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domenica 14 ottobre 2012

Ma non vi porto rancore

Vi scrivo dalla mia cella umida. Cari pezzi di merda. Mi scuso per il linguaggio colorito già abbondantemente carcerario. Vi scrivo in risposta al comunicato del portavoce del governo provvisorio qui sotto riproposto:
“Sitollockiani, Sitollockiane, questo è un comunicato della giunta militare che ha preso, in piena emergenza, nelle sue mani i destini del sito. Chi scrive è un portavoce del governo provvisorio, presieduto dal Generalissimo Sopravvissuto. Tutte le cariche sono state azzerate, tutti i luoghi istituzionali sono presidiati dalla guardia civile, le funzioni della vita pubblica assicurate nella continuità: gli abitanti del sito non temano violenze, permangano nelle loro attività pacifiche e ordinarie. Cosa sia successo ben lo sapete: il sito si è ribellato spontaneamente a un regime, quello del Signor (o piuttosto Mr., come giustamente e sprezzantemente lo chiama Schreber, Presidente di uno stato limitrofo dove i terrazzani portano lunghi camici bianchi e vivono in case dalle pareti di gommapiuma) Pollock, che da giorni faceva ormai scarseggiare ciò di cui solo si pascono i sitollockiani, con effetti evidenti sull'ordine pubblico e sul sistema nervoso degli un tempo felici abitanti del sito. Sì, stiamo ovviamente parlando della fica, di questo bisogno primario dell'uomo, ma anche di certe donne. Come si è arrivati a tutto ciò? L'irruzione dei cittadini sdegnati e armati nel palazzo presidenziale ha svelato l'atroce verità: al popolo affamato è apparso, in un volgare pigiamino rosso a pallini verdi, un uomo e meglio direi una larva, con occhiaie scolpite negli abissi, ingobbito dalla deboscia, un sorriso inebetito sul fior delle labbra, un uomo circondato da un centinaio circa di tope mostruose, spaventatissime davanti alla massa inferocita coi forconi eppure in breve già disposte a cambiar manico, in breve fattesi più fiduciose, in breve convinte alla causa rivoluzionaria, in breve... sì, ci siamo capiti! Tope, sì, tope a sfare, tope negli armadi, tope nei bagni, tope negli sgabuzzini, tope sopra e sotto i letti, tope scendiletti... Un uomo senza scrupoli, un ambizioso, un avventuriero, che aveva plagiato e ingannato (ma, come diceva Lincoln, si può ingannare tutti una volta, uno tutte le volte, non tutti tutte le volte!) un popolo di gente onesta e laboriosa, credente solo nel premio peloso finale, un uomo siffatto aveva, per quasi un anno di suo efferato regime, accumulato i sudati risparmi topeschi dei suoi soggetti, sempre mostrando il volto affabile, sempre predicando pace e fica per tutti. A lui tutte le tope, nulla ai sitollockiani! Ecco cosa celavano gli imbonimenti mattutini, cui la Fiorentina (oppio dei sitollockiani, come già Marx denunciava) era solo pretesto per un facile, superficiale consenso! E gli accordi coi paesi stranieri, coi paesi contro i quali i sitollockiani sono da sempre in guerra dichiarata! Gli scambi di tope, di cui abbiamo trovato le prove forzando i cassetti della scrivania presidenziale! Transazioni private col senese, col baseballista, per partouze nelle ambasciate o dentro le Mercedes fumé d'ordinanza! Un mostro! Un affamatore! Che si lasciava andare, nelle conversazioni telefoniche intercettate col Multinick, a espressioni come «Quel cazzone di Vitalogy, se sapesse che gnocche mi sto sbattendo mentre lui sproloquia di 3-5-2», oppure «Parli, parli di Montolivo, che ha fatto ma bene ad andarsene [= capite, Montolivo ha fatto bene, e poi ci parla di asticelle, nei suoi topic!], parli pure Antognoniforever, che le tope che mi faccio io con gli introiti pubblicitari che mi procura con le sue analisi delle partite della Nazionale, lui le vede col binocolo!». Mio Dio, che orrore! L'orgia del potere! Con un popolo che andava avanti a seghe e che credeva che fossero sacrifici necessari, in un momento di crisi! Adesso, questo spregevole individuo, al quale abbiamo avuto il torto di affidare in le nostre emozioni, marcisce in una cella umida, in isolamento, in attesa di processo. Ha chiesto poco fa al suo carceriere, credendo di fare il simpatico, di ingraziarselo: «Com'è finita, poi, quella storia del Chiari? E Jordan, se fa sempre col Mala?». Troppo tardi, quando già soccombeva sotto le manganellate, si avvide che l'uomo in divisa, che era uscito dalla luce del corridoio nel buio interno, era Jordan, cupo come il cielo sopra il mare in tempesta.”

