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mercoledì 10 luglio 2013

Jovetic tac tic tac tic tac...Storia di un'intervista innescata per sbaglio mentre tutti gli artificieri erano chiusi in bagno con la cacaiola

Si dice che Jovetic fosse presente durante la trattativa tra il City e il suo cervello a distanza, tale Fali Ramadani, il quale lo avrebbe ripreso una sola volta dopo che il giocatore tossendo aveva sputacchiato in faccia al Direttore Sportivo inglese nel preciso istante che le parti si erano accordate per 32 milioni da versare nelle casse della Fiorentina, “Quando si tossisce si mette la mano sulla bocca” sono state le parole di Ramadani tra il paterno e il risentito, mentre Jovetic rispondeva “Ho provato ma si tossisce lo stesso”, una risposta che ci è costata 2 milioni secchi secchi perché il dirigente del City pur riconoscendo le qualità tecniche del giocatore ha anche svelato che esiste un regolamento interno che non autorizza esborsi superiori ai 30 milioni per i giocatori cretini anche se bravi. Diciamo che Jovetic non ci rimarrà nel cuore ma solo sul culo, è stato un giocatore freddo come un avanzo di pastasciutta riscaldato nel frigo, ha sempre dato l’idea di non essersi mai integrato veramente, un giocatore che è montato in servizio senza essere mai entrato in sintonia con i suoi tifosi e con la città. A Firenze ci piacciono giocatori diversi, anche se da un punto di vista tecnico abbiamo apprezzato le sue qualità, si è dimostrato alla fine proprio un giocatore da Juve, e questo  ha escluso in automatico un qualsiasi rapporto diverso da quello che si può instaurare tra un impiegato del catasto e il terminale di controllo accessi dopo 30 anni di lavoro, il lunedì mattina all’atto di presentare il badge sapendo di entrare nell’ufficio accanto a quello del capo che poi è anche quello che ti tromba la moglie ormai da più di 10 anni. Si, preferiamo gente diversa dal campione dall’anima a strisce, non amiamo il deserto dei sentimenti che tutti i giorni avanza in certi cuori distanti, preferiamo la foresta intricata delle emozioni dei giocatori e degli uomini che amano la maglia che indossano, e amiamo soprattutto la foresta come da foto che dedico ad Attila. Per capirsi meglio ci piace il giocatore che si spende, quello che sa che San Frediano è una palestra forse anche migliore di quella del centro sportivo, e magari dopo gli allenamenti va a fare due giri supplementari intorno alla fontana di piazza Santo Spirito tanto per migliorare il feeling con il pallore, un giocatore che almeno una volta ogni semestre tiri fuori una mezza battuta come ha fatto Joaquin dopo neanche un ora per presentarsi e allo stesso tempo raccontare ai nuovi compagni la propria estate, capace di coinvolgere il gruppo raccontando di essere tornato da un viaggio di piacere, di avere cioè accompagnato la suocera all’aeroporto. Mentre tutto quello che è riuscito a dire Jovetic in tutti questi anni lo ha detto a Prandelli la sera della doppietta al Liverpool quando lasciandosi finalmente andare tirò fuori un’emozione “Mister la vita è meravigliosa, senza sarei morto”. No, non è stato nemmeno riconoscente, ha rilasciato un’intervista che evidenzia una freddezza da killer, una mancanza di sensibilità da killer, un cinismo da killer, un modo di essere che non tiene conto nemmeno degli insegnamenti di Oscar Wilde quando sosteneva che un omicidio è sempre un errore, invitando a non fare mai niente di cui non si potesse parlare dopo una cena. Ci hai deluso profondamente caro Jovetic perché sei così cinico che quando annusi i fiori ti giri intorno a cercare la bara, mentre noi abbiamo bisogno di gesticolare, di bere un bicchiere di vino e intercalare qualche parolaccia, siamo sanguigni, non siamo tutte chiacchiere e distintivo ma lampredotto e salsa verde, siamo guardare in faccia un culo che parla, siamo attreversare l’Arno, fare il Piazzale, ci intristiamo solo quando imbocchiamo via Bronzino, cosa ce ne facciamo dei tuoi spigoli, la geometria del tuo viso non ci aiuta a superare nemmeno il Ponte alla Vittoria congestionato dal traffico, ci hai deluso ma non sorpreso, si, ce lo aspettavamo che tu fossi così, non perché siamo dei geni anche se lo siamo confronto a te, ma perché era così tristemente palese, perché non sei mai riuscito a sorprenderci nemmeno negativamente, insomma si intuiva abbastanza facilmente questo finale, come del resto negli anni  5, 4, 3, 2, 1, avanti Cristo si intuiva che stava per succedere qualcosa.