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giovedì 1 gennaio 2015

2015

Si apre un nuovo anno con la speranza che non faccia riscontro dopo che anche l’allenamento di oggi sarà a porte aperte. Esultano gli uomini di Radio Blu, finalmente felici davanti allo schiudersi di qualcosa che possa assomigliare in qualche modo al divaricarsi, anche se non proprio come quando in curva si entrava addirittura con le trombe. Che non era ancora entrare dentro nel senso di trombare. L’ultimo giorno del 2014 ci ha visti come sempre Guelfi e Ghibellini, divisi cioè tra case di amici, ristoranti, discoteche e piazze, con l’unica eccezione che ci accomuna tutti, un luogo dove gli italiani convergono copiosi il 31 dicembre. Le casse del supermercato. Per me il luogo d’ispirazione maggiore, e per fortuna anche quello dove sempre meno mi approvvigiono. Ormai quasi solo per lo scatolame. Spaccati di sociologia in mezzo ai resti di generi alimentari a volte spaccati, e insieme ai resti di quando non paghi con la carta di credito. Il vecchino della Coop è lo stesso che segue da vicino i lavori della tramvia. E’ stanziale e vive in simbiosi con il banco delle offerte per i soci. Lento come Badelj, il rischio è quello di ritrovarselo davanti al viadotto dei latticini, e così vedersi scadere gli yogurt sotto gli occhi. Lento ma veramente carino si scambia gli auguri con i propri simili creando intasamenti che ricordano quelli immancabili nel tratto tra Barberino e Roncobilaccio. Per me sono molto interessanti anche gli studenti alle prese con il cenone. Riconoscibili perché usano sempre la stessa scusa della ricetta dei tagliolini alla vodka per acquistarne una quantità sproporzionata che ti diranno essere il vero segreto della ricetta, usarla cioè al posto dell’acqua per farceli cuocere. Il problema nasce quando arrivano alla cassa e devono dividere i costi. Code in aumento fino a Sasso Marconi. E come non notare le donne che già dalle 8,30 vanno a fare la spesa truccate e vestite come quando entrano a lavorare al night o direttamente al veglione. Preferiscono l’Esselunga alla Coop, il tacco 12 mal sopporta infatti lo stare in coda per i saluti, davanti al banco del freddo, o alle casse dove si calcolano ancora gli estimi catastali della vodka. Tutta questa gente va lì per trovare fonte d’ispirazione, poi raccontano sui rispettivi blog di aver visto un bischero girare con scatolame e detersivi, poi chiedere a una stangona che lo supera in altezza (grazie anche al tacco 12), se vuole essere aiutata a prendere il burro che si trova in alto. Lei russa, non capisce bene ma è gentile e glielo passa. Lo stesso che gira tra gli scaffali con un foglietto dove si scrive le cose. Tipo buon anno.