Dopo il ritorno al 3 5 2 è tempo di un altro addio, questa volta non al modulo caro agli inamidati del 4 3 3, ma a un certo modello di ristorazione, un cambiamento che coinvolge le due anime del blog. Da ieri infatti si è consumato l’addio all’oliera in ristoranti, pizzerie, mense e bar: è entrato in vigore l’obbligo del tappo anti-rabbocco per i contenitori di olio extra vergine di oliva serviti in tutti i pubblici esercizi. Lo scopo è impedire che i recipienti vengano riempiti o allungati con prodotti diversi da quelli indicati, come purtroppo avviene. Si vuole anche evitare che di rabbocco in rabbocco l’olio sul fondo dell’oliera diventi stantio come l’odio per i Della Valle: di recente in una trasmissione televisiva sono stati intervistati ristoratori che ammettevano candidamente di non aver mai svuotato del tutto le oliere anche per anni, limitandosi ad aggiungere olio nuovo a quello che stagna sul fondo. Come è vero anche che molti tifosi confessano candidamente di farsi guardare le partite da altri, o pur guardandole in prima persona dimostrano di non capire quello che vedono, non ultimi quelli che confessano di appoggiarsi ai motori di ricerca che per l’appunto sono motori che perdono olio e andrebbero rabboccati continuamente. Anche il consiglio di chiedere al ristorante non l’oliera, ma direttamente la bottiglia dell’olio per aggiungerlo di persona ai cibi, non dà garanzie. Insomma, da domenica la difesa a tre, e da ieri gli oli di oliva vergini proposti in confezioni nei pubblici esercizi, fatti salvi gli usi di cucina e di preparazione dei pasti, devono essere presentati in contenitori etichettati conformemente alla normativa vigente, forniti di dispositivo di chiusura in modo che il contenuto non possa essere modificato senza che la confezione sia aperta o alterata, e provvisti di un sistema di protezione che non ne permetta il riutilizzo dopo l’esaurimento del contenuto originale indicato nell’etichetta. E domani in coppa vedremo se oltre alla difesa a tre ci sarà anche la novità anti-rabbocco Richards, tutt'altro che tappo. E le novità per il prodotto simbolo della dieta mediterranea, non si fermano al tappo anti-rabbocco, in quanto è prevista anche una più accentuata rilevanza cromatica rispetto all’etichettatura degli oli che siano prodotti con miscele provenienti da Paesi stranieri, diciamo una terza maglia, così da mettere in guardia il consumatore sulla diversa qualità e composizione merceologica. E poi giovedì potrebbe essere arrivato anche il momento di vedere Marin titolare. Lo stop alle oliere truccate nei locali pubblici vuole salvaguardare l’olio di oliva, che offre un contributo determinante alla salute dei cittadini e rappresenta una realtà produttiva da primato nazionale, che può offrire importanti sbocchi occupazionali e opportunità di sviluppo sostenibile al Paese. A Firenze non a caso si è cominciato persino a fare l’"eppi auar" con il pinzimonio proprio per esaltare le qualità del prodotto, mentre in ambito europeo l’Italia ha svolto il ruolo di leader nella tutela della qualità e della sicurezza alimentare. Ora toccherà a Marko Marin dimostrare che la classe non è acqua, che non si frigge con l’acqua ma neanche con l’olio rabboccato.