Mi sono aggrappato allo streaming giusto in tempo per vedere il 3 a 2 di Cuadrado, prima ho vissuto momenti di esaltazione per una tartare di manzo, rosso d’uovo, limone, sale, pepe, tabasco, brandy, salsa Worcester e olio, esaltazione ma anche panico, perché sapevo che non giocava Marin. E’ vero che forse ho vissuto la parte più emozionante della partita, ma anche che mi sono perso però un bellissimo primo tempo fatto di grande superiorità. In compenso ho assistito a quel mix di caratteristiche importanti che Montella ha riassunto in forza, lucidità, carattere e idee per ripartire da un 2 a 2 che avrebbe potuto generare contraccolpi pesanti più ancora dell’acquisto di Gomez. Tedesco ancora al di sotto, e là dove anche la capra crepa sarà tra poco la sua più giusta collocazione tattica. Mentre Mazzoleni cerca di cucinarci un nuovo pasto indigesto, arbitro scarso come le portate della sua Nouvelle Cuisine. La squadra crea molto, è continua, e il risultato non rende merito a cotanta superiorità, sembrerà strano ma anche ieri la Fiorentina dimostra i suoi limiti in fase realizzativa. Sono diventati 18 i giocatori Viola ad andare in gol, e manca ancora Marione nella quaterna, manca quindi sempre di più soprattutto Babacar che lo possa sostituire, mentre il quarto gol di Joaquin è un capolavoro balistico al pari della tartare che ha centrato perfettamente il mio gusto. Diciamo che se da una parte c’è stata la sfortuna sotto forma di due legni e di cucina troppo francese, dall’altra è stata compensata da una certa assenza di comunicati per il mancato rinnovo di Aquilani e Babacar che non avrebbero permesso a Pizarro di passare serenamente palle sanguinose all’indietro. La sorpresa preparata con cura è stato Ilicic che ha accusato un dolore nel riscaldamento, è stato questo il regalo all’Irma per i suoi 80 anni, gli ho fatto credere che gliel’aveva dedicato come il miglior gesto tecnico della sua avventura in Viola ormai alla fine. Mi ha abbracciato commossa perché l'Irma è abbonata a Mediaset Premium Calcio. Un po' mi dispiace per Iachini che da un punto di vista estetico rimane ancora grezzo, lo avrei preferito con un Borsalino invece che sempre con il solito cappellino a bischero. Ma anche lui crescerà magari facendo un percorso che prima preveda la coppola. Se poi devo cercare ombre, questa volta vedo delle chiare responsabilità di Montella nel clamoroso pasticcio tra Tata e Alonso, nel senso che l’azione difensiva era stata preparata bene, con diagonali giuste e le grandi intese, per far si che in casa non vincessimo neanche questa volta. Poi però cosa c’entrano il terzo e soprattutto il quarto gol lo sapranno solo lui e Cognigni. La nota più lieta invece, oltre naturalmente all’infortunio di Ilicic, è stata Borja Valero che mi ha fatto stropicciare gli occhi, forse anche perché ebbro di carne cruda, ma per un attimo non ho capito più niente, tanto che ho chiesto alla Rita chi fossi. Se per caso non fossi Paolo Brosio perché mi era sembrato di vedere la Madonna. Ma non potevo accettare che fosse pelata. Poi persino Mancini a gambe all’aria preso a pallonate in faccia, Montella che salva la panchina, la perla di Joaquin, la famiglia riunita a festeggiare gli 80 anni dell’Irma, insomma una domenica perfetta se non fosse stato che dopo Totti anche io ho perso tempo per festeggiare il record di commenti, e così mi sono fatto un selfie con sullo sfondo Borja Valero invece della Curva Sud.