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lunedì 19 agosto 2013

Appunti di viaggio

Le distrazioni si pagano care, non solo quelle muscolari di Pizarro, a Firenze si pagano anche quelle di Bergonzi addebitate direttamente sul conto della nostra camera con vista, anche se a consumare è stato Galliani, noi paghiamo sempre insomma. Le distrazioni appunto, a me succede soprattutto in centro dove il conto da pagare è più caro perché si tende a inculare il turista, l’ultima volta mi è capitato per guardare la fase di spinta di due capezzoli tenuti reclusi dentro ad una prigione troppo angusta anche se di seta, e per vedere il loro tentativo di fuga ho pestato una merda, allora mi chiedo se oltre alla Fiorentina e a me, non voglio dire il Milan o le strisciate, ma almeno un piumato a scelta, per esempio un semplice fagiano, lui quando è distratto può calpestare una merla? Intanto sono già in viaggio, faccio un Bancomat e mi ritorna in mente una storia che in qualche modo ricorda quella dei cinesi che non muoiono mai, stesso alone di mistero, forse anche più macchia d’unto, perché in Italia i bancari quando muoiono non vengono mai seppelliti nei cimiteri, e finalmente il Governo Letta ha fatto un’interrogazione parlamentare, chissà se arriverà prima la grazia  a Berlusconi o la risposta se quando muore un bancario viene messo in una cassa costosa o in una Cassa di Risparmio. Parto mentre leggo la solita notizia sul buco dell’ozono, un classico da viaggio come la colazione dal Deanna prima di salire sul treno, curiosa però la teoria di alcuni studiosi che sostengono che lo strato d’ozono sopra la Svizzera ha tanti piccoli buchi. Me ne vado consapevole di lasciare Firenze e soprattutto la Fiorentina a preparare il preliminare, un pensiero di orgoglio mi sale da dentro come quello di un emigrante, un nodo in gola e un’esortazione a denti stretti “Venderemo cara la pelle”, con la sensazione sgradevole di averla già sentita, forse da Annabella di Pavia, ma non ne sono sicuro. Le solite riviste di Trenitalia nelle quali si esalta il servizio ferroviario mettendo in evidenza la comodità del viaggiare sui binari per cercare d’innescare un certo calo del desiderio sulla vera passione degli italiani. Ho una teoria tutta mia su questo argomento, che non combacia con quella troppo semplicistica nella quale si sostiene che l’auto è un’estensione dell’organo sessuale maschile, io penso invece che l’auto dia molte più sicurezze dell’altra passione degli italiani, le donne, assolutamente meno affidabili, della fidanzata poi non se ne parla nemmeno, perché se ti fottono la macchina almeno te ne accorgi. E’ anche vero che continuano a farti pagare la vernice metallizzata come un extra,  penso però a chi ha a che fare magari con la solita bionda svampita, costretto a spendere per il bianchetto che lei userà sullo schermo del computer, per questo sostengo che sia meglio spendere per un bel metallizzato. Di una cosa invece ho sempre avuto un certo timore mantenendola a debita distanza, forse perché non l’ho mai inquadrata bene, ma se l’auto promiscua mi ha trasmesso strane sensazioni, la persona promiscua mi ha invece fatto pensare a qualcuno  che faceva più sesso di me. Mentre mi assopisco penso se abbiamo fatto la cosa giusta ad avere un solo figlio, sicuramente lo vizieremo di più e non avrà nessun fratello di conforto quando non ci saremo più, forse siamo stati un po’ egoisti io e la Rita, o forse siamo stati un po’ influenzati da Antonio Albanese, un amico che ha avuto tre figli, Thomas, Nicholas e Giuseppes, tutti e tre già sistemati. Thomas si droga, Nicholas spaccia ma è albino e lo prendono subito, e poi c’è Giuseppes che è la pecora nera della famiglia, è alla narcotici e così ogni tanto arresta i fratelli e fa carriera. Io e la Rita abbiamo voluto evitare il conflitto di interessi in famiglia. Intanto vedo la pubblicità di una sigaretta elettronica e penso all’ultima volta che sono stato in Romania, in un ristorante dove fumavano tutti, un disagio inferiore solo a quello provato nel mangiare il cibo dentro al piatto, da noi per fortuna non è più possibile, ci sono regole precise che vengono rispettate, e alla fine i viaggi servono anche a fare qualche consuntivo sulle proprie esperienze, io sono ormai più di dieci anni che ho smesso di fumare, e forse come dice Woody Allen vivrò una settimana di più e in quella setimana pioverà a dirotto, ma io a differenza sua ho messo tante piante in terrazza, così almeno non annaffierò. Sono quasi arrivato a Roma, ho sognato di essere il collant di Scarlett Johansson.