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mercoledì 12 novembre 2014

Pluvialicic

Tutti si preoccupano che siamo sott’acqua ma che siamo nella merda non si preoccupa nessuno a parte Lele. Un concetto che parte dalla crisi economica più in generale, ma che può essere esteso fino alla crisi della Fiorentina, e a cascata anche a quella di Stefano quando tutte le sere che a Vienna Cristo mette in terra si ricorda che l’allenatore della Fiorentina è Vincenzo Montella. Dal fatto che le fogne non ricevono più, fino al fatto che non riceviamo da Ilicic niente di più che l’antiestetico mulinare di gambe secche che sembrano pluviali. Fossero almeno di rame ci sarebbe sicuramente qualche rumeno all’infuori di Mutu disposto a liberarci da quella rigidità  verticale, lasciando così in pace le linee ferroviarie dei pendolari già di per se sofferenti. Si dice che non ci sia un’adeguata manutenzione degli argini, gli stessi che lo sloveno ha fatto tracimare malgrado la nostra pazienza avesse spallette ben più alte di quelle dei Lungarni, dopo gli ultimi versi a bischero rivolti al pubblico, che denotano le caratteristiche tipiche del cervello di una grondaia. La sua oltretutto perde come l'ultima Fiorentina. Tutto questo panegirico con l’olio nuovo per dire che cosa? Che ci sono tragedie vere come quelle delle alluvioni, tragedie sportive gonfie non di acqua ma per fortuna solo di bombe d’enfasi come succede dopo una sconfitta, e poi ci sono le tragedie dimenticate. Ecco, oggi chissà perché, anzi lo so benissimo e tra poco lo saprete anche voi, a partire dalla foto impressionante voglio raccontare una di quelle tragedie che la storia volutamente non racconta. E’ una foto scattata nel 1870 quando nasceva Jordan, e che mostra un uomo occidentale fieramente in posa di fronte ad una montagna di teschi di bisonti americani, animali sistematicamente macellati dai colonizzatori europei una volta arrivati nel continente nord americano. L'esercito americano composto dai coloni incentivò la mattanza di questi animali per due ragioni: per evitare qualsiasi competizione commerciale con l'industria della carne bovina e di vitella che di lì a poco sarebbe stata importata nel continente nord americano. Per ostacolare il più possibile la sopravvivenza delle tribù locali che rappresentavano una chiara minaccia all'espansione ed egemonia dei colonizzatori. Direte voi, ma che cazzo c’entra tutto ciò con la premessa idraulica, c’entra perché è un’idea che mi è balenata in testa  proprio dalla seconda delle ragioni che hanno portato a quella strage, potremmo cioè risolvere finalmente la collocazione tattica sulla Terra di Ilicic con un semplice embargo alimentare. Già mi vedo, fiero, posare in piazza Piattellina di fronte alla montagna di teschi dei pizzicagnoli fiorentini che servivano Ilicic.