Ognuno aveva la sua strategia, più o meno articolata, fantasiosa o grezza come l’olio d’oliva non filtrato, c’è chi lo voleva strusciare subito come l’aglio sulla bruschetta e chi lo inzuppava in maniera più elegante come fosse in pinzimonio, insomma, per arrivare a quello c’era persino chi usava metodologie di famiglia, tramandate come la salsa verde dei trippai, Galliani usa adescare garantendo il mantenimento della “battona”, “Ti faccio fare la bella vita basta che scappi di casa”. Marotta s’è rovinato la vista in bagno per non aver trovato un topa player che gliela desse. Tutte le tecniche sono comunque lecite, e come si dice all’Ataf “Il fine giustifica i mezzi pubblici”, ricordo quando andava di moda la collezione di farfalle, quando ancora non c’erano gli animalisti a rompere i coglioni, io però ero uno di quelli che si volevano differenziare, che voleva stupire e le farfalle ormai uscivano anche in edicola a fascicoli settimanali. Come potevo fare ad attirarle allora? I tempi non erano i migliori, in un periodo di austerity sessuale l’unica alternativa erano le targhe alternatiive, ma pari o dispari perdevo sempre, nessuna veniva a casa mia proprio come a giocare a Firenze ai tempi della pontellizzazione, e allora guardando fuori dalla finestra della cucina che dava sul giardino Torrigiani, con la fame mi si aguzzò l’ingegno e trovai la soluzione. Un lampo, un’intuizione che mi dotò di passepartout per la profanazione di tutte le toppe, e mentre le collezioni di farfalle fecero presto la fine delle pernici, al 156 di via de’ Serragli avevo messo su uno sviaggìo per quelle scale che la Burbassi del piano di sopra temette l’apertura di un ostello della gioventù. Insomma, raccontavo di possedere la più grande collezione al mondo di conchiglie marine, quando poi vedevano che non ne avevo nemmeno una da mostrare e stavano per incazzarsi, con la faccia a culo che ancora oggi mi ritrovo, dicevo “La tengo sparpagliata sulle spiaggie di tutto il mondo, forse l’hai vista.” A quel punto mi amavano aggiungendomi alla loro collezione di bipedi alati sparpagliati ben oltre San Frediano, e su e su a salire passata la Consuma, “Tanto la un si consuma nini”. Tornando a noi, nel calcio ci sono i giocatori forti e poi gli altri, quelli forti possono giocare tra di se anche se mescolati a casaccio come potrebbe fare Stramaccioni, per gli altri è stato inventato l’allenatore che così si prende tutte le colpe e così è stato inventato anche Zamparini, nella vita invece ci sono i belli e i brutti, se pensi a un bello e un brutto che camminano sulla spiaggia delle conchiglie, il bello avrà il vento nei capelli, il brutto la sabbia negli occhi. Migliaccio non è che sbagliasse gli appoggi o gli stop per cattiveria, aveva solo la sabbia negli occhi, ma sono i Migliaccio che fanno andare avanti il mondo, pensate a Dante che era brutto come Migliaccio, se fosse stato bello sarebbe stato tutto il tempo a trombare Beatrice e non avrebbe scritto la Divina Commedia. Ora io queste cose le scrivo sperando che Tommaso non le legga perché sono geloso dei miei trucchi, non voglio tramandarli, del resto sono un padre degenere ma onesto, perché sono stato chiaro fin da subito, gliel’ho detto “L’unica cosa in comune è la Fiorentina”, per il resto l’ho ammonito sul fatto che un figlio di San Frediano dal padre può aspettarsi solo che sia presente al concepimento. E a proposito di scheletri nell’armadio che però fanno da antitarme, c’era una ragazza brutta in San Frediano, quasi come Behrami, non la voleva nessuno, ma una volta mentre era a prendere il cappuccino dal Torcini seppe di quella strana collezione e allora s’imbucò dietro a un’americana di Milwaukee che studiava in piazza Savonarola e che amava tanto sentire
il mare di cazzate dentro la conchiglia, la bruttona mise il piede a incastro nella porta per non farmela richiudere e mi disse “Se Maometto non va alla montagna, va al mare a vedere tutte queste belle conchiglie”, il genio è genio anche quando è brutto, e allora la ripagai di brutto. Ogni anno quando vado a ripagare le tasse penso a quanto era stato meglio ripagare la bruttona, mi sono inventato anche di andarci con tutte le buone intenzioni, l’ultima volta ci sono andato addirittura con il sorriso, ma loro hanno voluto i soldi. Visto il calendario e pensando alla grandezza di questa Fiorentina mi è venuto un cuoricino piccolo così, e non solo al pensiero che Jannacci non c’è più, ma ripensando alle sue parole in virtù delle forze in campo, è già chiaro cioè che purtroppo ci sarà un’impennata di violenza che si scatenerà in certe famiglie, dovuta a quelli che...quando perde l’Inter o il Milan contro la Fiorentina: “In fondo è solo una partita di futbol”, poi vanno a casa e picchiano la moglie e i bambini (nel senso dei figli).