presidio Diladdarno Slow Tifood, lampredotto e Fiorentina
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sabato 27 ottobre 2012
Trine e trame
E’
arrivato il momento di capire che cosa c’è veramente sotto il vestito
della Joma, capire se la squadra è veramente “bona”, è ora di scoprire
quel popò di progetto e vararlo come una nave, fare della Lazio una nave
scuola per uscire dall’adolescenza, tastando con mano per verificare
cosa c’è dietro a quell’idea di calcio pensata in una calda estate di
rivoluzione sessuale perniciosa. Per farla diventare la nostra droga,
efficace come Drogba, un Didier che per noi potrebbe avere l’aspetto
sano di quel magnifico didietro. Ancora non troppo svelata, è sembrata
una squadra che però lascia intuire forme generose e rotonde come il
gusto di un buon distillato, whisky and soda, insomma, perché la forma
che ci ha fatto girare la testa sembra proprio quella bella soda di una
squadra in forma, frizzante, di fondamentali eleganti, di trine e di
trame, di manovra ricamata col pizzo ad accarezzare un gran bel mazzo,
che è quello che prima o poi dovremo fare ad una cosiddetta grande,
perché ancora non si è svelata del tutto, e pensiamo che possa
finalmente spogliarsi domani. E apparirci una squadra carnosa come
un’orchidea, un’idea di squadra che faccia venire alla Lazio l’orchite, a
noi solo venire, mentre ai tifosi biancocelesti la lotite, un monte di
discorsi ma neanche un punto. Vediamo se la Fiorentina sarà davvero quel
gran bel pezzo di squadra, finalmente convincente e allo stesso tempo
vincente al cospetto di chi ormai ha preso confidenza con l’alta
classifica. E per dire di poter essere tornata a far sognare i propri
tifosi, una squadra deve per forza dimostrare di essere bella tornita,
capace di riempire lo stadio e gli occhi, ma anche allontanando la
pantomima di un calcio che interrogato sul bel gioco faccia scena muta. E
così provo in anteprima a svelare le sue forme, che poi sono quelle che
dovrebbe prendere la partita una volta rifatti gli occhi, dopo aver
verificato che in quelle forme ci si potrebbe posteggiare una
bicicletta, magari quella di El Hamdaoui dopo che l’ultima pedalata del
genere toccò ad Osvaldo per tagliare il traguardo della qualificazione
Champion. Sembra che Montella non voglia sfigurare tutto quel ben di Dio
di manovra con protesi al silitoni là davanti, e al posto del
pennenciola dovrebbe tornare Liala Ljajic per un romanzo rosa dal finale
che ci piace, e se avrà avuto ragione il Mister, allora sarà arrivata
l’ora di brindare rigirandola dall’altra parte, per vedere se ci sono
tutte le cosine al suo posto, se le distanze tra i reparti saranno state
rispettate, e se evitando l’uso del lancio lungo come le cosce di
Giovannona si sarà ricamato davvero un calcio più sinuoso e dall’aria
più sexy. Ma se tutto questo non accadrà allora sarà arrivato il momento
di pensare a un piano B più che a un lato B.