Io non sono un’anima pura come lo sono certe partite di cocaina, lo sono come invece certe partite tagliate dal velenoso arbitraggio di Rocchi. Insomma, sulla coscienza ho solo qualche piccola macchia di brodo del lampredotto, tutt’al più una borsa finta di Gucci ancora da smaltire perché non l’ha voluta nemmeno la Caritas. Però pur patendo un passato torbido come il vino che bevono in Borgognissanti, mi sento un santo in confronto a quanto emerso dall’inchiesta della Guardia di Finanza che vede il Calcio sprofondare nell’ennesimo scandalo. Sprofondare proprio come la figliola del Materassi nell’ennesimo cantiere aperto in via Sant’Agostino. Le indagini sono durate circa 2000 anni, e nel corso di una maxi operazione denominata “Gabbiadini” hanno giustappunto messo in gabbia gli autori di questa nuova truffa. Purtroppo l’ideatore è una nostra vecchia conoscenza, Enrico Chiesa, che aveva elaborato una strategia davvero diabolica per estorcere denaro ai malcapitati della bassa classifica, che circuiva definendoli “fedeli”. Alla base del raggiro c’è il culto di Cristina, figlia della “Dea” giunta a Bergamo come salvatrice un paio di millenni fa. In seguito, gli ultrà orobici cominciarono a diffondere la propria adorazione per Cristina vendendo sciarpe e gadget, fondando così un vero e proprio impero con sede a Roma, e che poi si ramificherà in tutto il mondo. Oggi Chiesa ha un’organizzazione rigida e gerarchica, che vede al proprio vertice un prestanome vestito di bianco. Sotto di lui agiscono figure che celebrano messe come Prandelli, mentre i frati con i quali lo stesso allenatore del Galatasaray zappa l’orto, non hanno il diritto di celebrare la messa ma in compenso quello di non indossare i calzini. Voglio dire, com’è possibile che la gente è costretta a girare con le borse false di Gucci, mentre il prestanome che professa povertà indossa scarpe di Prada vere. Certe evidenti disparità sono risultate le stesse che la classe arbitrale esercita da sempre nei confronti delle squadre a tinta unita. Oltretutto, e qua arriva il nuovo scandalo, le autorità italiane hanno rilevato gli estremi per intervenire anche nella pretesa dell’organizzazione criminale di ergersi, previo il ricevimento di un contributo finanziario di varia entità, a unico tramite tra la nostra presunta peccaminosa vita terrena e l’agognata salvezza eterna dell’Atalanta. Grande la soddisfazione del generale della Guardia di Finanza, Giorgio Masala, che ha voluto ribadire ancora una volta che “L’Italia è un paese moderno che non cederà mai a nessuna superstizione” Aggiungendo subito dopo “A questo proposito spero che La Fiorentina contro la Lazio possa continuare a giocare con i pantaloncini neri ”