Oggi attingo spunti da ricordi di cui non ho preso appunti, perché il lapis l’ho usato per scrivere abbasso l’Isis dietro a una vecchia tela di De Pisis. Intanto faccio triangoli stretti dentro a intingoli. La mia è una scarpetta senza fretta, e senza il pane di cui non ho neanche una fetta. Del resto sono surreale come chi non si accorge che Enrico Varriale è uova di lompo e non di caviale. Guardo Firenze, anzi la sorvolo, e a merenda mi mangio il lampredotto invece del cavolo. Sulle C scivolo, e senza i giusti tacchetti mi ritrovo anche senza uscita dentro a un vicolo. Ciondolo, e mi racconto che Ilicic è un campione, ma di fatto mi abbindolo. Salto sul mio disincanto come sui dossi della pista da cross di Polcanto. E poi c’è chi ha la scarpetta e non ha il pane, e chi ha il pane ma non ha i denti, e chi se li va a fare in Croazia dove il pane non è certo una delizia. Insomma tutta questa pappardella al cinghiale per dire che il tifoso Viola non critica mai senza grembiale. E anche se di calcio non capisce una sega, lo senti vociare fino fuori dalla bottega. Siccome per una volta, forse la prima, ho trovato un posto libero dove posteggiare la rima, esco fuori dal rap fiorentino per dire che il tifoso Viola è condannato a criticare dal DNA della sua competenza. Io che sono però un tifoso che scrive con la capote tirata su, come scriveva Capote anche quando era un po’ giù, dico che “Il più grande piacere nello scrivere non è in ciò di cui scrivo, ma nella musica interiore delle parole”. E’ per questo motivo che oggi mi è venuto in mente Re Mida, si proprio lui che tutto quello che toccava trasformava in oro. Un po’ come Mino Raiola. E poi mi è venuto anche il torcicollo perché vista l’ottobrata fiorentina la capote alla fine l’ho aperta. A un certo punto anche Mida si rese conto però che il superpotere era molto bello ma anche molto difficile da gestire, visto che non riusciva neanche a sfamarsi. E allora da vero tifoso Viola che trasforma in critica tutto ciò che tocca la Fiorentina, la novità è che adesso potrò essere il Re Mida di me stesso, senza però rinunciare al cibo preferito, che è appunto critica, ma anzi trasformando in oro proprio i miei “rifiuti organici”. L’idea è di un paio di tipi intelligenti come Bucchioni, e si tratta di una pillola infarcita di pepitine a 24 carati e placcata oro, che a quanto pare è in grado di far espellere glitter. Costa 425 dollari a pillola, e mi basta diminuire l’uso del Viagra per bilanciare le spese, ma non è dato sapere se il “prodotto interno lordo” restituito sia di pari o superiore valore. Non ho trovato sul web neanche una foto del risultato finale, in compenso i creatori assicurano che la mia cacca avrà una bella sfumatura glitter. E così tutto diventa d’oro nel mio rap di cacca, anche quelle C che trasformo in acca.