C’è
molto movimento intorno al campo, come sempre prima di una battaglia,
il tempo delle decisioni stringe e non c’è più spazio per chi finge,
bisogna agire, si spia il nemico anche se dalla maschera di Zeman non
traspare niente. Una sfinge. Fuma e basta, e allora c’è chi come Gianni
Vio sta cercando di interpretare i segnali di fumo che provengono dal
campo nemico. La concitazione accompagna gli ultimi momenti, sale
l’adrenalina e i timori, Jovetic vola a Monaco mentre Totti sguazza di
salute a Tor Bella Monaca, Cuadrado viene rimesso in piedi a fatica,
Pizarro è nel suo dramma familiare, Aquilani probabilmente a vedere
Amarcord, decisioni su decisioni ancora tutte da prendere, basta non
tirare troppo la cord e non sbagliare le scelte. Toni con El Ham
potrebbe essere la coppia d’attacco, forse il giusto pendant, Mati o non
Mati rende i sogni dei generali agitati, chissà se tutta questa
agitazione sarà foriera di memorabili azioni, di storiche colluttazioni,
di allori da usare per le corone e per gli arrosti della truppa, quando
per festeggiar vittoria la gioia non sarà mai troppa. Anche sa da noi
va più forte la trippa. Partita che si preannuncia affascinante,
probabilmente la più bella della stagione, e per renderla memorabile
bisognerà vincerla, la Roma sa benissimo che siamo il nemico più
difficile da affrontare, quello che è lì lì per fare il grande passo e
diventare così un temibilissimo candidato a vincere la guerra, non solo
una battaglia. La Fiorentina è cresciuta veramente tanto e in tempi
brevissimi, è cresciuta come squadra dimostrando qualità e idee di gioco
prestigiose, e insieme è cresciuta anche la società finalmente capace
di mettere in atto una rivoluzione che tanto la limitava, e
contemporaneamente ha alzato l’asticella delle ambizioni copiando
spudoratamente il compito di quel secchione di Montolivo. E’ cresciuta
anche la tifoseria che intanto si è ritrovata, ed è tornata ad essere
finalmente unita, adesso passo dopo passo siamo arrivati a vedere di
fare l’ultimo, quello più importante, la parte inferiore della crescita,
quella motrice di gesta che rimangono poi nella storia. E tutte le
strade si sa portano a Roma. La partita di sabato potrebbe dirci proprio
questo, e passare da due anni di vuoto pneumatico fino a lottare per il
titolo, vorrebbe dire proprio avere fatto passi da gigante, Tipo quelli
di Pippo Baudo, con un solo e concreto grande rischio, gigante
giustappunto, quello di schiacciare Mamme Ebe, rosiconi, corporazioni
cittadine di bottegai, procuratori squali, il povero Tutunci che non
c’entra una sega, giornalisti d’assalto e poveri Montolivi.