So già che il Chiarificatore farà di tutto per farmi avere almeno un permesso di un’ora, certo, non perché mi è rimasto fedele, unico in mezzo a questa manica di stronzi che m’hanno messo qua dentro ad ammuffire, ma lo farà solo per arrivare in Piazza del Tiratoio a farsi pagare quel cazzo di panino col lampredotto che gli avevo promesso. Mi avete tradito mentre io vi ho sempre governato come Diego fa con i suoi operai, ho sempre diviso gli utili con voi. Ma non vi porto rancore. Siete come Marchionne, mi avete relegato in questa piccola, povera cella per via della forza motrice di quel “pelo” volgare che vi hanno sventolato sotto il nasone, quella maitresse di un Generale Sopravvissuto vi ha promesso Legioni di ancelle vogliose e già divaricate come cosce di rane, e invece dei miei ricercati formaggi di pecora, stuoli di lenzuoli abitati da una popolazione a pecorina, siete stati presi per la gola dal miele del diavolo, mentre io ingenuo vi proponevo presidi di prodotti biologici. Erano confetti ai maiali i miei, mentre voi pensavate solo alle maiale, e non è vero, come scritto nel comunicato da quel gran falsone di un portavoce, che vi avrei affamato facendo scarseggiare i rifornimenti, ho dovuto difendere anche la vostra reputazione già abbondantemente di merda di suo, da un delfino che aveva messo il numerino come alla Coop per controllare la fila davanti alla porta di questo casino, vi ho difeso le spalle e anche le palle da un Marco Siena che si era accorto di questo bassofondo di un baccanale segnalandolo subito alla Buoncostume, come a suo tempo aveva fatto con la spiata sulla pontellizzazione, abbiamo l’uccello sotto controllo cari cazzoni, come a Palazzo Grazioli, e voi vi siete fatti inculare (escluso Jordan) dal quel gran paragnosta di un Generale affiancato da quell’altro paraculo di un portavoce. Ma non vi porto rancore. Anche se quei due stronzoni hanno montato intercettazioni farlocche, come aveva fatto Palazzi per Calciopoli, poveri gobbi di merda, e poi mi sono dovuto violentare pur di alimentare questo vostro schifoso mercato del corpo femminile, violentato sì, perché sono un omosensuale, ho sempre avuto un debole solo per Antoine Rouge e non l’ho mai potuto esprimere, adesso lo grido, anzi grido ad Antoine di tirarmi fuori da questa latrina, e ora che ho fatto outing potremo scappare via da questa manica di pervertiti. Ma non vi porto rancore. Ho sofferto tanto quando ironizzavate sui metrosexual, merdaioli che non siete altro. Ma non vi porto rancore.  Perché siete condannati a una vita nella quale il cervello sarà sempre e solo collegato a una logica idraulica destinata prima o poi a non funzionare più, e quel giorno non vi resterà che pigliarlo nelle mele da chi è ancora idraulico funzionante. Ma non vi porto rancore. Perché la mia anima da grande governatore, baciata da una visione illuminata va oltre a questo meritricio di popolo meschino, anzi, va oltre a  questa prigionia che non mi scalfisce, e prima ancora che Antoine Rouge venga a prendermi con il sidecar vi dimostro la mia infinita grandezza, generosità e mancanza assoluta di astio regalandovi la vostra droga preferita, l’ultima arrivata che vi mostro nella foto di copertina, un mio regalo d’addio per un popolo ingrato che proprio per quella fiha mi ha venduto. Mentre mesto e omosensuale immalinconito dalla solitudine, nella seconda foto vi mostro la triste realtà della parte più buia, umida e mal frequentata della mia cella, tra quei sorci dove mi rifnisco dalle seghe aspettando Antoine Rouge.