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martedì 2 luglio 2013

Lettera aperta a Ramadani, parentesi tonda chiusa il lunedì

Non mi bastava essere ancora indolenzito dalla sconfitta dei Bianchi, no, non ho preso la FiPiLi in direzione mare per dimenticare e andare a mostrare le chiappe chiare, no, ho voluto imboccare la Di Male in Peggio per farmi male, o meglio per fare prima a chiedermi come mai Ramadani gira per l’Europa come la mi’ nonna, senza però “compicciare” niente, ancora non ho digerito la caccia di “Piombino” in mezzo a una scazzottata generale, che mi ritrovo di nuovo in Santa Croce seduto sopra i resti di una sconfitta a chiedermi come mai Ramadani ha tutta questa facilità nel rendere le cose più difficili. Fali, avevi fatto tutto bene proprio come i Bianchi fino alla finale, avevi fatto firmare il rinnovo inserendo la clausola di 30 milioni per liberarlo, molto meglio di Pallavicino, Jovetic intanto si era messo d’accordo con Andrea per andarsene a fine stagione, e tu che hai fatto nel frattempo? E non dire per favore che JoJo ti doveva aiutare perché come dice Paolo Poli “ La mente è come l’ombrello: per funzionare deve essere aperta” e su Jovetic non piove mai, è arido come il deserto del Gobi in attesa che vada in quello dei gobbi, del resto hai avuto tutto il tempo per arrivare al dunque, e non ti affannare ad andare a cercare dunque su Google Maps. Tu sei il diavolo per i facilitatori, tu complichi, solo gli adulti come te hanno difficoltà con i tappi a prova di bambino, purtroppo in mezzo ci siamo noi che aspettiamo che Jovetic ci porti quanto pattuito, ma tu e lui ogni giorno che passa mi ricordate sempre di più i due anziani che abitano sullo stesso pianerottolo di mia nonna detta “esco per digerire, ma che avevi mangiato un cavallo?”, quelli che negli anni quaranta furono lo scandalo di San Frediano perché andarono a convivere senza sposarsi, erano avanti, del resto come tu e Jovetic che vi eravate messi così avanti per cercare di andare via. Poi la coppia di vicini di mia nonna da così avanti, invecchiando è diventata così rintronata, proprio come te e il montenegrino, per questo me li avete ricordati, quando mia nonna me lo raccontò, loro a differenza vostra mi fecero tenerezza, voi no, perché la donna gli fece capire che ormai si sarebbero potuti anche sposare, e lui il Ramadani di turno, le rispose che alla loro età non gli avrebbe presi nessuno. Ti chiedo quando sei pronto a definire questa benedetta trattativa, dovresti sapere che dopo quella simpatica intervista di quell’ambasciatrice della Gozzini che non porta pena, Jovetic a Moena non è proprio ben visto come può esserlo invece uno dei tanti gerani che ricamano i balconi, il montenegrino non fa paesaggio proprio come una rondine non fa primavera, è un ecomostro come Punta Perotti a Bari, e ti prego di non andare su Wikipedia a cercare Perotti del Bari perché punta in questo caso non sta per attaccante e quello poi era Protti. Tu non sei ancora pronto diciamocelo, sei impreparato e non è per mettere sempre di mezzo una nonna che è andata a fare due passi, la Consuma, la Futa e poi la fuitina, perché proprio lei ci insegna che chi cammina sola può partire oggi (come dovrebbe fare JoJo) ma chi viaggia in compagnia deve aspettare l’altro che sia pronto. Ma tu allora quando sei pronto? Dimmi che non è vera la storia che si narra tra i procuratori sulla tua lentezza anche in campo sentimentale, Raiola dice che hai frequentato per anni una ragazza fino a quando non sono cominciate le pretese, e allora hai voluto sapere come si chiammasse. Caro Ramadani questa edizione dell’editoriale va in onda in forma ridotta per venire incontro alle tue capacità mentali.