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mercoledì 15 ottobre 2014

Associazioni di confine


Bardonecchia non so perché mi fa venire in mente Scarnecchia, l’hotel Betulla, Montella, e il cucchiaio con il quale ho mangiato il "bicerin", il gol di Bernardeschi. Anche se a Deyna è rimasto di traverso. Sono associazioni di confine, e passare da una all’altra attraverso il Frejus costa 43,10 €. Ma io non passo di là, mi tengo Bardonecchia, l’hotel Betulla e il cucchiaio del bicerin, risparmio e così poi non devo tornare. Vorrà dire che Deyna berrà un bicchier d’acqua. Anche se l’andata e ritorno converrebbe di più perché costa 53,80. Rimango di qua. Al limite posso finanziare un transito di sola andata al Giannelli anche se mi costa caro visto che è  un transito eccezionale, oltre 900 €. Leggo che Gomez intanto non è ancora pronto, perché lui il transito dall’infortunio alla guarigione se lo fa a piedi. Considerato ormai un patrimonio dell’Unesco, e costato un patrimonio, il suo cammino per uscire fuori da un infortunio equivale a quello per arrivare a Santiago di Compostela partendo da Roncisvalle, che non so perché mi ricorda Della Valle. Forse perché è lui che continua a pagarlo. Tra Bardonecchia e la Francia c’è il Frejus, tra Gomez e il ritorno in campo c’è invece la via Francigena. Il dottor Manetti nel report medico di ieri ha precisato che la storia clinica di Mario Gomez è cominciata nel Medioevo, un lungo percorso che se vedrà Gomez arrivare a Santiago con ancora del fiato da spendere, gli permetterà di spingersi oltre fino a guardare l’Oceano Atlantico dall’estremo promontorio di Fisterra, che non so perché mi ricorda che in fondo sono un tifoso terra terra. E per un Richards, uno Joaquin e un Marin che rientrano, Marin che non so perché mi fa venire in mente il "bicerin", si insomma, per tre giocatori che rientrano c’è un nuovo infortunio che si paventa e che mi spaventa più di quello di Gomez. La Gaia ha perso la voce. Allora ho deciso di partire anche io per il pellegrinaggio fino a Santiago di Compostela, non tanto per motivi religiosi, e non tanto per ottenere benefici in una sorta di catarsi interiore. Solo per far ritornare la voce alla Gaia. E mentre vado vedo cristiani, ma non mancano appartenenti anche ad altre comunità religiose. Vedo le categorie più disparate, novizi in attesa di prendere i voti, coppie in crisi come Graziani e Pulici, che tentano il viaggio insieme al fine di ritrovare l'equilibrio nei rapporti, fondato sui veri sentimenti, vedo falsi nove pentiti delle loro bugie, vedo fedeli che intraprendono il pellegrinaggio per rafforzare la propria fede. Io niente di tutto questo, sono l’unico che non cerca nessuna voce dentro di me, ma solo quella della Gaia. Non sono partito a piedi, ho scelto la bicicletta perché il cammino in bicicletta è profondamente diverso dal cammino a piedi, sotto diversi profili. In una giornata una persona come Gomez mediamente percorre a piedi 25/35 km, in bicicletta può tranquillamente triplicare queste distanze. Sono dati medi, se il percorso è pianeggiante il differenziale può essere anche superiore, in caso di salite diminuisce. Ne consegue che il tempo da impiegare è, all’incirca, un terzo di quello a piedi. E io voglio che alla Gaia torni la voce molto prima di quanto Gomez non impieghi ogni volta per tornare in campo dopo un infortunio. Con la foto di copertina ho voluto riassumere in maniera poetica il senso del mio viaggio a Santiago di Compostela in bicicletta pensando alla voce della Gaia. Si, solo alla voce.

PS: la bicicletta non è una bicicletta fino in fondo. Si insomma, per le salite.