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martedì 18 dicembre 2012

Una verità più calzante

Torno sulla vicenda Montolivo solo perché cosciente di quanto abbia sofferto chi nasce davvero dal tornio del giornalismo italiano, e non come un perdigiorno come me che al limite può essere inserito tra i perdigornalisti, ma che ha comunque sofferto per la stessa insostenibile ironia del destino, ironia che in quanto gratis si è persino accanita. Non posso reputarmi un vero collega dell’esimio giornalista, diciamo più un Colgate nel senso che finalmente posso lavarmi i denti dalle scomode verità conosciute e fino ad oggi mai svelate perché amico di una cugina alla lontana della De Pin, anche lei lontana anni luce dalla verità, tanto da sapere una sega di cosa sia veramente successo. Non c’è cosa peggiore per un giornalista che avere la soffiata della vita e invece di poterla raccontare prenderci prima il torcicollo e poi di bischero, questa è un po’ la storia, anzi le Traversie, di un tipo di figura professionale nuova che sta tra Gian Aldo Biscardi per via del taglio di capelli e Mara Maionchi per via della conoscenza musicale e la facilità d’insulto, un uomo che sapeva e che non poteva dire, come una escort che non la poteva dare, o come un venditore della Ford che non poteva vendere la Escort, un uomo che sussurrava le sue verità ai cavalli per non macerarsi dentro, un uomo dalle mille risorse tanto da poter vantare nel suo curriculum interviste come quella a Winnie the Pooh pensando che fosse il quarto uscito dai Pooh, ma anche un uomo dai mille cognomi tanto che tra il nome composto e il secondo cognome c’è la carrozza ristorante dove fanno una meravigliosa composta di prugne, per la quale il nostro uomo che ne va matto ci ha scritto uno dei suoi pezzi più memorabili “Torna a casa Lassativo”. Volendo in questo modo giocare un po’ con quella strepitosa figura di cane che ci ha accompagnati da bambini con le sue avventure e che lui continua a frequentare nella sua vita professionale anche se oggi nella veste di un carlino invece di un pastore scozzese, perché lui più che un giornalista di getto è un giornalista di resto, e come Antognoni che giocava nel Resto del Mondo lui gioca nel Resto del Carlino, quello che poi gli ha permesso di raccogliere certe confidenze su Montolivo, che pensavo fosse possibile leggere solo su Confidenze. Un giornale che mia mamma continua a comprare da quarant’anni, che esce in un unica copia e che scrive la giornalaia di Porta Romana per arrotondare. Insomma, oggi che filtrano verità come quella che Montolivo se ne sarebbe andato perché privato della fascia di capitano, cosa che Galliani evidentemente già sapeva prima di far accomodare Aquilani in tribuna per non doverlo riscattare, è l’ora che anche io tiri fuori tutta la verità che mi ha raccontato quella cugina di secondo grado della De Pin che lavora da Intimissimi, per rispetto dei tifosi ma anche dello stesso giornalista bolognese che così potrà integrarla alla biografia “L’invernole di un uomo” che sta scrivendo su Corvino. Perché secondo la gola profonda della famiglia di Cristina, se è vero che Riccardo se ne è andato da Firenze per via della fascia di capitano è anche vero che sarebbe dovuto andare al Chelsea dove facevano salti mortali sull’asticella pur di averlo, quella era la sua destinazione, quella la sua vera asticella, e la cugina della De Pin fa sul serio e porta le prove mostrandoci le calze che Riccardo aveva regalato a Cristina per festeggiare il trasferimento a Londra. Poi le calze si sono smagliate proprio all’altezza del Big Ben e allora è sembrato un segno del destino, questa si una giustificazione finalmente seria, e così hanno deciso di prendere l’assegno del destino firmato da Berlusconi.