Prendo per buone le parole di Montella e Pradè che parlano di stanchezza mentale dopo 33 giorni di ritiro, che sono effettivamente molto lunghi, anche più che ascoltare un 33 giri intero di Gigi D’Alessio o della Tatangelo. Ma 5 gol al passivo e nessuno all’attivo in due amichevoli fanno comunque male come un cannolo siciliano a fine pasto, portandoci in Svizzera con qualche convinzione incrinata proprio come il fegato per smaltire la ricotta del cannolo, poi però penso a loro, a quanto mentalmente stanchi erano anche i timorati della pontellizzazione, li guardo oggi, invece, così belli rifioriti e faccio ancora più mie le parole di Montella e Pradè. Penso positivo, a proposito, proprio per chi vuole seguirmi in questo viaggio della fiducia estrema e bere quel bicchiere mezzo pieno che è stato spillato dall’urna del sorteggio, c’è da dire che la trasferta in Svizzera è di quelle comode, sorseggiabile come acqua potabile, comoda quasi come attraversare il Ponte alla Carraia e infilare in via della Vigna come neanche un fagiano, una macchinata di amici, due bischerate, un Camogli prima di varcare la frontiera e sarà subito Europa League. Una trasferta comoda anche per la squadra che potrà rientrare in serata senza i tanto temuti viaggi della speranza da quegli avanposti dell’Europa che ricordano i viaggi con la scorta di collant nel bagagliaio da scambiare con quello da metterci dentro, e con gli aeroporti che a notte fonda ti chiudono la porta in faccia, con la prima di campionato tra capo e collo, e con un solo rischio serio però, uno ma concreto, solo per i tifosi poi, che non è nemmeno il Grasshopper ma la Svizzera in tutta la sua incomprensibile compostezza. L’esatto contrario di Santo Spirito così pieno di buche e confusione, così alcolica e così vespasiano. Siamo troppo cialtroni per frequentare luoghi così ordinati e puliti, con giardinetti intonsi e con l’erba pettinata che sembra un velluto a coste larghe di Visconti di Modrone. Mentre da noi, senza nemmeno aver bisogno di fare tanti nomi e cognomi perché ci sono autodenuncie circostanziate anche su questo blog che parlano da sole, c’è gente che di ritorno da Santo Spirito piscia come se fosse un radiatore sfondato, quindi attenzione perché questo è argomento serio che potrebbe costare caro, e non per gesti eclatanti e da arresto come quelli del vescica disinibita confesso, basta molto meno. A questo proposito voglio trasformare per una volta il blog in uno strumento utile come un preservativo, come dicono quelli bravi e impegnati nel sociale e nella riduzione delle nascite, perché sono andato a vedere i regolamenti comunali di Zurigo, e voglio dare un consiglio soprattutto a quelli che si portano dietro il cane, perché non sarà sufficiente munirsi di sacchetto e di paletta come da noi, ci vorrà anche una cannuccia, il regolamento comunale infatti obbliga i possessori di cani a raccogliere la loro popò con la paletta, ma anche la pipì con la cannuccia. Mentre da noi e soprattuto al nord si reputano leciti anche comportamenti scorretti come quelli di Galliani, al centro per la verità un po’ meno, ma è tutta una questione d’interpretazione dei regolamenti, il confine tra la legalità e l’illecito in Italia è come sempre molto labile, e ricorda il viaggio di Boris Eltsin a Pechino per discutere i nuovi confini del suo fegato, sono problemi di geopolitica, o più in generale di politica a 360 gradi, se si pensa che per molti lo Stalinismo inizia in casa, oppure come per i messicani così lontani da Dio, così vicini agli Stati Uniti. Galliani del resto sta raccattando riconoscimenti in tutta Europa, attestati di disprezzo che lo collocano sul comodino del calcio come una volgare radiosveglia, che altro non è che un dispositivo atto ad inculcare odio nei confronti della musica, e se Ljajic sarà sottratto al patrimonio della malavita calcistica potrà essere utilizzato per partite socialmente utili, i suoi gol saranno un messaggio di speranza per i giovani con contratto a scadenza. E’ anche giusto in un momento come questo nel quale Galliani è costretto dal bisogno a percorrere il banditismo, e che per questo prende schiaffi da tutte le parti, è giusto rilevare il suo ultimo apprezzamento ufficiale datato ormai 6 mesi fa, che ha voluto fare pubblicamente una sua compagna fuori dal matrimonio, e per questo mantenendosi un po’ sul generale, e che dimostra quanto Galliani non sia solo un diavolo, ma che sa anche farsi apprezzare, un messaggio affettuoso rilasciato non a caso a Milan Channel, una sorta di messaggio cifrato “Gli italiani lo fanno meglio”, specificando subito dopo che si riferiva al tiramisù. Tutte le mogli di Galliani hanno comunque le stesse cartteristiche, perché Adriano è un uomo che bene o male cerca sempre le stesse cose, vedi anche i giocatori in scadenza, una recente biografia dell’AD rossonero, la cui foto rara di copertina racconta i suoi inizi quando invece dei giocatori rubava le merendine vicine alla scadenza, ha messo in luce come cerchi sempre mogli che abbiano soprattutto cura della casa, una mania sembra, è notorio infatti come ogni sua moglie abbia pronunciato almeno una volta la frase “Adriano, io sono bravissima a tenere la casa. Ogni volta che divorzio tengo la casa”.