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martedì 2 ottobre 2012

Fino in fondo al Pozzo di Gotto

Sostengo l’idea di calcio fermentata in quella cisterna d’idee del Castello di Cisterna, in una provincia napoletana che fa da laboratorio di creatività tattica niente affatto improvvisata, come il sangue partenopeo di Montella potrebbe invece lasciar supporre con un eccesso di supposizione e uso di super supposte di approssimazione, quasi Barcellona anche se per adesso ancora un po’ Pozzo di Gotto, senza un Messi e con il serio rischio che se oggi fai qualcosa a braccio e indossi una maglia Viola, c’è sempre uno stronzo che ti fischia un rigore contro che ti fa più male delle supposte. E l’idea di Montella la sotengo fino in fondo, anche fino ai bassi fondi napoletani, o nei doppi fondi dove si nascondono gli sbocchi offensivi, nei fondi d’investimento dai quali incasseremo gli interessi del bel gioco, e nei fondi di caffé dove è scritto che il futuro sarà nostro, si, proprio fino in fondo alla rete. La sua posizione è la mia posizione e condivido l’idea di far assimilare alla squadra una mentalità che ti porta sempre a imporre il gioco a prescindere da chi hai di fronte, fosse anche il Giano Bifronte o un partigiano al fronte che non sarà mai il Giani che invece è sempre bello imboscato in tribuna d’onore. Ha fatto bene a non modificare il suo credo neanche a Milano, primo perché se lo avesse fatto probabilmente avremmo perso lo stesso, e in questa maniera ha evitato un passo indietro nel cantiere dove si costruisce la mentalità, senza buttare il lavoro fatto fino a qui nel Pozzo di Gotto, anche se come è successo a Milano, e la foto di copertina lo mostra chiaramente, questa mentalità un po’ scugnizza qualche volta ti porta a scoprirti il culo. Bisogna crescere è ovvio e Montella ha tutte le capacità per accompagnarci in questo percorso, e attraverso la manovra andare a cercare quegli spazi per farli diventare il nostro centravanti più prolifico come lo è stato Romulo nel suo perfetto inserimento, come dovranno esserlo per forza anche Aquilani, Mati, El Ham e tutti gli uomini di buona volontà. E’ un’idea dalla quale non si può più tornare indietro, come la cazzata che ha fatto il Milan a prendere Montolivo, perché la Fiorentina ormai ci ha abituato a parlare il linguaggio magico dell’eleganza e del possesso palla, diamo tempo al tempo e usiamo l’equilibrio e la serenità ritrovata per accompagnare la squadra verso la sua naturale crescita. Se consideriamo che l’Udinese lo scorso anno è arrivata quarta, non possiamo certo dire di avere avuto un calendario fino a qui favorevole, e se ci mettiamo i due punti almeno che ci mancano in classifica, che giochiamo insieme da un quarto d’ora, è anche facile essere ottimisti per quanto fatto e soprattutto per una stagione che se queste sono le premesse non potrà essere certo priva di soddisfazioni. Domenica intanto potrebbe iniziare tutta un’altra storia, c’è il Bologna dal quale far partire un qualche filotto da tre punti per cominciare a scalare rapidamente quella classifica oggi un po’ mortificata dal Gotto amaro che ci ha servito una classe arbitrale vergognosa, il campionato del resto mostra una mediocrità generale che dovrebbe permetterci di accamparci subito ai piedi del promontorio di quella classifica, pronti magari a sferrare un attacco in piena notte quando Giannoccaro si distrae indossando i panni della drag queen. Intanto lo staff di Montella lavora per trovare i tanto agognati sbocchi alla manovra, e Gianni Vio in particolare, ha studiato un sistema originale che coinvolgerà in maniera dinamica anche il pubblico del Franchi, la seconda foto ci mostra infatti una simulazione di come i tifosi parteciperanno attivamente alla manovra elegante della squadra, e attraverso un’innovativa coreografia tattica indicheranno con una serie di frecce inculate a Baconi,  dove buttare il pallone per risolvere finalmente il problema del gol.