti anche perché il vero panettone è quello basso, anche se alla fine ha dichiarato di aver avuto più difficoltà a smaltire il comunicato su Neto che il panettone, dovrà sicuramente andare da un dietologo specie se le offese al brasiliano prima della partita si trasformeranno in chili di offese di troppo questa volta allargate a tutta la rosa. E si sa che le offese si accumulano tutte lì sul giro vita rendendo sempre più problematiche le sue inimitabili giravolte su se stesso. Bene e legittimo questo suo fastidio, quando sarà il momento di rinnovare, se ne ricordi di quel comunicato così indigesto e segua l'esempio di Neto, vada altrove. Meglio dove non fanno comunicati e neanche pagano gli stipendi. Là dove evidentemente amano ringraziare dopo certi comportamenti. Come a Parma dove di fronte ad una squadra in pieno marasma, tra un panettone e un comunicato antipatico non ci siamo fatti mancare nemmeno una bella sconfitta. Dove penso che alla squadra abbia fatto più male l’uvetta però. Più intolleranza ai comunicati oppure all’uvetta? Forse neanche Amleto potrà rispondere a certi tormenti esistenziali visto che da una parte c’è Alonso che soffre i canditi, per non parlare di quei due grandi amanti dei dolci di Savic e Gonzalo che non contenti di quelli delle feste hanno scambiato il giallo e il rosso dei cartellini per dei coloratissimi e irresistibili smarties, ebbri di zuccheri disciplinari ci hanno così lasciati in nove, e i danni di certi eccessi saranno duri da smaltire perché ti si rinfacciano almeno fino a domenica prossima. Come se perdere a Parma non gli fosse sembrato già abbastanza glicemico. Passiamo alle note positive finalmente, perché Gomez ha invece il pregio di farmi sentire giovane, lo amo, e quando lo vedo avanzare come una vecchia Prinz verde bottiglia, le mie rughe scompaiono, mi rievoca certi momenti della mia infanzia, quando lo vedo partire solitario per andare a concludere a rete davanti a quegli strani incantatori di serpenti dai grandi guantoni, sento lo stesso dolore che ho provato quando da piccolo mi tolsero le tonsille da sveglio. Quando leggo le possibili formazioni e mi convinco che giocherà faccio sempre in modo di procurarmi una confezione di gelato, perché tanto so che alla fine diventerà l’unica cosa che potrò ingoiare. Che ricordi! Anche se non ho capito perché oggi non le tolgono più le tonsille privando i giovani di certi momenti. Le donne si sa sono sempre molto più pratiche di noi uomini, la Rita infatti per domenica mi ha suggerito di fare l’anestesia.