Quello zero a zero maturato sul ponte della Sardinia Ferries e aggravato dall'assetto senza punte, senza cioè nessuna bocca da fuoco o di Bonifacio che dir si voglia, e che per questo ha prodotto una partita senza Capo Teulada ne coda, più che alla classifica è servito ad acuire lo stato depressivo del tifoso Viola. E si sa che quando in città la depressione picchia dura come l'afa d'estate, il fiorentino si chiude a riccio, e tutto contrito diventa sospettoso come Cerci davanti a una puntata di Art Attack. E così oggi in molti non credono più neanche all’integrità di razza del “porcellino”, da quando cioè si è manifestata crudele l'inconsistenza di Ljiajc sotto porta, a quel porcellino è come se fosse apparso uno strano collare più chiaro, che ha fatto subito esplodere il sospetto che fosse di cinta senese. E a quel punto si è davvero temuto il peggio, perché la depressione da reti inviolate è subdola, e ha fatto credere a più di qualcuno che quello fosse un maiale di Troia, dal quale potessero uscire fuori a notte inoltrata, Sannino e Calaiò a rubarci il lampredotto e a lasciare lì dove si buttano le monetine, due pan pepati dell'anno prima tanto per pigliarci per le mele. Amauri che non viene perché la moglie e Corvino hanno le doglie, anche se Corvino sembra più incinta della moglie, non aiuta certo l'umore del tifoso, che non prende più nemmeno il Prozac per paura che Corvino possa in qualche modo pensare a quello come un invito a comprargli il vecchio Zaccarelli per il centrocampo, e non mangia più nemmeno i crostini di fegato perché gli ricordano quel crostino di Jovetic, e allora si che il fegato gli si gonfia di rabbia che ci potrebbero fare persino il foie gras. E non può sfogarsi neanche rimpiangendo i tanto amati Frey, Mutu e Gilardino perché fanno ancora peggio di quando erano qua, e che a suo tempo sono comunque serviti a rinfacciare le loro cessioni a una proprietà, che alla fine e secondo il tifoso depresso, è la vera causa di questo suo stato di prostrazione. Avevamo preso due futuri campioni dall'Atalanta, Pazzini se n'è andato nel calcio che conta a segnare, e a noi c'è rimasto sulla groppa il fantasma del palcoscenico, che ci si accorge della sua esistenza solo perché si vede muovere una passata in mezzo al campo. Intanto la famiglia Ferragamo raddoppia la sorveglianza di Palazzo Spini Feroni in piazza Santa Trinita, perché teme che il pozzo di Beatrice venga preso d'assalto per un suicidio di massa, e poi Ferragamo s'è anche un po’ risentito in quanto produttore anche lui di scarpe di lusso, “che vadano a Casette d'Ete se proprio vogliono farla finita” è stata l'amara dichiarazione di Leonardo. In molti già dopo la sconfitta interna con il Lecce si erano accampati alla Fortezza da Basso, scambiati in un primo momento per una trovata pubblicitaria legata a Pitti Uomo, si è invece capito dopo un breve comunicato della Fiesole, che erano tifosi Viola, che avevano deciso di lasciarsi morire lì, avendo ritenuto ideale quella collocazione da Basso che più basso non si può, come appunto classifica e umore. L'entusiasmo riservato a Delio Rossi e ai suoi schemi offensivi si è trasformato in magone davanti allo schema 1-10 visto a Cagliari dove in 90 minuti la Fiorentina ha tirato una volta in porta con Lazzari, come da regolamento del resto, come quando si interrompe una partita nel primo tempo, e quindi il Cagliari ha lasciato lo spazio per il tiro a Lazzari in modo da evitare a Cellino di dover restituire il prezzo del biglietto. Insomma, dopo i reiterati gol mancati di Ljiajc, al tifoso è venuto il diabetic, e sarà forse per questo che il Corvo ha pensato di comprare giocatori Amauri, adesso il capolavoro potrebbe essere quello di portare a Firenze il difensore brasiliano del Bayern, Gustavo, in modo che il tifoso possa lenire la propria depressione con una semplice penna, e così la sera prima di andare a letto, prendere l’amata pasticchina e leggere sulla scatola “Forza GusTavor”.