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venerdì 7 dicembre 2012

Pippo Baudo

C’è molto movimento intorno al campo, come sempre prima di una battaglia, il tempo delle decisioni stringe e non c’è più spazio per chi finge, bisogna agire, si spia il nemico anche se dalla maschera di Zeman non traspare niente. Una sfinge. Fuma e basta, e allora c’è chi come Gianni Vio sta cercando di interpretare i segnali di fumo che provengono dal campo nemico. La concitazione accompagna gli ultimi momenti,  sale l’adrenalina e i timori, Jovetic vola a Monaco mentre Totti sguazza di salute  a Tor Bella Monaca, Cuadrado viene rimesso in piedi a fatica, Pizarro è nel suo dramma familiare, Aquilani probabilmente a vedere Amarcord, decisioni su decisioni ancora tutte da prendere, basta non tirare troppo la cord e non sbagliare le scelte. Toni con El Ham potrebbe essere la coppia d’attacco, forse il giusto pendant, Mati o non Mati rende i sogni dei generali agitati, chissà se tutta questa agitazione sarà foriera di memorabili azioni, di storiche colluttazioni, di allori da usare per le corone e per gli arrosti della truppa, quando per festeggiar vittoria la gioia non sarà mai troppa. Anche sa da noi va più forte la trippa. Partita che si preannuncia affascinante, probabilmente la più bella della stagione, e per renderla memorabile bisognerà vincerla, la Roma sa benissimo che siamo il nemico più difficile da affrontare, quello che è lì lì per fare il grande passo e diventare così un temibilissimo candidato a vincere la guerra, non solo una battaglia. La Fiorentina è cresciuta veramente tanto e in tempi brevissimi, è cresciuta come squadra dimostrando qualità e idee di gioco prestigiose, e insieme è cresciuta anche la società finalmente capace di mettere in atto una rivoluzione che tanto la limitava, e contemporaneamente ha alzato l’asticella delle ambizioni copiando spudoratamente il compito di quel secchione di Montolivo. E’ cresciuta anche la tifoseria che intanto si è ritrovata, ed è tornata ad essere finalmente unita, adesso passo dopo passo siamo arrivati a vedere di fare l’ultimo, quello più importante, la parte inferiore della crescita, quella motrice di gesta che rimangono poi nella storia. E tutte le strade si sa portano a Roma. La partita di sabato potrebbe dirci proprio questo, e passare da due anni di vuoto pneumatico fino a lottare per il titolo, vorrebbe dire proprio avere fatto passi da gigante, Tipo quelli di Pippo Baudo, con un solo e concreto grande rischio, gigante giustappunto, quello di schiacciare Mamme Ebe, rosiconi, corporazioni cittadine di bottegai, procuratori squali, il povero Tutunci che non c’entra una sega, giornalisti d’assalto e poveri Montolivi.