Secondo
due a due in rimonta che dimostra una fase difensiva alleggerita come
la panna, ma anche la capacità della squadra di rimontare tipica proprio
della panna. La cosiddetta panna rimontata. E se da una parte la difesa
è meno attenta è anche vero che allo stesso tempo è micidiale in fase
offensiva, e comunque non è possibile pensare che la squadra possa
giocare sempre con grande intensità, sottolinerei quindi gli aspetti
positivi di una quasi sconfitta che con Aquilani è diventata una quasi
vittoria. E una volta recuperati gli uomini che fanno la differenza
davanti, la Fiorentina tornerà ad essere anche meno prevedibile
complicando non poco i catenacci avversari. Dopo i tanti complimenti per
il gioco, oggi si evidenziano soprattutto le capacità a sfruttare i
calci da fermo, una varietà di soluzioni che le difese avversarie vivono
ormai come una roulette russa, un’arma letale che come l’omonimo film è
arrivata all’ennesima avventura della fortunata serie, mentre le
punizioni dal limite latitano, copiosi arrivano come sempre i cartellini
gialli a Pizarro, un’evidente anomalia del sistema, come del resto
Valeri che a Parma giudica in un modo e ieri in un altro, le mani non
sono più mani mentre lui rimane un arbitro mediocre a Parma come ieri.
La partita dice che la Fiorentina non è al meglio e le assenze si
sentono, ma anche che in questo momento è la squadra che meglio sfrutta
le situazioni nate da palla inattiva, portando addirittura alla
doppietta il quattordicesimo marcatore della stagione, quello per
intenderci che il City ci ha dato di resto. In una giornata nella quale
la squadra gioca in maniera meno intensa e precisa, dove deludono Mati
Fernandez all’ennesima occasione sciupata, Romulo che sembra un pesce
fuor d’acqua ed El Hamdaoui in difficoltà come prima punta, che migliora
quando va a farla invece Seferovic, e ancora una volta i pochi minuti
che ha giocato, servono ad Aquilani ha dimostrare la sua grande capacità
d’inserimento che lo hanno portato a sfiorare addirittura il gol
partita al quarto minuto di recupero. Un pareggio che va accettato
perché la squadra pur dimostrando di non essere nella sua fase più
brillante recupera per la seconda volta consecutiva uno svantaggio in un
momento della partita delicatissimo, dimostrando comunque di essere
viva, compatta, con un grandissimo carattere e una forza di reazione
importante, caratteristiche che ci fanno ben sperare, che ci lasciano
tranquilli insomma, e con la Roma ci sarà subito un’occasione importante
per ribadire invece la caratura tecnica e le ambizioni, sperando di
recuperare giocatori importanti. Diciamo che è stata una partita che ha
fatto vedere cose buone e meno buone, la classica situazione che a
Firenze alimenta il differente modo di leggere un avvenimento, il
bicchiere mezzo vuoto o pieno, la soddisfazione per un risultato
recuperato oppure la delusione per una vitoria mancata. Una partita
disegnata apposta per mettere in mano al tifoso fiorentino la lente con
la quale andare ad ingrandire i demeriti oppure i meriti, a tirare fuori
cioè la prorpria predisposizione all’ottimismo o ad abbattersi. La mia
lente d’ingrandimento l’ho già usata per individuare i fioric in una
partita per molti dura da digerire come invece i sanpietrini dove i
fioric sono spuntati, e subito barattata con loro che avevano tanto
bisogno di evidenziare i difetti a due mani, in cambio mi sono fatto
dare il cucchiaino con il quale veniva raccattata la delusione, l’ho
sciacquato bene per mangiarci una gustosa partita di panna rimontata.