Quella
di sabato è partita intrigante che più intrigante non si può, sotto
tutti gli aspetti, anche quelli che non ti aspetti o che non accetti,
perché è dai parapetti di un confronto tra chi pensa calcio propositivo
che saranno lanciati segnali precisi sul campionato, e lo strumento non
potrà che essere il parapendio con il quale far planare sul terreno di
gioco la candidatura all’oscar per quello che i fedeli e la critica
giudicano un gioco da Dio. Il confronto potrebbe generare addirittura
l’apoteosi, la madre per non dire la Mamma Ebe di tutte le partite, e la
Fiorentina ha la possibilità di far male ad una Roma che anche se in
crescita sembra avere ancora qualche problemino a gestire tutte le fasi
di gioco, e recuperati i suoi uomini importanti, quella Viola è la
squadra peggiore per curare i problemi di labirintite di Zeman sempre in
lotta con gli equilibri delle sue squadre, boemo che però non è scemo e
giovane tantomeno, potrebbe decidere quindi di passare la mano
scegliendo di lasciare in eredità a Montella il rammarico della società
capitolina di esserselo fatto scappare. Match intrigante da un punto di
vista tattico, che può diventare addirittura strategico sul proseguo del
campionato, perché una Fiorentina che espugna l’Olimpico con autorità
diventa a tutti gli effetti una candidata al titolo, e non è difficile
che si possa imporre a questa Roma ancora in ritardo nella costruzione
di una sua identità precisa, che potrebbe trovare grandi difficoltà ad
affrontare una squadra che invece la sua identità ce l’ha eccome, e pure
bella definita, capace di fare calcio di qualità e ambiziosa perché
consapevole della propria forza. Per la Fiorentina potrebbe diventare la
partita ideale per crescere di un altro scalino, e rendere così ancora
più intrigante il proprio cammino, insomma, dietro a questa partita
intravedo da una parte la doccia fredda per i sogni romanisti e
dall’altra, invece, le forme sensuali del peccato non crederci,
l’importante è essere sicuri che dietro non ci sia la brutta sorpresa di
trovarci un uomo nero come potrebbe risultare l’arbitro, ma ad occhio e
croce le proporzioni del sogno, i fianchi che gli prestiamo felici,
sembrano inconfondibili e appetibili allo stesso tempo. La partita va
presa di petto mentre il sogno va preso da dietro, senza togliere
nemmeno la tenda che diventa così contraccettivo per evitare che rimanga
incinta di un risultato bastardo, di quello come dicevo prima che non
ti aspetti e non accetti, che dietro la tenda cioè, quelle forme solo
apparentemente sensuali non si trasformino in flaccida delusione,
ripeto, i nostri sogni sono accampati dietro ad una tenda, mentre non
siamo una squadra attendista perché tendiamo a fare gioco, sempre e con
qualsiasi avversario, attendiamo quindi buone nuove da Roma, se poi
qualcuno di voi dietro a quella tenda o partita scorge pericoli o troppi
spigoli oppure fianchi sospetti che si prestano a mostrare il fianco
alla delusione, allora affronterò il destino da solo e mi sacrificherò
per voi sempre così sospettosi e scaramantici. Per correttezza ora che
ormai avete deciso di mandarmi avanti da solo a sondare il didietro,
devo dire che sulla porta del bagno dove anche il pronostico prima di
diventare tale ha fatto un bagno di umiltà, ho trovato un biglietto con
su scritto “ Sono in doccia. Vittoria.”