.

.

venerdì 9 agosto 2013

Dopo il tramonto di Berlusconi le colpe sono tutte di Neto

La partita di ieri doveva servire a ritrovare le difficoltà di un avversario un po’ più consistente del niente, a riprendere i contatti con gli svantaggi estivi della pianura, e quindi a sbattere il muso su una partita internazionale, e questo compito lo ha svolto bene, anche troppo, poi doveva servire a dimenticare le manovre sporche di Adriano su Ljajic, e alla fine invece che all’umore, precipitato prima ancora delle temperature per l’arrivo della perturbazione, è servita soprattutto ai detrattori di Neto, che essendo tali e autolesionisti, si sono riuniti a festeggiare a Radio Blu dove per l’occasione hanno fondato il comitato “I Galliani” che comprende tutti coloro che auspicano il ritorno di Galli in porta pur di sostituire Neto. Hanno giocato sul nome del momento usando la stessa filosofia di quando a scuola usavo le mine di pessima qualità per lanciare minacce di continuare a studiare, e io non giocavo ma facevo sul serio a non studiare. “I Galliani” nell’intento dei fondatori diventerà più in generale una linea di articoli difettati dello store di John Galliano, un accordo con il brand inglese per vestire di volgarità gli abitanti del pianeta calcio. Il suo plurale venuto male, insomma, e per questo distribuito nel calcio dei peggiori, di quelli vestiti con i soliti servilismi, con lo stesso squallore ma con nomi diversi, perché ognuno farà parte di una collezione a se, che sia Marotta, Criscitiello, Civoli, Varriale o Nando Sanvito, l’unico made in China per via dei suoi capelli tinti con la china. Il peggio insomma. E per fare finta che della sconfitta non ce ne frega niente, perché la preparazione, la concentrazione, l’alta pressione, di Neto la crocifissione, la delusione, insomma, mentre cerchiamo l’assoluzione perché il fatto non sussiste, perché la sconfitta rientra nell’indulto come tre dei quattro anni di Berlusconi, o al limite è già prescritta, pensavo di prescrivere qualcosa per distrarvi e Intanto che prescrivo, anzi, soprattutto per questo, voglio farvi partecipi di un’inquietudine che nasce dopo essere andato a pisciare all’area di servizio Cantagallo Ovest, avevo appena appena mangiato una “Rustichella” quando con il cinci ancora in mano, tra le tante scritte e disegnini volgari ho notato una frase profonda come la tana di una donna nana disegnata proprio lì accanto, un prescritto che ha messo in discussione le mie certezze gettandole nel cesso come la carta igienica dopo che avevo finito di pisciare. Non che io mi senta uno prescrittore, ma siccome mi piace prescrivere neanche fossi un medico della Mutua, quel titolo “Regole per gli scrittori”, mi ha attratto perché ho pensato che fossero regole per scrittori low cost come me, scrittori da “Rustichella” e acqua minerale naturale senza nemmeno fare il menù con un euro e cinquanta in più, perché non mi interessa una sega di avere una fetta di torta. Insomma, gli ho fatto una foto con il telefonino e l’ho letto e riletto, spesso lo porto a letto, prima di dormire cerco di interpretarlo e di capirlo, mi è entrato in testa come un tarlo, il suo significato è ripido come salire su per il San Carlo, forse anche troppo esclusivo come Montecarlo. Eccolo: “Non mettete frasi in forma negativa, non negate mai nemmeno che siete negati. La voce passiva non dovrebbe mai essere usata, anche se nella vita siete dei parassiti. Se si rilegge il proprio lavoro, superati gli urti di vomito, si può trovare nella rilettura che un gran numero di ripetizioni possono essere evitate come invece non vi è stato possibile nel percorso scolastico e avete fatto più volte lo stesso anno. E non iniziate una proposizione con una congiunzione. Non esagerare con i punti esclamativi!!! Posizionate i pronomi il più vicino possibile, specialmente nelle lunghe frasi, tipicamente di 10 o più parole, ai loro antecedenti. Prendete il toro per le corna ed evitate le metafore miste. Sempre l’avverbio segue il verbo. Anche se vi piace farlo, e quando non lo fate ci pensate sempre, ed anche alla vostra ragazza piace molto farlo,  evitate di usare i doppi sensi. Ultimo ma non ultimo, evitate le frasi fatte, specie se nel posto sbagliato. Infine, sappiate che, per scrivere bene, non esistono regole precise.” Più cerchi alla testa mi accompagnano ormai da giorni mentre cerco invano di trarre insegnamento da tutto ciò, cerchi alla testa che sembro un Audi, un testo che il destino sembra avermi voluto far trovare in quel bagno, e io al destino ci credo, come Radio Blu crede in Neto, c’è infatti chi è scrittore di successo e chi da cesso, chi usa carta patinata e chi quella igienica, chi fa la gavetta, tira la cinghia ma poi sfonda, e chi tira lo sciacquone e il lancio del proprio libro lo fa con la fionda. E poi l’edizione rilegata, quella bella con la copertina rigida, mentre c’è chi la soddisfazione l’ha relegata nello scrivere sulla carta gialla così gli assorbe tutti gli errori di grammatica come fossero olio di frittura. Chiudo anche se la mia mediocrità è open space, c’è chi fa tour promozionali a bordo di macchine lussuose e chi invece è impelagato in finanziamenti indecorosi e si è impegnato per 30 anni comprando una macchina da 30.000 euro con airbag di serie, che viene fatto togliere prima ancora di ritirare la macchina, perché se fa un incidente con 30.000 euro di macchina, vuole solo morire. Come quando perde la Fiorentina, anche se ci dicono che serve per crescere, a noi serve soprattutto per morire mentre a Radio Blu per criticare Neto.