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venerdì 2 agosto 2013

Ucci ucci sento odor di Michelucci

Appena sceso, forse perché ancora gli giravano le pale, gli ha detto che serve più la Fiorentina a lui che viceversa, dimostrando che Montella gli ha passato il compito, ma il Patron è sempre impegnato e non ha avuto il tempo di prepararsi, tant’è che per fare il discorsetto a Ljajic, a pale ferme, di quelli per capirsi che devono fare effetto, si è preso come traccia da seguire una vecchia lettera d’amore che aveva scritto all’allora ancora fidanzata, una lettera che per lui ha il valore di una clausola rescissoria, quella che ha sbloccato la sua situazione sentimentale in stallo, insomma quella che secondo lui l’avrebbe convinta, anche se lei non aveva bisogno affatto di essere convinta visto che lui era già un Della Valle. Questo è il brogliaccio del discorso che sono riuscito ad avere grazie alla complicità del pilota dell’elicottero ”Adem, tu a Firenze hai dimostrato di possedere due anime, come il dott. Jackyll e Mr Heyde, hai vissuto di alti e soprattutto di bassi, adesso che hai saputo dare un senso alle tue due vite pretendi due milioni, uno per vita. Aggiungo a quanto ti ha già detto Montella, che tu senza la Fiorentina sei come Nico Cereghini senza il casco. Il tifoso che ha ancora i tuoi gol negli occhi non ti trova un solo difetto e te ne vuoi approfittare, ma io che ti devo pagare, da una parte sono persino d’accordo con te perché anch’io non ti trovo un solo difetto, te ne trovo almeno due, le due anime e i due milioni. Noi chiediamo riconoscenza, la stessa che fa si che i masochisti confessino se torturati”. Diciamo che con la discesa di Andrea dall’alto dei cieli, metteremo finalmente fine al tormentone del rinnovo, a quello dei mal di pancia, argineremo la voracità di Ramadani, metteremo una pietra sopra la clausola rescissoria, metteremo fine anche al mio proposito non proprio sereno nel caso invece che il tormentone continuasse ancora, perché anch’io in quel caso sarò indeciso come Ljajic, non saprò decidermi se commettere suicidio o andare al bowling. E’ chiaro che in mezzo ai tanti argomenti concilianti ci sia stato anche un avvertimento, in questo caso il collaudo della nuovissima tribuna, che ha lo stesso significato della bandierina rossa di avvertimento sui sandwich per evitare che la gente si perfori il palato. E parlare di riconoscenza nel calcio è come parlare di Tod’s in una favela, parlare di giocatori e di coscenza è un viaggio nell’ignoto, parlare di Galliani e di coscenza è addirittura un viaggio nell’inferno, la faccia sempre tirata dell’AD rossonero la dice lunga, tradisce un disagio di fondo a prescindere dall’andamento della partita, ad Adriano gli si legge in faccia che la sua coscienza è la suocera la cui visita non finisce mai. Vi faccio una confessione perché oggi siamo tutti felici e vediamo scendere un presidente dall’alto come se fosse un messia, tutti ridono, Mario Gomez e Pepito Rossi non rubano nemmeno le pernici, ma un pensiero deve andare anche a chi avrebbe voluto vedere atterrare Tutunci con il suo tappeto volante, meno rumoroso, più ambientalista, a chi ha privato i figli di un travestimento da Babbo Natale per investire tutto su parrucche e nasi finti. Ecco, io la sera tardi penso a loro, quando i rumori della città si attutiscono e i pensieri rimbombano perché non ci sono più i rumori della città a coprirli, penso a loro, a loro che cercano e non trovano, come esodati in attesa di una nuova collocazione, di qualcuno con cui incazzarsi, molte volte esco e vado a cercarli per rassicurarli, per mettergli una sciarpa Viola al collo che gli possa far ricordare la loro fede incrinata. Basta fare pazza Pitti e poi il Ponte Vecchio, Piazza della Repubblica e ancora via dei Pecori per imboccare via dei Cerretani e così arrivare da loro che sono là nel regno dei trolley, loro senza niente da trascinare con se, ma lì solo per cercare quello che hanno smarrito, e la notte è sempre il momento della resa dei conti, il momento per il mal di stomaco e il mal di denti, quando anche le ombre si ribellano e vorrebbero essere l’ombra di qualcuno che aveva creduto nei Della Valle. Li guardo da lontano per non disturbarli nelle loro paure, o meglio, per capire come aiutarli, ma il loro tormento non sembra trovare sollievo nemmeno con la coppia Gomez-Rossi, non sono rimasti tanti, ma perché lasciarli lì a vagare, Casa Italo è chiusa e forse li hanno buttati anche fuori di casa, è uno stridore assurdo quello che vede l’entusiasmo da una parte e loro in stazione con lo sguardo nel vuoto a cercare i fantasmi dei binari morti e della pontellizzazione.