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mercoledì 22 ottobre 2014

La vendemmia del giovedì

Domani parto per una fiera e starò via fino a sabato, niente Europa League quindi perché giovedì sarò ad una cena di lavoro con un collaboratore la cui migliore caratteristica durante le cene inopportune è quella di essere un gourmet. Un particolare che però ribalta i significati e rende inopportune le partite di Europa League. Durante questo mio nuovo viaggio sensoriale nelle vie del gusto, metterò da parte i sapori, annoterò il dolce degradare delle esperienze olfattive, e risalirò lungo i pendii del tannino. Così potrò raccontarvi quello che più mi avrà colpito cercando di colmare le gravi lacune di un blog che millanta interessi di gastronomia, mentre sempre più spesso procura solo problemi gastrici e non spunti gastronomici a chi nella propria cucina usa l’invidia invece dell’indivia. Vi racconterò cose di cuisine, ma lo farò in cambio delle vostre impressioni sulla partita, che poi raccoglierò in un blend, in modo da ottenere un editoriale dal taglio unico. Vi prego quindi di mandarmi in posta anche solo un impressione, un fermo immagine, un sorso della partita, raccoglierò tutto nella cantina sociale dentro alle quale miscelerò più vini e più uve. Proviamo a vedere cosa esce fuori da questo cuvée, penso di essere in grado di fare un buon assemblaggio. Siate fenolici il più possibile, decantate prima di servirmi le vostre vendemmie, siate dosati, equilibrati, eleganti, fermentate a dovere ed evitate la filossera. Sono convinto che parlando di Fiorentina metterete fragranze floreali nei vostri resoconti, meglio fruttati che fumosi. Giovani, Grand Cru, Gran Reserve, siate voi stessi. Facciamo un imbottigliato all’origine che non sappia di tappo, inebriante e intenso, e se vinciamo stappiamo una jéroboam, sperando che qualcuno non la scambi per Jérome Boateng. Non fate i legnosi, non usate troppi lieviti, vi voglio limpidi e non maceratevi troppo dentro al succo del discorso. Mi immagino che possiate essere muscolari, con un gusto aggressivo, maturi, un po’ metallici grazie al microclima della vostra regione parietale vitivinicola. Mi aspetto un tipo di racconto minerale con contaminazioni di muffe nobili come quelle del Conte Martelloni, so che avete naso per le partite e quindi mi posso fidare che eviterete con cura tutti i “non” del caso, non equilibrato, non raffinato, non filtrato. Accetto anche un novello commentatore. Il raspo lo tolgo io il Daspo voi. Curerò l’ossidazione per farne un racconto persistente, aromatico e intenso, dal giusto pH evitando che ne esca fuori qualcosa di piatto che manchi di vivacità, profondità, gusto e corpo. Accetto anche note terrose e polverose, so che avete un buon potenziale alcolico, che potete essere ridondanti e lussureggianti, approvo tutti i roveri, francesi, nuovi e americani. Siate anche ruvidi e sboccati se necessario, parchi con i solfiti e con i gol subiti. Insomma non fate come la Roma. Siete o non siete dei Supertuscans? Mai torbidi e untuosi, meglio se vellutati, anche vegetali per non far torto ai vegani, mi attendo quindi vinacce e non fregnacce. Quelle le lasciamo dire a chi beve tutto ciò che s’imbottiglia nella cantina di wikipedia.