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domenica 16 novembre 2014

Rombo di Tuono (senza le patate)

E’ domenica e c’è più tempo da dedicare alle passioni, e a parte i tombaroli del tifo che riprendono il vivo solo dopo una sconfitta della Fiorentina, per noi più attaccati alla tradizione della vittoria, i dispiaceri saranno al massimo quelli di andare all’Ikea, mentre per loro oggi sarà una domenica senza reperti interessanti.  Ci sono invece mogli di mariti portatori sani di tifo che considerano reperti interessanti una libreria “Billy” oppure un divano “Klippan”, capaci quindi di trasformare il portatore sano di tifo in un portatore santo di carrelli dell’Ikea. Per fortuna mi sono imposto almeno sulla stagionalità  e tradizione del nostro cibo, niente polpettine svedesi, anche se questo rifuggire dai salmoni mi costringe a reiterare il peccato di gola della settimana scorsa andando a ricercare il sapore della “cicala”, oggi però le farò in forno riempite con pan grattato, aglio, prezzemolo, olio e peperoncino. E anche se so già che qualcuno di voi portatore sano di testosterone vorrà eccepire sostenendo che la cicala non ha stagioni. Muller Thurgau, e poi per rispondere alla modica attrazione che mi suscita invece la tradizione italiana di chi non usa il burro di cacao, anche un po’ di cioccolata di Modica con il sale di Trapani. Contrasto eccellente, esaltato dal barolo chinato che è eccellente come il contrasto vincente con il quale un centrocampista di razza sradica palloni sanguinosi in mezzo al campo per esaltare la ripartenza. Piove e le castagne confortano come un plaid colorato, ed è tempo di fare gli auguri a Gigi Riva per i suoi 70 anni, anche se in ritardo, il primo grande campione che ho amato quando ancora piccolo mi sono innamorato del calcio. Un campione che a parte lo scudetto del 70 mi ricorda molto la storia di Giancarlo Antognoni e di un calcio che non esiste più. Arrivato a Cagliari giovanissimo, nell’estate del 1963 fu subito colpito dal mal di Sardegna, non ha mai ceduto alle lusinghe delle big e vive tuttora a Cagliari. Si, ricorda proprio la storia di Giancarlo e delle “bandiere” che non esistono più. Di lui voglio ricordare queste parole “Quando vedevo che alle 11 lo stadio era già pieno, capivo che per i sardi il calcio era tutto. Ci chiamavano pecorai e banditi in tutta Italia e io mi arrabbiavo. I banditi facevano i banditi per fame, perché allora c’era tanta fame, come oggi purtroppo. Il Cagliari era tutto per tutti e io capii che non potevo togliere le uniche gioie ai pastori. Sarebbe stata una vigliaccata andare via”. Per dire che la discriminazione territoriale nei confronti dei pecorai già c’era, non abbiamo inventato proprio niente. Dopo gli auguri a Gigi Riva che suscitano così tanti ricordi di un calcio che fu, e che evidenzia le differenze enormi con il calcio gulasch di oggi, mi è tornata in mente anche la domenica così stanziale di certe persone care che non ci sono più, e che passavano il loro tempo libero a cercare le differenze su “La settimana enigmistica”. In ricordo di loro pubblico le due foto rubandovi qualche minuto alle vostre passioni, per invitarvi a trovare le differenze, regalandovi la prima in una sorta di edizione facilitata; il Gat (che qua non ha mai scritto).