presidio Diladdarno Slow Tifood, lampredotto e Fiorentina
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giovedì 4 ottobre 2012
Basta parole, gol e non Mogol
I
temi sono due, il probabile esordio di Savic al posto di Gonzalo,
oppure quello di Egazy o addirittura l’arretramento di Migliaccio,
comunque una soluzione che vada a riparare i danni procurati da
Giannoccaro, e l’altro, quello che più appassiona e allo stesso tempo
preoccupa, quale attacco schierare domenica. E inevitabilmente escono
fuori i 35 anni di Toni mentre a 39 Zanetti sfreccia ancora dal primo
minuto, l’inattività di El Ham prolungata ancora dall’infortunio, come
se non fosse stato inattivo abbastanza, e poi Ljajic e Mati, ormai
precari entrati nel mondo del ballottaggio. Due fantasisti ma non due
punte, e che per queste loro caratteristiche tecniche sono meno
decifrabili all’interno di un esigenza nuda e cruda come quella del gol,
che è una situazione tattica precisa, che non sente seghe o guarda in
faccia nessuno, e che anzi vuole proprio vedere il goleador in faccia.
Sgombriamo subito il campo dai dubbi e possibilmente anche dall’apatia
sotto porta, il mio preferito, sempre se fosse in condizione di giocare,
è senza se e senza ma El Hamdaoui, sicuramente quello con più
dimestichezza della materia, cattiveria, classe, sano egoismo e
motivazioni, Toni è si uomo di ruolo ma in questo momento sembra più
essere la torre dalla quale decidere chi buttare giù tra Ljajic e Mati.
Il cileno lo abbiamo solo intravisto dietro a una bellissima vetrata di
Murano, dove si soffiano dribbling preziosi per la superiorità numerica,
ma quanto poi quel soffiare sia sufficiente anche a gonfiare la rete
ancora non lo sappiamo. In mezzo a questo labirinto di possibili scelte,
Montella deve trovare la soluzione, la strada, la via d’uscita, che sia
l’uomo o la giusta posizione di uno invece che di un altro, in poche
parole deve trovare l’equilibrio che ci permetta di attaccare con più
efficacia senza compromettere però la fase di contenimento come è
successo per una mezzoretta a Milano, intanto ha già cominciato con il
suo staff a cercare quell’equilibrio durante la pausa caffè. In questo
scenario di soluzioni e delusioni ci sembra di respirare aria di
bocciatura per Ljajic, un peccato, perché il giocatore è cresciuto
molto, Montella ha dimostrato di crederci e di apprezzarlo visto il
continuo utilizzo, ma è il rapporto con il gol che sembra essere il
problema principe, mentre Ljajic solo un rospo, se poi si baceranno e il
serbo troverà come per incanto la via della rete senza perdersi come un
Pollicino qualsiasi nel bosco dei talenti, vorrà dire che Vincenzo avrà
trovato un punto di equilibrio tra caratteristiche tecniche e necessità
della squadra di essere sensibilmente più cinica. In tutta questa
grande ricerca di soluzioni, l’unica certezza rimane Della Valle, sempre
e comunque orco mangia passione, e Montolivo un giocatore che alza
l’asticella mentre il gomito lo alza il tifoso milanista per colpirlo
poco al di sotto della passata, o asticella come la chiama lui. Strana
quindi la posizione di Adem che ha mostrato buone cose ma non quelle che
ci servono come il pane, le occasioni le ha avute e se andiamo a
guardare dalla finestra del suo rendimento sotto porta, come possiamo
vedere dalla seconda foto che abbiamo scattato proprio dal suo tabellino
dei marcatori, il conto è ampiamente in rosso.