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lunedì 24 dicembre 2012

Il vello è bello

E’ un Natale 2012 nel quale Firenze si ritrova spiazzata da un destino di solito sempre molto rigoroso, ma che oggi sembra molto più rigorista, palla da una parte e l’essere portati alla divisione invece che dell’essere portieri dall’altra. E così alla fine la bellezza di questa Fiorentina unisce invece di spaccare, la città si risveglia unanime dentro alla sua felicità, niente più voci fuori dal coro, ma tutti in fila come pecore dentro alla propria passione. Sciolta la neve dello scetticismo si è riaccesa la fiammella dell’entusiasmo e così la città non riesce più a trovare pretesti per dividersi, neanche l’accantonamento del portiere tifoso fa più gola, o il furto del rigore di Gonzalo che ha privato della tripletta Jovetic aizza le discussioni. Firenze aspetta il Natale composta nel suo orgoglio Viola ritrovato, non importa se il 23A non passa mai, tanto c’è tempo, bisogna aspettare il sei gennaio per far ripartire la macchina del bel gioco. E in più ci sono i regali da scartare, e anche in questa attesa composta il tifo è unito nella convinzione che sarà fatto qualcosa d’importante, e anche tra i pacchi del mercato di gennaio non si riesce a trovare più uno spunto per litigare, per divergere, per divaricare le opinioni. Siamo ormai tutte pecore inebetite da questo girone d’andata inaspettato, che è andato oltre le più ottimistiche aspettative, siamo al caldo di una realtà che ci vede in lotta alla pari con Lazio, Inter, Napoli e Roma per il secondo posto, una realtà calda come lana, così confortante da non riuscire più a trovare nemmeno quelle questioni di lana caprina che tanto ci caratterizzano. Sono lontani i giorni del cavillare, dell’esaminare qualsiasi cosa con eccessiva pignoleria, del pontellizzare una passione  insomma, d’insistere pedantemente su minuzie prive di reale importanza come la Nutella di Ljajic, ormai la gioia per la Viola si fa beffe di chi spende il suo tempo a discutere di questione spicciole. E’ un Natale stranamente unito questo, tanto che qualcuno comincia a sospettare che sotto sotto ci possa essere qualcosa di poco chiaro, magari che alla fine sia Pasqua, è vero, oggi ci piace sentirci pecore anche se ci fa strano non trovarne nemmeno più una nera sulla nostra strada del tifo. Ce ne faremo una ragione, forse impareremo a non litigare o a dividerci, sarà dura abituarsi a cambiare certe ataviche abitudini, e allora mi metto volentieri in fila con la faccia dietro al culo della passione di quello che mi sta davanti, al caldo di quello che nel calcio è l’aspetto più bello, un sogno o un vello che speriamo nessuno possa più tosarci. Per gli auguri tanto ci rivediamo domani. Diligentemente in coda.