Anche la Fiorentina di Guingamp le ha provate tutte per mascherare la propria debordante bellezza, e un po’ si è fatta aiutare dall’arbitro in chiara “associazione a depistare”, invece che a delinquere, così come in campionato si è fatta aiutare dalla sfortuna, dagli infortuni, dagli errori di Montella, e dal rendimento in calo dei suoi uomini migliori. Forse è stata aiutata anche da un certo calo del desiderio, o fame, ingiustificato però dal fatto che niente o poco fino ad oggi abbiamo messo sullo stomaco. Si è lasciata intravedere come da dietro un indumento intimo di pizzo, quella bellezza, 25 minuti bretoni nascosti a fatica dentro a una terza di reggiseno o 90 coppa C. Una bellezza di coppa appunto, dentro a 90 minuti di calcio fuori dai confini del matrimonio. Ma se uno è furbo e sa dove collocarsi quando in giro c’è un’altalena, sarà sempre in grado di valutare le cosce di una ragazza con la gonna, questione di geometria della posizione. Almeno in San Frediano. Poi la Fiorentina è noto che debba frequentare un campionato malfamato come certi quartieri dove c’è Calvarese, Buffon che frequenta i tabaccai pur essendo un atleta, Tavecchio. E qui la Viola si deve difendere come facciamo noi quando dobbiamo andare in posti altrettanto malfamati tipo Borgognissanti. In questo Montella è bravo a mescolare le carte per non far vedere le qualità preziose della squadra, come del resto consiglio sempre di fare agli amici che vengono da fuori e devono oltrepassare il ponte. Di solito gli suggerisco di vestirsi con vecchi abiti dismessi e di evitare di portarsi dietro l’orologio, l’anello, il braccialetto e anche la macchina fotografica. Così come in campionato è consigliato non mettere troppo in mostra i gol di Gomez, le sgroppate di Cuadrado o il luccichio della manovra montelliana intravista dietro ai pizzi francesi. E’ per questo che invito i miei amici a lasciare a casa il portafogli, il cellulare e tutto ciò che può far pensare ad un certo benessere economico. E’ per questo che in campionato ci nascondiamo al centro classifica. Sono sereno quando gli amici si avventurano in quell’inferno con in tasca solo i documenti e pochi spiccioli, quando in campionato ci approcciamo con poca continuità, scarsa brillantezza, difficoltà ad andare in gol. Poi però succede che in coppa emerge prepotente tutta quella bellezza che in campionato riusciamo a contenere, anche se sempre più a fatica. Sarà che Marin ancora non ha capito bene in che campionato malfamato si è ritrovato a giocare, così come i miei amici ai quali è inutile fargli prendere tutti gli accorgimenti del caso, se poi si fanno fregare la Porsche in via Pallazzuolo.