Hai
voglia a dire “arbitro cornuto”, frase inefficace come l’apporto alla
manovra di Montolivo che per ora ha fruttato un ritiro punitivo, e
diventata ormai puro folclore, come la Taranta nel Salento, un modo di
apostrofare che ha perso tutto il suo potere offensivo, al quale rimane
attaccato solo un po’ di quel “colore” che guardandolo oggi ritroviamo
ancora nelle corna di Gassman durante il “Sorpasso”, oppure come la
“sgozzata” o la “spunzonata” che i nostri figli non tirano più. Bisogna
evolvere anche le proteste, lottare in maniera più efficace contro chi
dopo aver costituito una cupola ha pensato di prendere di mira il
Cupolone, e non è sufficiente ingaggiare un criminologo declinato
proprio dal Brunelleschi come potrebbe essere Francesco Bruno, perché
uno è chiaro autore dell’opera architettonica e l’altro è invece più
Bruno appunto. La categoria arbitrale si è fatta furba e se ne frega
degli epiteti sfocati, di offese alle mamme che si riconoscono
orgogliose della loro professione, che viene urlata dietro ai figli come
fosse un’offesa invece del mestiere più antico del mondo, e per
combatterla bisogna fare come hanno fatto i reparti d’investigazione
scentifica tipo i Ris di Parma, che oggi adottano strumenti che
permettono l’acquisizione di prove della presenza dell’indagato sulla
scena del crimine, quello che un tempo non era possibile ricavare se non
con la flagranza di reato o attraverso testimonianze oculari. Questo la
categoria arbitrale lo sa bene, e infatti non vuole la tecnologia in
campo, perché sarebbe come concedere al sistema calcio la prova del DNA
di un rigore o di un fuorigioco, togliendo la mitica discrezionalità che
fa tanto carriera. Il loro grande merito poi non è stato quello di
lasciare la tecnologia fuori dalle loro decisioni concordate a tavolino,
ma sono stati così bravi da innescare addirittura un circolo vizioso
che invece di ridurne i poteri ne aumenta proporzionalmente proprio la
percentuale di discrezionalità, che è un autentico obrobrio dei nostri
tempi, perché da tre sono passati a quattro e poi a sei, aumentando così
solo la percentuale dei cornuti in campo invece di diminuire gli
errori, fino a quello che sarà il grande disegno finale intercettato
attraverso una di quelle famose tessere telefoniche svizzere, dove si è
svelato il perché gli stadi oggi si svuotano, lo ha spiegato molto bene
Moggi a Bergamo, gli stadi vengono svuotati a lotti di decisioni
appaltate proprio dalla categoria per impossessarsi del calcio, e
attraverso l’uso di strumenti come tornelli, tessere del tifoso, zone di
prefiltraggio e televisioni, tutto alla fine per riempirli di arbitri,
passando così dagli attuali sei fino a una media di trentamila a
partita, e con gli stadi nuovi si consentirà alle famiglie degli arbitri
di trascorrere le domeniche in ambienti più confortevoli, fino a quando
l’evoluzione della specie porterà l’uomo a perdere la lingua come le
foglie d’autunno, e non ci saranno più proteste per gli episodi dubbi, e
in ultimo l’uomo potrà esprimersi usando solo il fischietto. Ma il blog
lancia oggi la sua grande iniziativa per bloccare i furbini della
discrezionalità assistita, per colpirli là dove oggi invece si sentono
più forti, perché attaccati con armi spuntate o avvelenate solo da
folclore o da azioni tragicomiche come il Fantozzi di Luciano Salce, che
non fanno male neanche a una mosca, che tra l’altro è animale
connivente con la categoria di merde sulla quale come sappiamo ci si
posa molto volentieri, ma chi di mancata tecnologia ferisce, di
applicata tecnologia perisce, perché il blog ha chiuso un importante
partnership con Google Maps, in modo che nessuno si possa più sentire
protetto da frasi da avanspettacolo come appunto l’ormai patetico
“arbitro cornuto” diverso invece se all’arbitro viene mostrato alla Domenica Sportiva la prova dell’attività ludica della moglie mentre lui è
ad arbitrare Chievo-Fiorentina, con Baconi che illustra attraverso le
frecce come il piacere della consorte sia frutto di una manovra curva
con marcatura a uomo che non sia il suo. La foto di copertina è il primo
esempio della collaborazione satellitare che ci permette di applicare
oggi per la prima volta quella tecnologia che gli arbitri non vogliono
in campo, almeno nel loro campo sentimentale.