E’ la solita Fiorentina che regala “Scampoli di assenza”, e così il Napoli caseario del pastore Benitez ci va in carrozza al Franchi, del resto Rafael incarna benissimo il ruolo della mozzarellona. La Fiorentina non ritrova più la sua identità, ed oggi oltre al caldo anomalo e alle zanzare possiamo parlare apertamente di delusione, anche se quando apri così apertamente a qualcosa è proprio lì che entrano le zanzare. Non per questo vuol dire abbandonare la squadra ad Ilicic e alle zanzare, o peggio ancora all’indifferenza di domeniche chiuse a quattro mandate dentro a centri commerciali. Quando c’è bisogno del tifoso, il tifoso scende in campo, non importa se con il 4 3 3 oppure il 3 5 2 del secondo tempo che sembrava ridare almeno un senso, ma che alla fine aprirà praterie di amarezza solo alla felicità partenopea. Il tifoso c’è, come Dio. Lo scrivo qua invece che sui ponti dell’autostrada perché oggi non devo andare da nessuna parte. Intanto ho capito però perché scrivono frasi sui ponti dell’autostrada, per abbassare la media della velocità, insomma siamo tutti un po’ più religiosi da quando c’è il Tutor. Il Napoli ha vinto meritatamente, va detto, e dispiace vedere la Fiorentina del primo tempo essere punita in differita, nel secondo, quando cioè la diretta di un ritrovato piglio sembrava averla riportata alla ragione tattica. Ci rimane in bocca il sapore amaro del legno, che non è il tabacco o il sandalo che insieme sono quelle essenze del cazzo per profumi da uomo del cazzo, dozzinali come è diventa questa Fiorentina da centro classifica di Montella, perso nella sua etichetta di giovane allenatore di talento. No, è il legno di quella traversa di Gomez, che invece di fare pace con la sfiga sembra averci definitivamente dichiarato guerra. Montella sembra perso come lo siamo noi davanti a un idea confusa di squadra, che sembra nascosta prima a noi che all’avversario. C’è chi ancora la sta cercando nello spogliatoio Viola con la scusa di fare le pulizie mentre è già lunedì mattina, magari pensando che il mister abbia dimenticato il foglietto con le sue idee dentro all’armadietto. Per riportarglielo. Come tifoso, ieri non mi sono perso solo grazie al navigatore che fortunatamente porto sempre nell’indole, perché i gobbi hanno giocato in blu, il Parma in verde, la Lazio in bordeaux, il Cesena in rosa, e la Fiorentina che con la maglia che non c’entra una sega ci aveva già giocato, pensa bene di ovviare ai suoi obblighi coniugali cercando di depistarci svendendo il talamo alla felicità delle squadre avversarie, come se fosse un locale qualsiasi per festeggiare i compleanni. E poi Ilicic, Ljajic e Icardi che fanno versi idioti ai propri tifosi, per zittirne la passione, ed è chiaro che ai tornelli ci perquisiscono, perché sono increduli anche loro che ce ne sia rimasta ancora un po’ magari imboscata come se fosse un fumogeno. Io il fumogeno nelle mutande lo nascondo tutti i giorni, non solo quando vado alla stadio, ma questo per ovviare ad altre carenze. Si, la passione c’è rimasta anche se le provano tutte per svuotare gli stadi, noi però non saremo mai dei cartonati a Firenze, amiamo troppo la nostra squadra, malgrado Ilicic, che comunque va sostenuto finché indosserà la maglia Viola, anche se a lui sta meglio quella nera. Non importa se non ci fanno passare nemmeno l’ombrello, siamo fiorentini e ci piace gesticolare quando parliamo della nostra Fiorentina, e a chi le prova tutte per allontanarci da quella passionaccia, ci basta fare un semplice gesto. Perché non c’è tornello che possa filtrare il gesto dell’ombrello.