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domenica 2 dicembre 2012

Panpretato

Dopo “Cinquanta sfumature di grigio”, il romanzo erotico scritto dal capitano di cartapesta che per trastullarsi dall’insoddisfazione di far parte del Milan più grigio della sua storia, racconta l’uso improprio ma piacevole dell’asticell che non vibra più d’ambizione ma solo grazie alle Duracell, divoreremo anche il libro di Pantaleo soprattutto per le collaborazioni importanti che lo hanno impreziosito. Il suo slang è stato prima domato e poi riportato negli argini della lingua italiana dal sapiente e paziente lavoro del Gat, paziente perché sottoposto alle cure farmacologiche di una struttura che cura lo stress da intervista, dopo che il bolognese era andato in overdose dovendo sottoporre domande incrociate sia a Paola che a Chiara invece che al solito Bobby Solo. Un Gat in grandissima forma che presenta il libro con sapienti riferimenti musicali, non a caso usa “fiumi di parole” dei Jalisse per introdurre la ricchezza dei contenuti, quelle di un uomo più carico di verità dei sui olivi secolari. Tanto bravo il Gat quanto distratto però, come tutti i geni del resto, e infatti il libro sarà costretto a scriverlo durante un soggiorno a Pontedera dove era andato per errore a seguire la Fiorentina dal vivo per la prima volta contro le vespe della Juve Stabia, e non essendo pratico è finito purtroppo nello stabilimento della Piaggio invece che al Franchi, come quando per una retrospettiva su Luois Armstrong si era confuso tra Satchmo e l’astronauta e preteso lo Shuttle per diventare così il primo uomo a fare un intervista sulla luna, pianeta che avrebbe poi sfruttato come preziosa referenza geografica da apporre sulla targa accanto al nick al posto di Montecarlo. Massi74 ha scritto invece la prefazione, e l’ha fatto rigorosamente dall’Elba visto che il Corvo l’ha preteso, si dice perché intanto avesse dato mandato a un parente di Schettino, anche lui comandante in forza sull’ammiraglia di MSC Crociere, di puntare su Cavoli, spiaggia dove Massi vive in cattività fino a quando non avrà capito qualcosa in più, visto che ad oggi non ha ancora capito un Cavoli. Stasera c’è una partita che c’intriga non poco, certo di più delle trame losche dietro a carriere ecclesiastiche spinte da un etica spesso etilica, ma usiamo l’argomento proprio per stemperare la tensione e alleggerire l’attesa, perché Pantaleo dice in un suo passaggio che il maggiordomo infedele del Papa era in realtà un uomo dello staff di Prandelli sorpreso a rovistare nel comodino del Pontefice dietro al pappagallo per recuperare la promessa scritta di ritornare finalmente alla casa madre, che non era Mamma Ebe ma mamma Jube, fatta a sua Santità per avere qualche chance in più nel prossimo Conclave, e prima che venisse recuperata da Corvino e spedita poi a Luca Calamai.  Bettega è stato utilizzato invece nella sua versione più rallystica proprio per cercare di uscire dal pantano del pollaio dove era stato sorpreso con una gallina sottobraccio. Insomma Corvino ci ha anticipato che il progetto si era chiuso perché incardinato male sulle ambizioni di un Cardinale che invece di aspettare la fumata bianca per diventare Papa, era stato pizzicato mentre si faceva pagare la cena delle beffe da “penna bianca”, su un piatto questa volta pulito visto che su quello nel quale stava mangiando aveva già sputato abbondantemente, oggi che anche coloro che erano stati aizzati come mute di cani contro la proprietà dal Cardinale, muta che avrebbe voluto solo presidenti tifosi, oggi muta atteggiamento e si fa muta su certe malinconie di Preziosi o Zamparini, perché è tempo di festeggiare una grandissima Fiorentina, che dimostra prima di tutto che quando si parlava della società in certi termini si dicevano cazzate, così come dell’integrità morale del Cardinale, riconoscendo a Corvino un sentimento verso la Fiorentina ancora vivo. La foto è quella che ha scelto Corvino per la copertina del suo libro, scattata a suo tempo per documentare lo stato di una famiglia media tifosa della Fiorentina dopo un’intervista-omelia di Cesare, il suo libro quindi ha l’ambizione di combattere chi con l’etica si è comprato l’attico e lo fa cercando di scuotere le coscienze dall’influenza di certe prediche catatoniche. Infatti Pantaleo chiude il suo libro specificando che ha sempre preferito il panpepato al panpretato.