Ieri ero in soffitta a rovistare tra ricordi e la polvere, in un baule della nonna di cui però ho sempre preferito la torta, ho ritrovato una lettera della Paola che mi scrisse quando decise di mettermi a disposizione la sua proprietà. Quello almeno fu quanto capii allora, rifiuatai ringraziando perché io ce l’avevo già una casa, in via de’ Serragli al 156 dove sono nato. La Paola non era certo quella che si può definire una persona diretta, non è che non arrivasse mai al nocciolo, amava solo giocare con le parole, e quando comprava le olive dal Tozzi preferiva quelle senza nocciolo. Girava intorno alla questione disegnando traiettorie sognanti come quando girava intorno alla fontana di Boboli per buttare il pane ai cigni, lambiva il succo del discorso più tradizionale invece di berlo, era bella da bere tutta d’un fiato, dalla dialettica tagliente e tangente, per chiedermi di riportarla a casa ci metteva così tanto che faceva tardi e alla fine venivano sempre a riprenderla. Abitava in via Pindemonte alle spalle del viale Petrarca, quando provavo a stringere i tempi lei mi faceva vergognare di essere così rozzo e sbrigativo. Ci voleva più tatto mi diceva, mentre io volevo usare il tatto solo per toccargli le poppe. Oggi so che sbagliavo le parole. Una storia difficile che mi ha segnato, e lo fece proprio lei usando arabeschi dialettici, anche solo per prendere una spuma al cedro dal Torcini, prima di ordinare partivo dalla sete atavica, per farmi apprezzare da lei e conquistarla mi allenavo tutto il giorno parlando per metafore, alla fine stavamo ore e ore insieme senza mai concludere niente, i suoi arabeschi e le mie metafore servivono solo per contribuire a non capire niente di quanto ci dicevamo. Ci piacevamo ma era come se ci fosse l’ostacolo della lingua tra di noi, era invece il suo modo di essere che mi aveva fatto venire un sacco di complessi, mentre la lingua l'avremmo potuta utilizzare in maniera molto più piacevole. C’era qualcosa in lei che però mi attirava, forse proprio quel suo modo strano di coltivare l’interesse per me, poi però conobbi la Daniela che invece voleva trombare senza fare tanti discorsi, l’esatto contrario, e così ci perdemmo di vista. Ieri però quella lettera mi ha fatto capire che la colpa era stata mia, che non avevo capito la sua eleganza nel proporsi. Perché anche lei avrebbe voluto trombare, solo che non lo aveva espresso come la Daniela che non lo aveva neanche espresso, una allargava il concetto l’altra direttamente le gambe. Quella lettera ritrovata mi ha fatto capire quanto sono stato ingenuo, sono rimasto come sospeso in quel ricordo e ho rivissuto mentalmente tutta quella strana storia fino a quando mi sono destato una volta ripercorsa anche tutta via Pindemonte fino al 43 dove abitava, di soprassalto mi è tornato in mente il modulo di Verona, forse un 4 - 3 - 3. Ed ora prima del Bentegodi la lettera della Paola: “Egregio Gianni, ho l'onore di informarti che potrei mettere a tua disposizione un appartamento sul davanti di una graziosa proprietà che mi venne da mia madre con un triangolo di erbetta che cresce sull'entrata principale. Tale entrata, una volta piccola e stretta, è stata necessariamente ingrandita dai lavori effettuati dal primo locatario tanto che oggi presenta un ingresso ampio e facile. Il solo inconveniente, se così si può chiamarlo, è la vicinanza di una nobile famiglia di marchesi che si fa vedere una dozzina di volte all'anno ma solo per pochi giorni. Qualche locatario ha trovato l'alloggio molto umido, ma ciò non ha recato alcun fastidio, anzi la dolce temperatura che dentro vi regna e l'ambiente sono stati molto apprezzati. La suddetta proprietà dispone anche di una piccola entrata sul di dietro, nascosta tra due terrazze a rialzo, ma tengo a precisare che per nessuna ragione concedo l'entrata da quella parte. Ti faccio anzi presente che sono stata costretta a dare disdetta all'ultimo locatario appunto perché voleva usarla per forza mentre io volevo riservarla per usi strettamente personali. Mi preme farti presente che è mio desiderio trovare un locatario esperto nell'arte del giardinaggio e che sappia tenere l'alloggio in perfetto stato d'ordine e di godimento. Il gas è installato sul di dietro e l'acqua sul davanti con una presa nell'entrata principale, così che l'occupante non ha che da applicare il tubo di alimentazione per innaffiare l'orto. Come vedi la mia proprietà ha dei pregi innegabili e sono sicura che vorrai visitarla. Ti comunico di essere a tua disposizione e con l'occasione ti prego di gradire i miei più cordiali saluti.” Forse era anche più maiala della Daniela.