Mi riservo con fermezza il diritto di contraddirmi, da vero tifoso Viola spero che Ljajic rimanga, ma se non vuole rimanere allora spero che se ne vada, del resto se non è pontellizzazione è scudetto, se Della Valle non è un pezzo di merda allora c’è solo un presidente, perché se Adem pensa davvero che senza la Fiorentina la vita possa sorridergli ancora, si accorgerà molto presto che la vita ha una paresi. Intanto, prima che se ne vada a digiunare altrove mi piacerebbe chiedere a El Hamdaoui non tanto che cosa non abbia funzionato nella sua esperienza fiorentina, ma che religione è quella che impedisce a un uomo di bere una birra fresca in una giornata caldissima. E se in quello che non ha funzionato c’è per caso anche l’aspetto troppo massiccio della nostra bistecca. Quando inizia il periodo delle ferie mi vengono certi pensieri, mi viene in mente il bollino rosso, le partenze intelligenti che discriminano persone come Vargas e Cerci, mi viene in mente il nuovo calendario della serie A, le interviste a Galliani e quelle ai caselli autostradali, sempre uguali a se stesse, dove quella Prinz NSU verde bottiglia tradisce servizi datati, come le parole dell’AD rossonero invece il vuoto cosmico. E poi quando le autostrade le percorri davvero capisci anche il perché di certi gesti che prima deprecavi e che invece nascondevano del genio, se solo pensi che Leonardo da Vinci lanciava sassi dalla torre di Pisa come ora lo fanno dal cavalcavia dell’Autostrada. Intanto la paura fa 90, che va anche bene in superstrada, meno nella testa del tifoso, paura che porta solo alla beatificazione del giocatore che forse se ne andrà, è successo anche con Prandelli, mentre per quelli che rimangono c’è sempre pronto un naso e una parrucca finta, o una pernice da rubare, certo non succede solo nel calcio, se penso come sia facile scambiare il paradiso per un paio di cosce lunghe, ma nel calcio le cosce di Ljajic sembrano diventate così libidinose che il tifoso perverso usa la piuma mentre il pervertito tutto il pollo. Si parla di Adem come anche di Balo, come di tutti quei grandi talenti molto giovani che devono prendere decisioni più grandi di loro, situazioni dove scorrono soldi come la birra dai rubinetti della vasca da bagno di Vargas, e non è facile se non c’è qualcuno che fa i tuoi interessi davvero, oltre ai suoi, così succede che certo talento alla fine è da “Utilizzare a proprio rischio e pericolo” come ho letto in un cartello appeso alla porta dell’ascensore di un condominio del viale Canova. Intanto Vargas forse sollecitato da un’offerta dallo Zenit ha voluto imparare un proverbio di quelle parti in modo da fare subito bella figura il giorno della presentazione “La chiesa è vicina ma la strada è ghiacciata, il bar è lontano ma camminerò con prudenza”. Ah le rose lunghe, sono croce e delizia, sono Santa Croce e piazza Dalmazia, ci fanno impazzire come certe cosce lunghe che arrivano in Croazia, le vogliamo così belle affusolate ma poi ci generano ansia da prestazione, perché chi dovrà andare in panchina forse sarà così scontento da minare l’armonia dello spogliatoio. A questo proposito mi vengono in mente le rose che amava Prandelli, tracagnotte e pelose, che alla fine però erano come le gelaterie di una volta, ve le ricordate? Due gusti, crema e cioccolato. Ora non sai più cosa scegliere, passi venti minuti ad andare avanti e indietro lungo il bancone dove si trovano i gusti più assurdi. Il Puffo, ma a chi è ispirato, a Giovinco? E ancora avanti e indietro, c’è pure il cacciucco che sa tanto di Cristiano Lucarelli, ma quando sei uscito alla fine hai preso crema e cioccolato come piaceva a Prandelli, anche se lui se lo gustava a braccietto con Bettega che più di tutto amava il Bacio di Giuda. E se Montolivo non ha rilasciato ancora la famosa intervista dove avrebbe dovuto spiegare certe verità sul suo passaggio al Milan perché impegnato a dare i suggerimenti del caso al giovane e inesperto Ljajic, in compenso ha raccontato con grande onestà la prima volta che si è spogliato davanti alla fidanzata, quando lei gli ha detto “Cos’è, una caccia al tesoro Riccardo?” E a proposito di giochi, scommesse, beneficenze che nel calcio trovano sempre maggior spazio per fortuna, tra Telethon e partite del cuore, Guetta ormai scommette più di Buffon, prima le colazioni a favore della Fondazione Borgonovo, adesso l’ultimissima trovata dove s’inventa un gioco a premi nel quale mette in palio t-shirt e organizza cene di blog, una sorta di giochi senza frontiere dove lui dovrebbe fare lo scafista. Io non voglio certo essere
da meno, anzi ne sono talmente invidioso che voglio lanciare la mia bella iniziativa con l’intenzione di superarlo, magari con un motoscafo d’alto mare, insomma, di fare qualcosa di più eclatante, e così ho deciso di mettermi in gioco incidendo un disco a favore dell’Aido a cui destinerò tutto il ricavato, e la nostra cena sarà fatta proprio con gli avanzi dell’Aido. Il CD costerà un occhio della testa così poi lo potranno utilizzare per Marotta, e il pezzo sarà un ritornello breve ma ossessivo sulle note della sigla di Heidi, nella speranza di farlo diventare un tormentone, un testo di Stefano Nosei “ AIDO ti sorridono gli organi, AIDO, i miei occhi ti fanno ciao, AIDO è un trapianto fantastico, AIDO AIDO io dono tutto a te”.
