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mercoledì 4 gennaio 2012

La coppia Uefa


Mi sono sembrati affiatati come Simon & Garfunkel, anche un po' Garfield  invece solo Corvino, per quelle sue movenze sornione, come quel modo di far oscillare l'aspersorio per  incensarsi, tra quarti posti e il rinnovato impegno del patronno, peccato solo che non sia arancione con le strisce nere come il gattone che mangia le lasagne, anche se Pantaleo potrebbe mangiarsi benissimo lasagne e gattone tra una domanda e l'altra. E poi il solito slang forse esasperato dalla ciccingomma offerta in comunione dei beni da Delio. I due convincono soprattutto in coro oltre che negli assoli, il risultato è una piacevole fusione delle voci che convergono perfettamente negli intenti. Spicca nel loro concerto il pezzo su Gilardino, sbolognato in coppia al robivecchi di Genova, l'augurio è che una volta trovati dei Preziosi collaboratori che svuotano così bene le cantine,  ci portino via anche quel vecchio comodino di Marchionni sempre più comodino in tribuna, anche un po’troppo a suo agio per la verità. E poi Felipe, non proprio più così tanto da rottamare vista la recente ristrutturazione del cognome che l’ha portato ad essere anche un po' più Dal Bello, differenziandolo così dai soliti difensori centrali emaciati dalla propria inconsistenza. La piazza è perplessa e lo sono anch’io di come la piazza abbia da prima accolto Delio Rossi come un Messia, mentre oggi, che proprio lui finalmente avvalla cessioni dolorose ma non più rimandabili, esternando tranquillità e condivisione di programmi con la società, il popolo Viola  riversa, tumultuoso, le proprie insofferenze verso il solito e povero Garfield. Insomma, Delio ci ha messo la faccia, la stessa che tanto era piaciuta quando, mandibola concitata alla mano, ci aveva liberato di Mihailovic. Si, mi sono piaciuti, proprio come due belle fette di pane e salame, di quello buono che forse molti di noi non hanno mai assaggiato. Si perché il salame che staziona anonimo nella grande distribuzione, un usurpatore che mostra la sua faccia contraffatta in frigoriferi che sono un crocevia d’illegalità del gusto, ha il sapore piatto del pvc, l’anima grigia del polistirolo, dimensione e colore da retrospettiva del salame horror. Mentre il salame quello vero, scalda il cuore, e capisci subito da quando lo tagli, che quella non sarà più la stessa giornata. Non importerebbe il Glade, e nemmeno i più ricercati deodoranti per l’ambiente, non importerebbe neanche imbiancare, basterebbe affettare un buon salame per ridare vita alla tua casa.  E’ vero anche, che ai palati anestetizzati da anni di Coop, l’esperienza potrebbe essere troppo forte, ma la consiglio comunque a costo di dover sopportare momenti di panico, quando la sua forza espressiva ti sconvolgerà fino a rimettere in discussione il faticoso equilibrio di coppia che avevi raggiunto con la grande distribuzione. Concediti una scappatella con il sapore, anche solo una sveltina a Gaiole in Chianti, alla macelleria Chini, lontano dagli occhi lontano dal cuore, ma con la bocca piena, poi a tempo debito lo diremo anche a Delio di cambiare l’articolo con il quale si tormenta le mascelle.