Aspettando la Fiorentina di un lunedì da parrucchieri, così, tanto per fare barba e capelli al Catania, di questa prima giornata di campionato rimane soprattutto la sconfitta del Milan condita con le provocazioni di Balotelli su Twitter, che confermano quanto sia il suo atteggiamento ad inasprire gli animi e non il colore della sua pelle. E mentre il Milan non interviene se non per contattare i giocatori sotto contratto, il pubblico di Verona si fa beffe, applaudendolo, di chi altro non è che un cretino, bene anche l’atteggiamento dell’arbitro, evidentemente si sono resi conto che non era più possibile fischiare una punizione o un rigore a favore ogni volta che il giocatore cadeva in terra con volo planare. Sono sempre stato tollerante, si all’integrazione ma anche no al razzismo al contrario, ho viaggiato e conosciuto religioni, mentalità e culture diverse, senza trovare nessun disagio, ricordo una volta a Istambul di essere entrato addirittura in una moschea piena di zanzare senza provare nessun fastidio, forse anche grazie all’Autan, ma Balotelli non fa parte di tutto questo, è solo un provocatore insolente che ha trovato in Prandelli un salvacondotto per passare sopra a qualsiasi valore etico e morale. A differenza di lui non mi danno noia nemmeno le formiche, anche se sono miliardi nel mondo, perchè capisco benissimo la difficoltà di produrre preservativi così piccoli, e neanche le piattole che alla fine sono il nemico pubico numero uno. Ma Balotelli si. Lo sport dovrebbe fare bene, aiutare in generale, e in particolare aiutare a sfogare i disagi e anche certa violenza insita nell’essere umano, penso al rugby che è capace di tenere lontani trenta energumeni dal centro della città, Balotelli invece no, nel suo caso è lui che fa male allo sport. Per raccontarvi invece ancora qualcosa tratto dal mio romanzo erotico “Cinquanta sfumature di Viola””, oggi solo un paio di considerazioni generali maturate con l’esperienza di anni di successi, le donne di questo nuovo millennio sono consapevoli della loro forza e quindi di essere sedute sulla loro fortuna, mentre Suzanne di Berlino mi ha svelato uno dei grandi trucchi del genere femminile di tutti i tempi, non è il punto G ma un vero caposaldo, e chi soffre di più il caldo generalmente sarà colei che riuscirà ad ottenere il massimo dalla vita, a convincere l’uomo, a turlupinarlo bene bene, perché mi ha dimostrato che le lacrime delle donne sono solo il sudore degli occhi. Visto le foto che solitamente propongo vi sembrerà facile intuire cosa mi colpisce di più in una donna, ma vi sbagliate, abbagliati come siete dalle tette e dai culi che vi propino sapendo come siete materiali, a me no, la cosa che mi ha colpito di più è sempre stato lo schiaffo, specie dopo una mano morta. Solo una volta sono rimasto spiazzato, quando la giovane Rosa mi chiese di entrare adagio, lo stesso messaggio che c’era scritto sulla rampa del garage dove tenevo la macchina, fu un attimo, ma la sopresa durò il tempo di capire che era vergine. Diciamo più in generale che la donna che mi piace meno è quella che s’interessa di politica, a prescindere dalla sua fisicità, troppo qualunquista specie se di destra, a parte la monotonia nell’indossare sempre e solo biancheria intima di colore nero, il solito tatuaggio di Mussolini all’altezza della farfalla di Belen, Moira di Predappio era così di destra che la sua posizione era più o meno quella di Cuadrado, e così alla fine faceva di ogni erba un fascio, mentre emerge dopo gli ultimi scandali, che le donne più stanno a sinistra e più abitano in centro pagando affitti con l’equo canone. Mi ricordo invece la Marisa, una socialista che non si era iscritta al partito perché tanto era già ricca di famiglia, aveva sempre le mani pulite forse perché aveva rubato anche il sapone, ma la volta che mi sorprese di più è quando andammo al matrimonio di una sua amica, perché a differenza di tutte gli altri tirava solo riso soffiato. Chiudo con una nota di speranza, non solo nel senso che mi auguro che la Fiorentina stasera batta il Catania e voli in testa alla classifica, ma perché al mondo ci sono ancora persone buone, generose d’animo, che sono poi quelle più vicine alla mia sensibilità di poeta. Quest’estate ho assistito a un episodio che mi ha fatto capire che al mondo non ci sono solo i Galliani o il babbo di Ljajic, ma anche persone come quel bagnino sulla Feniglia, muscoloso, abbronzatissimo, il ritratto della salute in procinto di addentare un panino enorme, farcito di ogni ben di Dio, quando gli si avvicina u bambino di colore, magro, deperito, con la faccia scavata e gli occhi di fuori, che gli dice “Scusi signore sono tre giorni che non mangio”, e quel brav’uomo di un bagnino lo ha rassicurato che poteva fare tranquillamente il bagno.