presidio Diladdarno Slow Tifood, lampredotto e Fiorentina
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mercoledì 24 ottobre 2012
Ho solo la Fiorentina in testa
Ho
solo la Fiorentina in testa, e soffro, dopo l’arbitraggio di Verona
sono pervaso da cattivi pensieri, mi alzo nel cuore della notte, vado in
bagno e piscio fuori dal vaso, poi mi rigiro dentro al letto come a
voler rosolare quelle ingiustizie per farle diventare spiedini da
offrire a Lotito, un vero maestro della spennellata finale, anche se la
sua scuola di pensiero non prevede l’olio d’oliva ma lo spalmadebiti su
tutta la superfice, per anni. Ho solo la Fiorentina in testa, mi sveglio
con gli occhi sbarrati pensando alle squalifiche di Roncaglia e
Pizarro, e allora scatarro, mentre mi tremano le mani al bollettino
medico sulle condizioni di Aquilani, l’unico pensiero leggero oltre il
Viola, è quando in compagnia del budino di riso rifletto sull’asticella
di Montolivo abbassata sull’ingresso del ritiro punitivo, Faac come la
marcatura di Faacundo che chiude tutti gli spazi. Ma è solo un attimo,
perché poi il mio pensiero torna subito alla Fiorentina, a quando
potremo finalmente vedere la terza maglia oppure il terzo scudetto, e
penso al CCVC che vive il disagio della coppia di fatto, schiacciato
sotto il peso del sospetto che quella Della Valle-Renzi possa alla fine
risultare fatale, teme e allora scrive lettere augurandosene una molto
meno ingombrante e già si fa il nome di quella Della Rocca-Te-Renzi.
Perché ho solo la Fiorentina in testa anche se la Rita ha qualche
sospetto che non sia così, ma non è vero, anche ieri la rassicuravo che
il mio unico pensiero in questo momento è quello di capire come mai
quella manovra bella dal sapore di paella si è andata via via mutando,
desertificando il giropalla a favore di un lancione dal retrogusto un
po’ rancido. Ho solo la Fiorentina in testa anche quando vado alla
lavenderia a gettone sotto casa per lavare il piumone, penso sempre e
solo a quella passione che ho in seno, ed è soprattutto mentre aspetto
che asciughi, che m’incanto su quel seno, quando cioè ci sono i tempi
morti, è in quel momento che mi vengono i cattivi pensieri, alcune volte
anche biondi, ma essendo cattivi si mescolano per non darmi punti di
riferimento e a volte sono mori, poi mi scuoto e ripenso alle difficoltà
della partita contro la Lazio, dove però potremo vincere e farli
sparire quei brutti pensieri, si insomma, diciamo più nudi che brutti. E
non sono fessa lo dice anche la Rita quando mi giro a guardare le
ancheggianti presenze che animano la lavanderia sotto casa, quindi non
solo Pradé sospetta ed esige rispetto, perché come la Fiorentina si è
fatta sentire rivendicando lo stesso trattamento nella gestione dei
cartellini, alla Rita non è piaciuto il trattamento che ho fatto al
piumone, secondo lei sono troppo distratto quando vado in quella
lavanderia sotto casa e sbaglio il programma, perché lei dice che è
frequentata da persone che non la convincono. A lei però, a me
convincono molto le persone di quella lavanderia sotto casa, perché sono
pulite dentro, persone che oltretutto hanno la sana abitudine di lavare i
vestiti che indossano senza portarsi dietro il ricambio, ed è mentre
aspettano di rimettersi i vestiti lavati che mi vengono i cattivi
pensieri sugli arbitraggi. Devo confessare che molto spesso mi apposto
fuori dalla lavanderia, e quando invece le incontro al bar lì accanto
alla lavanderia sotto casa faccio finta di inciampare e gli verso il
caffè addosso, riempendole poi di gettoni. Ho solo la Fiorentina in
testa, l’ho detto alla Rita con forza dopo aver preferito mangiare un
panino in lavanderia invece di salire su a cena, l’ho supplicata
strappandole tutta la biancheria sporca di mano, cercando di farla
crescere, per renderla meno provinciale e abbandonare usi e costumi
popolari che vogliono che i panni sporchi si lavino in famiglia. Mi ha
visto turbato ultimamente, gli ho detto che la colpa è della classe
arbitrale, non ci crede, gli ho detto che il comportamento di Montolivo
mi ha ferito, cazzate, che El Hamdaoui non sembra uscito da un digiuno
ma dal dietista di Vargas, sei un buffone mi risponde, dura, non
credendo affatto che ho solo la Fiorentina in testa, sei troppo svagato
oltre che a essere la solita fava. Mi è toccato rassicurarla
promettendole di andare a fare una visita specialistica dal marito di
una sua amica che è bravo a curare gli esaurimenti nervosi. Tutto bene
fino a quando non sono tornato a casa carico di gettoni e l’ho trovata
alla finestra a guardare la tac del mio cervello, come se la volesse
vedere meglio con la luce diretta, tutto bene prima di avermi posto la
domanda che aveva tutto il tono perentorio dell’ultimatum, alla quale ho
risposto senza nessuna incertezza “ho solo la Fiorentina in testa”. Poi
non ricordo più niente.