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lunedì 29 ottobre 2012

"Rosso" al campionato

Sotto a un paesaggio quasi padano, piovoso ma obbligatorio passaggio tra le grandi, diciamo quasi, e padano come il grana, torna finalmente la Fiorentina dal sapore più blaugrana, mentre scoppia fragorosa la grana degli arbitri, e lì sono bombe come quella dell’Eta, perché questa sembra proprio roba da Paesi Braschi. E sono cazzi nostri. Di un calcio italiano sempre meno credibile e bello, da “rosso” insomma, con partite squallide e stadi vuoti, con la Fiorentina che per essere eccezione importa idee tattiche che non ci appartengono e che per questo ci consentono di esprimere un gioco che si distingue nettamente in mezzo alle macerie di un campionato che sembra giocato all’interno di un vecchio cortile di periferia, dove l’emozioni più grandi sono i campioni che se ne vanno, e come fattore tecnico più rilevante ci sono le svirgolate arbitrali che rompono i vetri della credibilità, poi una volta messa fuori la testa dal cortile Italia prende scoppole e calci in culo da chicchessia. E la Fiorentina che passa davanti alla guardiania di Nicchi è oro colato, il suo primo tempo è forse la miglior espressione del Montella pensiero, che nel secondo invece arretra troppo proprio come a Parma, che dimostra comunque di aver già fatto un miracolo a trovare questa dimensione in così poco tempo, ma non ancora sufficiente per essere considerata una grande, e per questo ho usato quel “quasi” iniziale. Mentre per il portierato arbitrale che sfigura il campionato non esiste quasi, sono proprio delle teste di cazzo. E’ incredibile come la Fiorentina sia riuscita a registrare una difesa così nuova e sempre diversa perché continuamente azzoppata da quella che è diventata una vera piaga, la classe arbitrale, che ha fatto come le assicurazioni, o come la criminalità colombiana, anche se da omini come si stanno dimostrando non sono riusciti a fare cartello ma cartellino, comunque in tutta questa macelleria sociale la Fiorentina dimostra di non buttare mai via il pallone grazie alla perfetta scelta di giocatori tecnici e compatibili al suo nuovo modo di fare calcio, e pensare che lo scorso anno la fase difensiva veniva interpretata da Gamberini e Natali, in una squadra che sembra intollerante solo al calcio di rigore, che per essere così spudoratamente tecnica è un’autentica bestemmia. E adesso dopo aver giocato con tutte le migliori possiamo stilare un primo bilancio positivo della stagione, che ci lascia ragionevolmente pensare di poter dare uno strappo alla classifica nell’immediato, visto che adesso potremo mettere a frutto la superiorità nei confronti delle prossime avversarie. Fermo restando che ad oggi non abbiamo sfigurato mai con nessuno, e direi senza passare troppo da talebano Viola che ci mancano almeno i due punti di Parma. La cosa più incredibile di questa squadra sono i margini di miglioramento, e se si pensa che a questa percentuale va aggiunto l’innesto di Aquilani che è il giocatore migliore della rosa, potremo toglierci davvero delle grandi soddisfazioni, cercando già da giovedì di recuperare anche il miglior Jovetic che è andato via via spegnendosi. E a proposito di salto di qualità, se l’asticella è quella che ha posizionato Montolivo, allora i dieci minuti di Aquilani, anche se facilitati dalle condizioni favorevoli della partita, aprono davvero il cuore, mentre fanno capire allo stesso tempo come mai il Milan sia caduto così in basso. E solo il pensiero al gioco melenso di Montolivo a deturpare quello di questa squadra fa venire le bolle, Riccardo che a proposito di giornata piovosa si è dimostrato il più fantozziano dei giocatori in attività, seguito com’è dalla nuvola della smobilitazione fino a Milano, dove anche Pontello nel frattempo ha preso la residenza cercando di confortarlo. E mentre Abate, Acerbi, Yepes e De Sciglio, a turno gli tengono l’asticella dell'ambizione, quei dieci minuti di Aquilani ci fanno benedire la smobilitazione dei Della Valle e apprezzare la politica della Branchini band che punta molto al parametro zero, risparmio e qualità che hanno portato alla corte di Berlusconi un carciofo a chilometri zero.