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sabato 13 luglio 2013

Mi sento sdrucciolare un ricordo

Certo, come no, adesso Ilicic e il Palermo starebbero aspettando una volta Jovetic e i comodi del Manchester,  l’altra Ljajic, che però a sua volta starebbe aspettando quelli di Robinho, del Santos, di Galliani, il tutto legato alla guerra tra Ghedini e la Bocassini, manca solo qualcuno che aspetti la tramvia, ecco, Ilicic arriva solo quando la tramvia passa da Arcipressi con un autista che si chiama Pino, con l’Arbre Magique e alla faccia di Abete. Che menti, e io che pensavo che il problema fosse solo quello dell’acqua che occupa due terzi di un mondo fatto per l’uomo che però non ha le branchie, no, il problema non è la mancanza delle branchie ma di quelli con il cervello di Branchini, e allora se la logica è questa, se chi fa informazione e calcio ci racconta che Ilicic per venire a Firenze deve aspettare un figlio, non voglio più avere a che fare con gli uomini, anzi, forse solo con quello che ha inventato il sesso per vedere a cosa sta lavorando adesso. No, non possiamo essere tutti così pur abitando nello stesso mondo e frequentando la stessa passione, ho visto uomini scrivere, scrivere e poi scrivere ancora del rinnovo di Ljajic fino a prendere pasticche per il mail di testa, e altri inventare strumenti ingegnosi come il barometro per indicare che tipo di tempo stiamo avendo, quando ci sono già le finestre. E poi a Firenze c’è talmente tanta infelicità per la mancata pontellizzazione che luoghi simbolo come  piazza San Felice si stanno spopolando, e il lunedì anche dopo aver battuto la Juve rimarrà sempre un modo orribile di vivere un settimo della propria vita. L’uomo è cinico e a Firenze persino baro, ho conosciuto dottori di Careggi in autofinanziamento che dovendo far quadrare i conti e pur facendo diagnosi dure come forse la peggiore “Le sono rimasti sei mesi di vita”, costretti a dargliene altri sei perché questi non avevano i soldi per pagare il ticket. Intanto dopo l’intervista a Jovetic, la Gozzini ne porta a casa un’altra, oltre a una merda pestata in via Maffia, un’intervista a un Montolivo persino più intelligente di Jovetic che dichiara “Sto bene a Milano perché la nebbia nasconde un po’ la mia lentezza, e un giorno senza la luce del sole è come la notte, e io la notte dormo proprio come in campo”, Marotta dopo questo pensiero si è innamorato del giocatore e ha offerto la metà di un bicchiere mezzo vuoto, uno di quei milioni trovati in una fossa comune dietro al Bar Marisa. A Firenze oggi ci sono i paraculi che salgono sul paracarro dei vincitori, mentre Ilicic vive ormai nella sala d’aspetto della Dea bendata aspettando l’incastro giusto, un puzzle di un milione di pezzi da pagare in tre comode rate, una storia che non sta in piedi e che mi ricorda tanto quello che mi diceva mia nonna che cammin facendo, intanto, una volta arrivata a Compostela ha pensato a quanta gente avesse il problema del colesterolo, mia nonna che mi diceva “Stai attento perché Bacco tabacco e venere..” proprio mentre impazzava James Bond che non andava mai in cenere, ma non solo, non lo ammazzava nemmeno un tiro da fuori area di Montolivo. Ho saputo di un giocatore della Primavera Viola che ha rifiutato il trasferimento a Gubbio, e non per via del progetto o del contratto, ma solo per colpa delle previsioni di Giuliacci, un’area nella quale quando c’è tempo da lupi piovono cani, e comunque adesso è chiaro che chi se ne vuole andare da Firenze, quando capirà l’errore si odierà al mattino appena sveglio e non gli resterà altro che dormire fino a mezzogiorno. La Fiorentina che sta nascendo è bellissima, mi ricordo l’odore delle botteghe dei corniciai, e allora mi fermo con la memoria nello Sdrucciolo dei Pitti a comprarne una per incorniciare questa grande passione.