Torno
sulla vicenda Montolivo solo perché cosciente di quanto abbia sofferto
chi nasce davvero dal tornio del giornalismo italiano, e non come un
perdigiorno come me che al limite può essere inserito tra i
perdigornalisti, ma che ha comunque sofferto per la stessa insostenibile
ironia del destino, ironia che in quanto gratis si è persino accanita.
Non posso reputarmi un vero collega dell’esimio giornalista, diciamo più
un Colgate nel senso che finalmente posso lavarmi i denti dalle scomode
verità conosciute e fino ad oggi mai svelate perché amico di una cugina
alla lontana della De Pin, anche lei lontana anni luce dalla verità,
tanto da sapere una sega di cosa sia veramente successo. Non c’è cosa
peggiore per un giornalista che avere la soffiata della vita e invece di
poterla raccontare prenderci prima il torcicollo e poi di bischero,
questa è un po’ la storia, anzi le Traversie, di un tipo di figura
professionale nuova che sta tra Gian Aldo Biscardi per via del taglio di
capelli e Mara Maionchi per via della conoscenza musicale e la facilità
d’insulto, un uomo che sapeva e che non poteva dire, come una escort
che non la poteva dare, o come un venditore della Ford che non poteva
vendere la Escort, un uomo che sussurrava le sue verità ai cavalli per
non macerarsi dentro, un uomo dalle mille risorse tanto da poter vantare
nel suo curriculum interviste come quella a Winnie the Pooh pensando
che fosse il quarto uscito dai Pooh, ma anche un uomo dai mille cognomi
tanto che tra il nome composto e il secondo cognome c’è la carrozza
ristorante dove fanno una meravigliosa composta di prugne, per la quale
il nostro uomo che ne va matto ci ha scritto uno dei suoi pezzi più
memorabili “Torna a casa Lassativo”. Volendo in questo modo giocare un
po’ con quella strepitosa figura di cane che ci ha accompagnati da
bambini con le sue avventure e che lui continua a frequentare nella sua
vita professionale anche se oggi nella veste di un carlino invece di un
pastore scozzese, perché lui più che un giornalista di getto è un
giornalista di resto, e come Antognoni che giocava nel Resto del Mondo
lui gioca nel Resto del Carlino, quello che poi gli ha permesso di
raccogliere certe confidenze su Montolivo, che pensavo fosse possibile
leggere solo su Confidenze. Un giornale che mia mamma continua a
comprare da quarant’anni, che esce in un unica copia e che scrive la
giornalaia di Porta Romana per arrotondare. Insomma, oggi che filtrano
verità come quella che Montolivo se ne sarebbe andato perché privato della
fascia di capitano, cosa che Galliani evidentemente già sapeva prima di
far accomodare Aquilani in tribuna per non doverlo riscattare, è l’ora
che anche io tiri fuori tutta la verità che mi ha raccontato quella
cugina di secondo grado della De Pin che lavora da Intimissimi, per
rispetto dei tifosi ma anche dello stesso giornalista bolognese che così
potrà integrarla alla biografia “L’invernole di un uomo” che sta
scrivendo su Corvino. Perché secondo la gola profonda della famiglia di
Cristina, se è vero che Riccardo se ne è andato da Firenze per via della
fascia di capitano è anche vero che sarebbe dovuto andare al Chelsea
dove facevano salti mortali sull’asticella pur di averlo, quella era la
sua destinazione, quella la sua vera asticella, e la cugina della De Pin
fa sul serio e porta le prove mostrandoci le calze che Riccardo aveva
regalato a Cristina per festeggiare il trasferimento a Londra. Poi le
calze si sono smagliate proprio all’altezza del Big Ben e allora è
sembrato un segno del destino, questa si una giustificazione finalmente
seria, e così hanno deciso di prendere l’assegno del destino firmato da
Berlusconi.