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venerdì 3 ottobre 2014

La crisi siamo noi

Una tranquilla serata di possesso palla intervallata qua e là dai soliti 3 gol di coppa, se non fosse per il modesto Badelj, il tentato suicidio di Pizarro in diretta e la fitta ai flessori di Richards, che alla fine inquinano un po’ le prove che Bernardeschi è davvero un predestinato. Anche Ilicic per una volta riesce ad uscire dal ruolo dell’uscere alto, magro e ciondolante, diventando protagonista di gol e assist invece del solito parcheggio a lisca di pesce. La partita regala tante e tali ispirazioni che dopo la smorfia di Micah Richards è stato affisso  subito un altro striscione, che questa volta però inchioda la società alle proprie responsabilità per aver adottato con la complicità di Save The Children un tipo di preparazione a distanza sbagliata. Quella del City. Ma a parte gli striscioni  che sono una forma di incontinenza intellettuale che fa parte della movida, dispiace davvero per questo ennesimo infortunio, e non vorremmo mai che Pato avesse individuato proprio la Fiorentina come ambiente ideale per rilanciare la propria fragilità muscolare. Sappiamo con sicurezza che nascosto in qualche squadra giovanile di periferia potrebbe esserci anche un parente giovane di Cois da utilizzare contro i Della Valle per fare ancora street art del tifo. Un arte che purtroppo ha perso molto di quelle caratteristiche che la scuola di bottega fiorentina era sempre riuscita a tramandare. E con la crisi oggi è venuta a mancare anche la verve espressiva di una volta, come se gli striscioni venissero scritti da tanti Bucchioni, oppure dai militanti dell’Isis. A questo proposito invidio tanto i romani che proprio in risposta alle minacce dell’Isis “Conquisteremo la “vostra Roma”, distruggeremo la croce e prenderemo le vostre donne”, parole ben più pericolose di quelle dei Della Valle contro Renzi, hanno dimostrato di saper sorridere. Non hanno reagito in maniera mencia attaccando striscioni mononota come ormai sono quelli che escono dalla scuola fiorentina, ma una roba che dimostra che c’è chi ha ancora un friccico ner core pe’ sognà lo scudetto. Non è Garcia più bravo di Montella, Sabatini di Pradè o Pallotta di Della Valle, no, siamo noi che non siamo all’altezza, loro sono in testa ma non a caso, e infatti sfornano striscioni in risposta alle minacce dell’Isis che valgono la pena di essere letti “Se te porti via mi moglie la croce c’è l’hai tu a vita”, oppure “Daje che ve damo 80 euri a tutti”, non c’è paragone, così le vincono tutte facili e noi stiamo lì a sprecare lenzuoli con i quali potremo invece impiccarci. Lo sanno che siamo poca roba e allora giù un altro “Se arrivate verso le 17 nun pijate er raccordo che restate imbottijati”, seguito subito a ruota da “Nun fate poi via Nazionale che è piena de buche”. Un uno due che ti tramortisce, poi arriva Totti che di esterno destro non prende il palo come Borja Valero, e ti piazza un bel “E miraccomando non dimenticate mia suocera, è una cattolica impenitente”. Vorrei leggere questa leggerezza nei nostri striscioni, non tanto per paura di retrocedere in B, ma per non retrocedere dal Rinascimento al buio del Medioevo.