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sabato 31 agosto 2013

A San Patrignano mi odiano

Noi tifosi uomini siamo troppo materiali, molti anche materiali di scarico, misuriamo tutto in vittorie e punti in classifica, ci dai tre punti e subito ne pretendiamo altri tre, insomma, ci dai un dito e subito vogliamo un rigore per un tocco di braccio, niente profondità di pensiero e tantomeno di spirito, solo mero calcolo, con l’aggiunta delle percentuali di possesso palla, niente generosità e altruismo. Mentre a noi interessano i sorteggi di coppa, alla donna no, perché sa già che la sua sorte sarà quella di fare da madre non solo al figlio, e che quindi capiterà sempre in un girone d’immaturi. E’ proprio su questi aspetti che emergono le vere differenze con la tifosa donna, che non sono solo quelle canoniche che vedono l’uomo con 38 di febbre trasformarsi in un cadavere tale e quale a Vargas, specie quando la salvezza è a 40, e neanche il fatto che l’uomo quando cerca qualcosa non trova niente, neanche l’acqua in Arno o il sostituto di Pizarro e Neto, un po’ quello che sta succedendo a Gomez con il gol, la differenza più importante è che quando una donna ama un uomo, lo vorrebbe moltiplicare, in seguito, attraverso i figli. Quando a un uomo piace una donna, la vorrebbe moltiplicare subito, attraverso un harem. Io per esempio ho istituito anche un apposito corpo di guardia per le ispezioni di rito prima delle assunzioni. Le sconfitte come quelle subite contro il Grasshopper vanno sapute mettere a frutto, come dicono gli abitanti della Val di Non, mentre i più bravi sostengono che devono servire per crescere, che sono quelle che ti fanno imparare, tutti discorsi dettati dal buonsenso e soprattutto dall’esperienza,  anche se per me l’esperienza è come un pettine dato a un uomo ormai calvo. Cosa me ne faccio? Adesso però sarà importante capire se questo inizio a strattoni è dovuto al gigler intasato dai residui della preparazione, oppure se c’è un accenno di presunzione, una perdita di aderenza dalla realtà dovuta a una mancanza di umiltà, un inizio di presunzione che è l’anticamera della perdita dell’appetito, moduli o non moduli, Montella o non Montella, Gomez o Gabbiadini, bisogna tener ben presente che il miglior cuoco è sempre la fame. Vi ricordate gli occhi di tigre? Una frase d’incitamento che un allenatore non può più usare e che sono quelli che vorrei vedere a Genova, niente frasi discriminatorie perché non è più politically correct, ormai si cerca il razzismo ovunque, anche nell’intervallo tra il primo e il secondo tempo, nel calcio c’è AB e DB, perché Dopo Balotelli tutto è cambiato, anche i giudici che prima erano ai bordi delle piscine oggi sono diventati di porta, i tuffi si premiano con i rigori e non più con i voti, insomma, bisogna misurare anche le parole per non indignare la Ministra Kyenge, no agli occhi della tigre perché se gli occhi sono lo specchio dell'anima, chi e' affetto da cataratta come Bergonzi non gli si può certo dire che ha l'anima appannata. Io sostengo invece che le cose hanno un nome e un cognome, che se uno è bianco non è nero anche se Michael Jackson ha provato in tutti i modi a smentirmi, no al razzismo al contrario, insomma un uomo non è una donna, e non è un caso che all’uomo piaccia di più l’estate perché è calda e umida e alla donna l’inverno perché è lungo e rigido, checchè ne dica la ministra sempre così scura in volto. Una donna è una donna fino al giorno in cui muore, un uomo no, lo è finché ci riesce. Intanto questo inizio frenetico dell’attività agonistica ha messo in secondo piano la mia di attività agonistica, oggi che c’è un po’ di calma a parte Stefano Vienna, vorrei regalarvi un escamotage affinato in battaglia e non in bottiglia, tra le lenzuola e le strade sconnesse di San Frediano, un metodo per allungare la durata delle prestazioni sessuali, possibile solo in un giorno dell’anno ma comunque prezioso per chi come me è uno sprinter e non ha il passo del maratoneta, un giorno nel quale faccio all’amore anche per un’ora e cinque minuti filati, basta sfruttare il cambio dell’ora legale. Termino raccontandovi invece un aspetto della donna che mi ha sempre inibito, che non riesco ad accettare e che mi classifica giustamente tra gli intolleranti, tra i retrogradi, tra quelli che hanno preconcetti e animo infeltrito, a San Patrignano per questo mi odiano, mi è successo una sola volta ma da lì in poi non ho più voluto saperne, e così mi sono fatto una famiglia regolare, la amavo ma la lasciai quando cominciò a bucarsi, senza aiutarla, pur essendo stata per molti anni la mia bambola gonfiabile.