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venerdì 19 luglio 2013

L'arabona e quella racchia

La prossima stagione più che a Verratti dovremo pensare al prolbema dei gatti, essere così bravi cioè da aggirare quel problemino tipico che in certe realtà domestiche si evidenzia quando appunto il gatto si è addormentato in grembo con l’aria perfettamente felice ma bisogna andare in bagno, quello che tradotto ci capita quando invece del gatto c’è di mezzo un ratto tipo Bergonzi, quando cioè siamo lì lì belli beati un attimo prima di fare il grande salto, vediamo, la miglior cosa sarebbe quella di mandarci Bergonzi in bagno, come si dice dalle parti di via della Chiesa, di mandarlo a cacare. Diciamo anche che la prossima stagione dovranno avere tutti molto più rispetto per una squadra e soprattutto una società che è riuscita a far puntare i riflettori dell’Europa sul suo campionato un po’ decadente, non siamo più una squadra di imbalsamatori di pernici e di pagliacci con kit da viaggio, no, siamo una realtà che da prestigio a tutto il calcio italiano. Bergonzi o i paritetici stronzi dovranno usare forme di tutela al posto della lupara, no alla gambizzazione della Fiorentina, no al pizzo a favore del Milan, si all’intimo con il pizzo di Carina Wanzug, per farla breve e per mandare in bagno anche la scaramanzia e la prudenza, io sarei per dichiarare come obiettivo minimo della stagione il triplete, un triplo concentrato di ottimismo capace di dare sapore alla salsa di parole di questo periodo, una grigliata di aspettative e sogni da far rosolare sul barbecue dell’estate. Io faccio delle previsioni ridondanti di ambizioni, grondanti grasso di festeggiamenti, spendo parole, investo speranze, trasmetto ottimismo, ma è chiaro che non si può prevedere con successo quale lato del pane andrebbe imburrato. Ma alla faccia del colesterolo vuol dire che mi sacrificherò per voi e così la fetta del pane la imburro da tutte e due le parti, mentre quello che avanza lo tengo in frigo in memoria di Romy Schneider. Per chiudere definitivamente l’argomento ingiustizie, arbitri e giochi sporchi, per liberarmi dal rammarico di un danno importante subito, faccio una seduta di gruppo con voi e quando sarà il mio turno mi vorrò sfogare dicendo che finché mi morde un lupo come Galliani, pazienza, quello che secca è quando ti morde una pecora come Montolivo andato a segno proprio a Firenze, e questo vorrei davvero che non succedesse più. Oggi che gli occhi sono tutti puntati sui big, Gomez e Pepito Rossi su tutti, vorrei spostare l’attenzione su quella che probabilmente è stata l’unica delusione della scorsa stagione, una considerazione in chiave positiva però, perché alla fine potrebbe risultare proprio lui la più bella sorpresa, Mati Fernandez, certo, era stato presentato come un giocatore dai colpi magici mentre abbiamo ancora impresso nella mente quel tentativo di “arabona” sotto la Curva Fiesole naufragato in una figura di merda quasi senza precedenti, la nostra posizione in merito, ad oggi è quella della foto, e cioè che preferiamo un’ arabona in quella posizione ad un aborto di gesto sportivo di quel livello. Il calcio ha finalmente una nuova protagonista e il Viola si è dimostrato non essere affatto un colore inadeguato allo spettacolo come si dice nei corridoi tra vecchie credenze, comodini e superstizioni, no ai superstrizzoni di corpo dovuti all’ansia, anzi, perché invece sembra davvero essere cominciata un’altra epoca, quella di un calcio di nuova generazione, quello classico è stato ormai superato, e come un film che per diventare un classico deve riuscire a far sbadigliare almeno tre generazioni di spettatori, il calcio italiano vecchio stampo ci aveva mandato persino in catalessi. Se Dio avesse voluto un calcio più classico non avrebbe sabotato la pontellizzazione, un calcio stantio che fuori dal campo richiede però ancora la frequentazione di certe stanze vetuste come quella della Lega tra mummie come Lotito e i Preziosi, e la Fiorentina ha capito sulla sua pelle qual’è il metodo per stare a quel tavolo, del resto con il giusto metodo si accorcia anche la strada per lo scudetto. E lo dico io con cognizione di causa visto che molte cose le ho imparate sulla mia pelle, ultima è quella che oggi riesco a trovare le parole sul dizionario molto più velocemente, da quando cioè ho scoperto che sono in ordine alfabetico.