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domenica 30 novembre 2014

I colori

Il tifoso freme la domenica, ma non solo per il desiderio di vedere la sua squadra scendere in campo, freme e teme di scoprire che i suoi amati colori non saranno del tutto rispettati da chi li dovrà indossare, oppure perché non  li riconoscerà nemmeno più come propri. In un delirio da terza maglia. In una irriverente deriva marketing, tra contratti con sponsor tecnici che calpestano la storia e la tradizione a favore degli aspetti commerciali. Il tifoso rimane impietrito tutte le volte che aspetta di vedere la sua partita del cuore per paura di non riconoscere i propri colori. Allora, tra esigenze commerciali, poesia e il fatto che i tifosi in questi anni ne hanno dovute vedere di tutti i colori, mi piace ricordare le parole di Antonio Albanese a questo proposito. Perché alla fine il tifoso vuole solo riconoscersi nei propri colori: “Il colore buono è il bianco, ho scoperto che il colore buono è il bianco... perché rimane fedele, il resto...si ribella..Il grigio si intristisce e butta acqua, il viola scappa al tramonto, il nero si fa nero, il rosso dura poco, il giallo brucia tutto... e l'azzurro costa caro! E a fare il cielo ce ne vuole... mica solo un tubetto! Ci vogliono cento, duecento... anche quattrocento tubetti per fare il cielo...e quando sono insieme i colori cospirano, si buttano giù storti, a pataccone..Però i colori sono belli visti da dietro. Te hai mai visto il rosso da dietro? Non sta fermo, cambia..Se gli vai addosso schizza via come un gatto”. E anche se il Viola scappa al tramonto, va rispettato. Sempre. La maglia è la maglia. Sponsor o non sponsor, perché pur di compiacere lo sponsor, per esempio una banca di Abu Dhabi, il Real Madrid ha accettato di togliere dal proprio stemma una piccola croce. "Così non urteremo la sensibilità dei musulmani", calpestando magari proprio la sensibilità della propria storia e dei tifosi. E visto che siamo qua a prostituirci, ma siamo anche su un blog dove è necessario saper abbinare, in onore del Cagliari che per molti anni ha avuto come sponsor il pecorino sardo, le uniche maglie in Italia con l’odore dello sponsor più acuto di quello del sudore a fine partita, si, insomma, tra il dire e non dire a certi contadini sempre lì pronti a voler sapere com’è buono il formaggio..., tra il gusto dell’abbinamento più classico e la previsione, oggi pomeriggio penserei a du’ pere.