L’istituto internazionale sulle politiche italiane d’integrazione, subito dopo la vittoria netta contro l’Udinese, ha premiato la città di Firenze per aver adottato Babacar a suo nuovo simbolo, in via dei Neri infatti, Nardella ha scoperto la versione di colore del “Biancone” mentre segna il gol del raddoppio. La rapida crescita del numero degli immigrati residenti regolarmente in Italia richiede l'attuazione di iniziative per la promozione di una conoscenza reciproca, per il riconoscimento e il rispetto delle differenti identità culturali. La sua doppietta dimostra che il giovane senegalese conosce molto bene il nostro passato, dopo la partita ha dichiarato di averla dedicata ai nostri nonni costretti a farla con la Cinquecento prima dell’avvento del cambio sincronizzato. In sala stampa, alla domanda se era felice di fare gol in un paese che non è il suo, il Biancone di colore ha risposto “Si”, e prima di andarsene ha voluto salutare Failla con il più classico dei “Ciao”, per rendere omaggio in questo modo anche a quella generazione di motorini che ha portato a giro una generazione intera di nostri padri. A parte la civiltà di una squadra che manda in gol tutti senza nessuna discriminazione, gli operatori di Quadrifoglio per non sapere ne leggere e ne scrivere, e soprattutto per evitare sul nascere il degrado legato alla movida conseguente a festeggiamenti vari, è passata con gli idranti davanti a casa di Babacar, anche se il suo salotto non affaccia sul sagrato di Santo Spirito. Più in generale abbiamo visto una squadra determinata e a tratti anche divertente, bella nel complesso, mentre Ilicic superava i suoi complessi tipici di sloveno, prima davanti al baracchino del trippaio di piazza de' Nerli assaggiando finalmente il lampredotto, e dopo senza più freni inibitori e salsa verde, davanti al portiere si è mangiato anche un gol clamoroso. La conduzione dell’arbitro Massa ci è sembrata invece penosa, anche a detta del figlio che dal parterre di tribuna gli ha vociato “Fermo babbo, coi' capo tu fa' massa!”. Tre punti che fanno sangue malgrado appunto quella rapa dell’arbitro, per una vittoria necessaria come la cerbottana durante la Rificolona. A me più di tutti è piaciuto Basanta e il rombo di centrocampo, anche se mancavano le patate, spirito e mentalità ritrovati non certo grazie ai moduli. La squadra se ne è andata poi a festeggiare la bella vittoria in Borgo San Lorenzo, una pizza dal Nuti per rinsaldare il rapporto stretto che la lega ai tifosi e alla città, mentre per gli amanti del calzone ripieno di critiche a Montella, invece della pizza, del Nuti hanno scelto di rivedere il film “Madonna che silenzio c’è stasera”. La moviola ci ha detto in tarda serata che peggio del gol clamoroso sbagliato da Callejon c’è stato solo l’attacco vergognoso delle forze dell’ordine contro gli operai cattivi di Terni.